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Ascoli Quintana, Madonna della Pace, l’invito di Padre Guglietta: “Gareggiamo nello stimarci a vicenda”

ASCOLI PICENO – “Come tutti i nostri padri e tutte le nostre madri che da secoli si sono rivolti a te, noi ci affidiamo alla tua intercessione, Regina della Pace. Vogliamo affidarti tutte le guerre che ci sono nel mondo in questo momento: quelle dell’invasione dell’Ucraina e quelle che incendiano la tua terra nel Medio Oriente, ma anche tutte le guerre in Africa e nell’Estremo Oriente e che sono sempre più dimenticate”.
È con questa richiesta di intercessione e con il cuore pieno di speranza, che si è aperta, Venerdì 11 Luglio 2025, la preghiera rivolta alla Madonna della Pace, durante la cerimonia solenne del saluto che il Magnifico Messere e i cavalieri dei Sestieri fanno ogni anno alla Vergine. Un rito molto suggestivo che si svolge sempre alla vigilia della Giostra della Quintana di Luglio in Ascoli Piceno e che sottolinea il legame profondo tra la festa, la fede e l’identità cittadina.

Il tradizionale momento di preghiera si è svolto quest’anno presso l’insolita cornice di piazza Ventidio Basso e non, come di consueto, dinanzi al sagrato della chiesa di Sant’Agostino, in cui è custodita la venerata effigie della Madonna della Pace, una tavola del 1370 raffigurante la Virgo Lactans (Vergine del Latte), opera dell’artista Francescuccio di Cecco Ghissi. Piazza Sant’Agostino, su cui si affaccia l’omonimo edificio sacro, infatti, è occupata da diversi cantieri, quindi si è deciso di compiere il rito davanti alla chiesa di San Pietro Martire. Presenti il parroco della comunità, don Daniele De Angelis, il vicario parrocchiale, don Francesco Guglietta, che ha presieduto la cerimonia, e il Magnifico Messere, interpretato dal sindaco della città Marco Fioravanti.

La Madonna, strumento di pace, ora come allora

Durante la solenne cerimonia religiosa, introdotta nel 1992 come prologo spirituale della Giostra, è avvenuta la benedizione dei cavalieri giostranti e l’estrazione dell’ordine degli assalti in base ai quali essi hanno giostrato la sera successiva.
Si è trattato di un momento identitario molto forte per gli Ascolani: si narra, infatti, che le antiche famiglie ascolane, in guerra tra loro, si riconciliarono udendo il suono delle campane provenire dalla chiesa di Sant’Agostino. Nel Medioevo, il saluto alla Madonna era un elemento centrale della devozione popolare, spesso legato a feste religiose e processioni, e caratterizzato da canti, preghiere e offerte. Ora come allora, la Madonna è icona di pace ed è stata invocata come protettrice della Città e della Quintana, affinché assista il cavaliere e il suo rione nella competizione.

Nel suo discorso, don Guglietta ha sottolineato quanto sia significativo il gesto di affidarsi alla Madonna della Pace in un momento in cui nel mondo purtroppo soffiano molti venti di guerra: ” Magnifico Messere, Magistrature, carissimi Capi Sestieri, Consoli e Voi tutti, siete venuti a portare il vostro saluto a questa bella immagine della Madonna: grazie! In questi tempi, questo gesto, che sembra un po’ folkloristico, retrò, nostalgico, dall’attualità viene reso particolarmente attuale, contemporaneo, perché mai, come in questi tempi, ci sentiamo minacciati dalla guerra, dalle guerre.
Ne abbiamo due forti e spinose alle nostre porte di casa, lo sappiamo bene: Ucraina e Medio Oriente, che sono a due passi da qui. E allora possiamo invocare la Madonna che ci doni la pace. Che ci doni Gesù. Che è la pace, la pace vera. E perché Gesù è la pace? Perché è l’unico giusto. Perché è la giustizia fatta persona. Perché solo se c’è giustizia nasce la pace, quella vera, duratura!“.

L’appello alla comunità nel perseguire la giustizia

Poi l’appello agli Ascolani e al primo cittadino Fioravanti: “Il Signore fa il suo lavoro, ma noi dobbiamo fare il nostro! La pace duratura, giusta, non è quando non ci sono eserciti che ci invadono. La pace è quando una comunità, una città, una nazione vive nella giustizia, vive in modo che ognuno si sente tutelato, rispettato, custodito da tutti e non minacciato!
Facendo poi riferimento ai colori dei diversi Sestieri che si sfidano durante la Quintana, ha proseguito don Francesco: “Quando il giallo si incontra col blu, il bianco con il rosso e il rosso con il blu! Quando il rosso e il nero stanno vicini e così il nero e il verde e persino il rosso e il verde! Questi colori indicano la via della pace: una giustizia in cui tutti, diversi, si vive accanto e ci si rispetta.
E, allora, Magnifico Messere, e tutti noi qui che abbiamo qualche ruolo nel guidare altri, non possiamo illuderci! Non dobbiamo aspettarci che qualcuno butti una bomba su di noi o che ci siano cecchini che sparino o chi fa qualche attentato per dire che non c’è pace! Se c’è qualche situazione di ingiustizia, di non rispetto della dignità di qualcuno, allora già siamo lontani dalla pace, anche se non si spara o non ci si ammazza“.

Il rischio delle ingiustizie nel quotidiano: “Svegliamoci!”

Don Guglietta ha poi speso alcune parole per spiegare il significato simbolico dei doni reciproci che lui e il sindaco si sono scambiati: “La ringrazio, allora, che mentre io le offro un’immagine della Madonna della Pace, lei mi offre una campana! Perché dobbiamo svegliarci! Dobbiamo accorgerci, giorno per giorno, delle ingiustizie che ci sono nella nostra società, in cui ci sono quelli che vorrebbero bandiere di un solo colore e non ricche e diverse come queste nostre! Questi sono i ‘mori’, quelli che vogliono togliere la bellezza di una società ricca di diversità e imporre un solo modo di essere, di vivere, di stare insieme.
E vorrei indicare una profonda ingiustizia che possiamo rischiare di vivere nella Quintana e poi nella vita, che è poi il rischio che viviamo nella vita politica di questi nostri tempi! Si dice che quando uno diventa sindaco, quando uno conquista la Quintana, vince. Però ci sono due modi per vincere. Uno è sentirsi il più bravo, il migliore, quello che comanda su tutti. L’altro modo è quello del chirurgo a cui riesce un’operazione che salva una vita! Non pensa che deve arrivare primo, pensa che debba fare di tutto per salvare la vita di una persona! Ecco, la giustizia, che porta la pace, non è gareggiare per arrivare primi, ma lottare per rendere migliore la vita a tutti! ‘Gareggiate nello stimarvi a vicenda’, diceva San Paolo (Rm 12,10). Uno vince la Quintana, quando sconfigge e butta a terra il ‘moro’ con abilità e velocità, quando, cioè, sa sconfiggere l’ingiustizia, che come un cancro, si annida in città, tra di noi! Così dobbiamo darci una svegliata tutti e gareggiare nel vedere le ingiustizie ed imparare a sconfiggerle subito, con abilità, velocità e attenzione.
A partire da lei, Magnifico Messere – che questo, lo sappiamo, lo fa giorno per giorno -, al più piccolo di noi. Se invece gareggiamo per i primi posti, se invece cerchiamo solo di sentirci migliori degli altri, purtroppo non stiamo costruendo la pace, ma stiamo costruendo una città e una società ingiusta, in cui solo apparentemente c’è pace, ma in cui si preparano le guerre peggiori, quelle in cui a vincere non sono i Cavalieri dei Sestieri, ma il male insidioso e bastardo come il ‘moro’!”.

La benedizione dei cavalieri giostranti

Queste, infine, le parole che hanno accompagnato la benedizione: “Così vi benedico, perché la Quintana di domani non sia la gara a chi è più bravo, ma sia la gara a voler sconfiggere insieme i mille cancri della nostra città, della nostra società. Perché la pace sia il frutto dell’impegno di tutti nella giustizia!
Diamoci una svegliata! Perché – vi rivelo un segreto – Dio non ci aiuta togliendoci le patate bollenti dal fuoco, ma donandoci la capacità di capire come agire al meglio per costruire un mondo giusto! E quindi un mondo colmo di pace: non a caso, proprio Lui, ci dice sempre: ‘Svegliatevi! State svegli!’ (Mt 24,42.44)
Così questa benedizione ci permetta di svegliarci e di cominciare a vivere per una società più giusta!”.

Preghiera alla Madonna della Pace

“Sii tu il conforto a tutti quelli che hanno la vita sconvolta dalla guerra e illumina le menti di chi ha potere, perché percorrano le vie della riconciliazione e della pace. In modo speciale ti preghiamo per le vittime delle guerre, i morti e i feriti: sii vicino a loro e alle loro famiglie!
A noi dona di guardare al tuo Figlio, Gesù, che è il principe della pace e la fonte di ogni giustizia! Ci affidiamo a te perché possiamo svegliarci dal torpore di una vita che ci condanna all’odio degli altri, all’insoddisfazione delle cose che facciamo, al volere essere migliori degli altri.
Fa’ che sappiamo prenderci cura della nostra città, fa’ che possiamo scoprire i tanti “moro” che inquinano il nostro vivere insieme. Concedici di contribuire tutti a sconfiggerli e a saperli eliminare dalla nostra società.
Dona ai nostri cuori e alle nostre menti di poter gareggiare nello stimarci a vicenda e a fare della nostra città un luogo dove ogni persona sappia stare insieme all’altra, facendo delle differenze e della propria vita un tesoro da condividere e da custodire per tutti, proprio come vediamo nei nostri stendardi in cui i colori sono vicini e donano calore al cuore!
Ti affidiamo il Magnifico Messere e tutti quelli che ci governano perché sappiano essere sempre al servizio. Ti affidiamo le nostre vite, le nostre famiglie e tutto quello che facciamo: fa’ che in ogni cosa sappiamo cercare quello che è giusto per una società più autentica.
O Regina della Pace, fa’ che la benedizione del Signore, tuo Figlio, ci sostenga nella ricerca del bene e della pace vera e duratura!”.

 

Carletta Di Blasio:

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  • bellissima omelia Don Guglietta che il Signore ti benedica sempre.grazie per ciò che hai detto parole sante .