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FOTO A Cupra Marittima si riscopre la cucina e la vita quotidiana dei Romani

lucerna paleocristiana ritrovata a Cupra Marittima
Piccoli vetri di epoca romana ritrovati negli scavi archeologici di Cupra

CUPRA MARITTIMA – Pentole di coccio smaltate antiaderenti, olio e vino conservati in anfore, condimenti a base di salsa di pesce, cene alla luce di lucerne… Non stiamo descrivendo un ristorante gourmet affacciato sul mare, ma la vita quotidiana dei Romani che abitavano l’antica Cupra Maritima.

Queste e molte altre curiosità sono emerse dallo studio condotto dall’Università Orientale di Napoli sul Parco Archeologico di Cupra, i cui risultati sono stati presentati lo scorso 11 luglio.

Una piccola Roma affacciata sull’Adriatico

Oltre all’imponente tempio romano esastilo – con sei colonne frontali e una cella oggi inglobata in una casa colonica preunitaria, quindi tutelata – le ricerche hanno rivelato dettagli sorprendenti della vita quotidiana: mercati pavimentati “a spina di pesce”, piccoli sacelli, intonaci vivaci nei toni del rosso pompeiano e del giallo acceso, raffinate decorazioni a “candelabra” con eleganti svolazzi.

Una vita urbana intensa, affacciata su un mare Adriatico più avanzato rispetto a oggi – circa all’altezza dell’attuale Strada Statale 16 – a testimonianza della capacità dei nostri antenati di scegliere luoghi fertili, soleggiati e naturalmente protetti.

Scoperte tra riusi e distruzioni

Tra i reperti più affascinanti, spiccano vetri iridescenti, lacrimatoi, bottigliette e altri oggetti riutilizzati nel tempo. Purtroppo, per secoli il sito è stato impiegato come cava di materiali da costruzione: colonne e fregi marmorei sono stati letteralmente smantellati a colpi di mazzetta, per ricavarne elementi strutturali come architravi, angolari o semplici mattoni. Un destino comune a molti siti archeologici, ma qui fortunatamente non totale.

Significativo è il ritrovamento di un pozzo di scarico: una sorta di “discarica” dell’epoca, che ha restituito frammenti di capitelli corinzi, decorazioni con teste leonine provenienti dal tempio e altri reperti databili tra il I e il III secolo d.C.

La luce del simbolo cristiano

Una scoperta particolarmente suggestiva è una lucerna decorata con il volto di un fauno e piccoli pesciolini sui lati. Il pesce, in greco ichthys (ιχθύς), è un antico simbolo cristiano e acronimo di “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore” (Iesous Christos Theou Yios Soter). Durante le persecuzioni, era usato come segno di riconoscimento segreto tra i fedeli.

L’ipotesi – affascinante e plausibile – è che questa lucerna avesse un utilizzo funerario: l’olio di scarsa qualità, che l’ha annerita, suggerisce un impiego rituale, più che domestico. In fondo, anche oggi i nostri defunti sono accompagnati da una luce eterna: le lampade votive nei cimiteri. Il mondo, forse, non è poi cambiato così tanto.

Un parco da vivere e scoprire

Notevole anche la continuità d’uso dell’area: un portico quadrangolare, ad esempio, fu probabilmente trasformato in una basilica paleocristiana, forse in origine tribunale cittadino. Una trasformazione che racconta la stratificazione storica e culturale di Cupra.

I giovani ricercatori dell’Università Orientale hanno illustrato i risultati con grande competenza ai turisti presenti, alla presenza del sindaco di Cupra Marittima Alessio Piersimoni e di altri membri della giunta, entusiasti delle potenzialità del parco.

Ma molto resta ancora da scoprire. Sotto la casa colonica, gli scavi sono ancora a uno stadio iniziale: servirebbero fondi e volontà per riportare alla luce nuovi tesori. Investire in archeologia significa dare voce al nostro passato e valorizzare il futuro.

Contro il superfluo, a favore della cultura

È un invito ad andare controcorrente, in un’epoca che spesso predilige l’effimero. Ma, come dimostrano queste ricerche, il passato ha ancora tanto da raccontare. Basta volerlo ascoltare.

Gli orari e le modalità di visita del Parco Archeologico di Cupra sono consultabili nelle immagini allegate. Un ringraziamento speciale all’archeologa Danila Monteleone per la disponibilità e la diffusione dell’iniziativa.

Susanna Faviani: Giornalista pubblicista dal '98 , ha scritto sul Corriere Adriatico per 10 anni, su l'Osservatore Romano , organo di stampa della Santa Sede per 5 anni e dal 2008 su L'Avvenire, quotidiano della CEI. E' Docente di Arte e Immagine nella scuola secondaria di primo grado di Grottammare dal 1996. Ha scritto libri e suoi articoli di Storia dell'Arte e Storia sono in varie pubblicazioni. Dirige un periodico culturale online : www.laconchiglianews.it .