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Dalla cameretta a Casa Sanremo: il sogno musicale di Maddalena Caputa

Maddalena Caputa

RIPATRANSONE – A soli 21 anni, Maddalena Caputa è una delle voci emergenti più interessanti del panorama cantautorale italiano. Studentessa al DAMS di Bologna, scrive e compone canzoni che nascono tra le mura della sua stanza o durante lunghe notti con gli amici. Dopo l’esperienza a Casa Sanremo live box con il brano “Non tornerai”, si racconta in un’intervista, tra influenze musicali, sogni ostinati e un’idea molto chiara: la musica non è un’alternativa, ma l’unica strada possibile. Nessun piano B, solo la determinazione di chi vuole trasformare una passione in vita.

Maddalena, quando ha capito che il canto sarebbe diventato qualcosa di più di una semplice passione?
Forse può sembrare scontato dirlo, ma per me è sempre stato chiaro: il canto e la scrittura non sono mai stati solo una passione. Fin da subito li ho vissuti come parte di me. In tanti mi hanno sempre detto di pensare a un piano B, e ogni volta quella frase mi faceva arrabbiare (e in parte lo fa ancora oggi). Non perché io lo veda come un consiglio sbagliato, ma perché per me avere un piano B significa mettere in dubbio la possibilità di farcela. Io non vedo alternative alla strada che ho scelto, e questo mi basta.

Chi sono i suoi punti di riferimento nel mondo della musica? Ha un’artista o un genere che la ispira particolarmente?
Ogni volta che mi viene posta questa domanda faccio un po’ fatica a rispondere: ci sono tanti artisti a cui mi ispiro e a cui sono particolarmente legata. Mi viene subito in mente Elisa, non tanto per il sound quanto per il ricordo a cui la ricollego. A quattro anni i miei genitori, ogni sera, mi facevano ascoltare molte sue canzoni con il lettore mp3 e le cuffie dritte nelle orecchie. Molti dei suoi brani mi fanno ancora venire la pelle d’oca. Per quanto riguarda il genere, credo di essere molto legata al pop rock. Artisticamente parlando, mi piacciono molto i Goo Goo Dolls, gli U2 e i The 1975. Questo stile mi ha sempre attratta, e anche nella composizione dei miei pezzi sto notando che mi sto muovendo proprio in quella direzione.

Lo scorso febbraio si è esibita a Casa Sanremo live box con il brano “Non tornerai”: ci racconti com’è nato questo pezzo?
“Non tornerai” è una canzone profondamente intima, nata nell’aprile dello scorso anno, in un momento di fragilità in cui ho sentito il bisogno di mettere un punto definitivo tra il passato che avevo vissuto e tutto il bello che stava iniziando a manifestarsi nella mia vita. Ho sempre fatto fatica a lasciar andare ciò che è stato e a imparare a vivere davvero il presente. In questo brano sono riuscita a dare voce a tre fasi che spesso mi tormentano: il ricordo, la consapevolezza e infine la capacità di lasciar andare.

Come nasce solitamente una sua canzone?
Sì, scrivo io i miei testi. Credo siano la parte più vera e fragile di me che le persone possano ascoltare. A volte è proprio attraverso la scrittura che riesco a conoscermi meglio, a mettere a fuoco quello che provo davvero. Scrivo soprattutto di notte: le mie canzoni nascono spesso nella mia stanza, con la chitarra o il piano, in una dimensione molto intima in cui lascio andare quello che ho bisogno di dire. Altre volte scrivo con i miei amici, tra una birra e una chiacchiera, sempre di notte. E lì succede qualcosa di speciale: ascoltando le parole degli altri, riesco a entrare anche nel loro mondo emotivo. È un modo diverso, ma sempre vero, di fare musica.

Ha già altri inediti in preparazione?
Sì. Dopo “Cuore ribelle” dall’esterno può sembrare che io mi sia fermata, ma in realtà è stato l’inizio di un periodo molto intenso. Proprio da quella canzone ho cominciato a scrivere con più costanza e determinazione, mettendo tutto l’impegno possibile per costruire davvero ciò che desidero. Ho diversi inediti pronti e anche qualche novità interessante in arrivo.

Le piace sperimentare con diversi generi musicali o si senti più legata a uno stile preciso?
Come dicevo prima, mi sento molto legata al pop rock: è il genere che mi viene più naturale e in cui mi ritrovo di più. Ma questo non vuol dire che non mi piaccia sperimentare. Mi piace giocare con i suoni, mischiare influenze diverse e vedere cosa ne viene fuori.

Suona anche: quale strumento e da quando?
Ho iniziato a suonare la chitarra a sei anni e il pianoforte a quattordici. Sono i due strumenti con cui scrivo, compongo e mi sfogo. Mi aiutano a tirare fuori le idee e le emozioni, senza troppi filtri.

Le capita di comporre partendo da una melodia suonata o nasce tutto dal testo?
Tutte le mie canzoni, finora, sono nate prima dalla melodia e poi dal testo. Di solito inizio con una linea melodica che mi viene quasi per caso, magari mentre suono o canticchio qualcosa. È come se fosse la melodia a indicarmi il tono emotivo del brano, e solo dopo arrivano le parole, quasi a completare un discorso iniziato senza voce. Per me funziona così: se la melodia mi fa sentire qualcosa, allora so che da lì può nascere una canzone.

Qual è stata finora l’esperienza più significativa per lei come artista?
È ancora presto per tirare bilanci, ho solo 21 anni e voglio vivere e sperimentare ancora molto. Però una delle esperienze più significative finora è stata vedere le persone ascoltare una mia canzone come “Via da me”, che ho scritto quando avevo 18 anni, e riconoscersi in quelle parole. Vederle emozionate, con gli occhi lucidi, mi fa capire di aver fatto qualcosa di vero, di essere riuscita a farle sentire comprese in un momento in cui magari neanche loro riuscivano a farlo. Per me, questo è un traguardo enorme, sia come artista che come ragazza.

Cosa sogna per il tuo futuro musicale?
In futuro spero di far volare la mia musica da un palco, farla correre tra la gente e vivere quell’energia unica che solo quel momento sa regalare. Vorrei viaggiare molto, scoprire il mondo in tutte le sue sfaccettature, sia attraverso chiacchierate con sconosciuti sia con persone da cui ho molto da imparare. Forse suonerò ripetitiva, ed è un’altra mia caratteristica, ma il mio desiderio è svegliarmi ogni giorno con la certezza di fare ciò che ho sempre sognato: scrivere, scoprire, cantare, suonare più forte che posso e pensare tra me e me che avevo ragione, che alla fine un piano B non sarebbe servito a nulla.

Quando non canta o compone, come le piace trascorrere il suo tempo libero?
Sono una studentessa al secondo anno di DAMS e vivo a Bologna, una città che mi sta facendo crescere in modi inaspettati. Qui studio, scrivo, passo tempo con gli amici, rido, piango, corro e ricomincio. Quando non scrivo, mi piace scoprire nuovi posti o incontrare persone con cui passare la notte a parlare del più e del meno.

Luigina Pezzoli: