Di Davide Luigi Focaracci
RIPATRANSONE – Un vento di Speranza ha soffiato tra le antiche pietre del Castello di San Gregorio, ad Assisi, dal 30 giugno al 6 luglio: è stato il soffio lieve ma potente di un’esperienza intensa, carica di emozioni, fede e condivisione. Il camposcuola dei ragazzi delle scuole medie della Parrocchia del Duomo di Ripatransone si è svolto in questo luogo speciale, sotto la guida del parroco Don Nicola e del gruppo educatori, tra cui il sottoscritto.
Una bussola per l’anima
Quest’anno il tema centrale è stato la “Speranza”. Non una parola astratta, ma una direzione concreta, un orientamento per la vita. Non a caso i ragazzi sono stati divisi in quattro squadre ispirate ai punti cardinali: Nord, Sud, Est e Ovest. Insieme hanno composto una vera e propria rosa dei venti cristiana, simbolo della ricerca di Dio in ogni direzione della nostra vita. Ogni punto della rosa dei venti ci ricorda che lo Spirito soffia dove vuole e che la Speranza cristiana non ha confini: è un invito a guardare avanti, a credere che qualcosa di buono ci attende, anche quando il cammino si fa difficile.
Ogni giorno un verbo, ogni giorno un Santo
Il camposcuola è stato scandito da sette verbi, sette azioni fondamentali per coltivare la Speranza e vivere il Vangelo. Ogni giorno, dopo colazione, ci siamo ritrovati in Chiesa per leggere il Vangelo e riflettere insieme a Don Nicola, lasciandoci ispirare dalle vite dei Santi:
- Accogliere, con Santa Maria, madre di ogni dono.
- Ospitare, con San Giuseppe, custode silenzioso.
- Costruire, con San Francesco, esempio di umiltà e forza.
- Condividere, con San Gabriele dell’Addolorata, cuore giovane e aperto.
- Chiamare, con Santa Teresa di Calcutta, madre dei poveri.
- Incontrare, con San Carlo Acutis, santo dell’era digitale.
- Ripartire, con San Giovanni Paolo II, pellegrino della speranza.
Gioia, servizio e vita comunitaria
I ragazzi hanno vissuto giornate intense, tra laboratori creativi e momenti di gioco, come le miniolimpiadi e i maxi giochi serali, che hanno acceso il castello di voci, risate ed entusiasmo. Alcune attività si sono svolte anche in inglese, stimolando curiosità ed apertura al mondo.
Ogni squadra ha svolto con serietà e responsabilità i diversi servizi: dalla pulizia delle stanze e dei bagni, al servizio in cucina, fino al “servizio giornalismo”, con il racconto quotidiano delle attività. Lavorare per gli altri è stato un esercizio concreto di Speranza: scoprire che anche le cose piccole, fatte con amore, costruiscono qualcosa di grande.
Il pellegrinaggio ad Assisi e l’incontro con i Santi
Il mercoledì abbiamo vissuto un momento particolarmente forte: la visita ad Assisi. Qui abbiamo toccato con mano la spiritualità di San Francesco, visitando la Basilica inferiore e superiore e Santa Maria degli Angeli con il celebre roseto. In particolare ci ha colpito profondamente l’incontro con San Carlo Acutis nella Chiesa di Santa Maria Maggiore. Davanti al suo corpo esposto, ci siamo interrogati sul senso della santità oggi, sulla bellezza di una vita piena ed autentica anche nella giovane età.
In questo contesto si inserisce la testimonianza di Alexa Brocato, giovane educatrice del campo:
“Questa esperienza da educatrice è stata per me profondamente significativa. Accompagnare i ragazzi nel loro cammino di fede, riscoprendo insieme la presenza viva del Signore nella nostra vita, è stato un dono. Attraverso i riti, i momenti di condivisione e di ascolto ho visto nascere in loro domande autentiche e il desiderio di cercare Dio. La figura di Carlo Acutis ci ha ispirati: un ragazzo semplice, ma straordinario, che ha saputo vivere il Vangelo con gioia e verità. Mi sono sentita pellegrina di speranza, chiamata a testimoniare con la mia vita quella promessa che cambia il cuore. Torno a casa con gratitudine e occhi nuovi.”
Il dolore che si fa preghiera
Nel cuore di questa esperienza così viva, abbiamo ricevuto una notizia che ci ha lasciati senza parole: la morte improvvisa di Don Tommaso Capriotti, il nostro amato viceparroco. Per molti di noi, Don Tommaso è stato compagno di viaggio nei campiscuola degli anni passati, testimone allegro e sincero della gioia del Vangelo. Abbiamo scelto di ricordarlo come lui avrebbe voluto: col suo sorriso, sempre presente, e con la preghiera, che ci ha uniti ancora di più nella Speranza cristiana che la morte non è la fine, ma un nuovo inizio.
Un ritorno carico di luce
Domenica siamo tornati a Ripatransone, stanchi ma felici, con il cuore pieno di volti, di parole, di silenzi condivisi e di promesse da custodire. Come ogni anno il camposcuola si rivela un’esperienza che lascia il segno: un’occasione per crescere, per scoprire Dio nell’altro, per sperimentare che la Speranza non è un’illusione, ma una certezza che nasce dall’Amore.
E così, anche quest’anno, siamo tornati a casa con una nuova consapevolezza: che la Speranza è il vento che ci spinge avanti e la rosa dei venti continuerà ad indicarci la direzione, giorno dopo giorno.