

Sventolano anche bandiere della Palestina nell’immensa distesa di Tor Vergata. Sventolano nella festa pre-veglia nonostante i giovani di Gaza, di Gerusalemme e Cisgiordania non siano riusciti a partecipare al Giubileo dei giovani con Papa Leone. Impossibile uscire dalla Striscia per motivi di sicurezza. I giovani sono sotto la morsa degli attacchi, della fame, della carestia. Ma il video di saluto che padre Romanelli, parroco della parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza, ha lanciato anche attraverso il Sir, ha toccato i cuori dei giovani di Tor Vergata che rispondono appunto sventolando le bandiere palestinesi.
È don Carlo Salvadori, giovane missionario saveriano, a spiegare il significato simbolico di questa iniziativa. “Abbiamo sentito il messaggio del parroco di Gaza. Ha detto che avrebbe desiderato mandare qui a Roma dei giovani ma che non era possibile. Con questa bandiera vogliamo portare nel cuore di questo Giubileo e di questa veglia, il popolo di Gaza, i giovani della Terra Santa. Vogliamo dire loro di non sentirsi soli e dimenticati. Anche se non sono potuti venire, sono qui, presenti tra noi. Vorremmo anche dire che noi sappiamo cosa stanno vivendo. Le notizie che ci arrivano da quella terra, parlano di morte, fame, carestia. Parlano di un genocidio in atto. Vorremmo con questa bandiera ripetere le parole di un giovane italiano attivista per i diritti umani, Vittorio Arrigoni morto a Gaza nel 2011: ‘Restiamo umani’. Basta uccidere, basta usare le armi. Torniamo a guardarci negli occhi e riscoprirci tutti parte dell’unica famiglia umana”.
