MONTEPRANDONE – Si è svolto ieri, 30 Giugno 2025, alle ore 10:30, presso il Santuario Santa Maria delle Grazie e San Giacomo della Marca in Monteprandone, il funerale di padre Nicola Iachini, frate minore originario di Acquasanta Terme e per molti anni missionario in Belgio, dove ha fondato scuole, circoli, centri di formazione professionale e il C.P.I. (Comitato Permanente Immigrati).
La Messa, presieduta dal ministro provinciale dei Frati Minori, padre Simone Giampieri, è stata concelebrata da numerosi preti, tra sacerdoti della Diocesi Truentina e confratelli dell’Ordine francescano. Tra loro ricordiamo don Patrizio Spina, vicario generale della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, e padre Ferdinando Campana, segretario provinciale dell’Ordine. Presente anche l’arcivescovo Gianpiero Palmieri, vescovo delle Diocesi del Piceno.
Tra i fedeli accorsi, numerosi quelli delle comunità parrocchiali di Acquasanta Terme, da cui proveniva padre Iachini. Presenti infine anche Tullio Galluzzi, console della Repubblica del Senegal, Paese a cui padre Nicola era molto affezionato e al quale aveva spesso inviava donazioni, e Giuliano Vincenzo, belga di origini italiane, in rappresentanza del CAIBS (Centro Animazione Interculturale della Regione Basse Sambre), fondato da padre Iachini durante gli anni della missione in Belgio.
Tante le parole di gratitudine nei confronti del prete tornato alla Casa del Padre, tra le quali anche quelle di mons. Palmieri, il quale ha affermato: “Grazie, padre Nicola, per la tua testimonianza di vita, per il tuo sorriso, per la tua disponibilità, per il servizio di accompagnamento delle persone che non è venuto mai meno. Grazie per la straordinaria ricchezza di fede. Grazie per esserci stato e perché ci sarai sempre. Ai familiari porto l’affetto e la stima di tutta la Chiesa diocesana per padre Nicola“.
Durante l’omelia padre Simone Giampieri ha ripercorso le tappe principali della vita di padre Iachini. Nato a Fava Lanciata, frazione di Acquasanta Terme, il 18 Ottobre del 1939, trascorse l’infanzia nella povertà e semplicità della vita familiare. Nel 1952 entrò nei Collegi di Monteprandone e Sassoferrato e ricevette l’abito francescano il 20 Settembre del 1958 a Treia, dove trascorse l’anno di Noviziato e l’anno successivo emise la prima professione semplice dei voti. Proseguì gli studi liceali a Matelica e quelli teologici a Jesi ed emise la professione solenne dei voti il 17 Settembre del 1965 a Colfano di Camporotondo, nel convento che ricorda il passaggio di San Francesco. Infine venne ordinato sacerdote nella cattedrale di Jesi il 27 Marzo del 1966 da mons. Giovan Battista Pardini.
Ha detto padre Simone: “Dopo l’ordinazione sacerdotale, padre Nicola venne inviato a Napoli nel monumentale monastero Santa Chiara, dove si dedicò allo studio delle materie scientifiche e poi l’anno successivo ad Ascoli Piceno, nella parrocchia Cuore Immacolato di Maria, per prepararsi a partire missionario in Argentina. Ma le cose andarono diversamente! Padre Nicola venne mandato al collegio Sant’Antonio di Potenza Picena come Maestro del locale Collegio dei Fratini e incaricato per l’opera delle vocazioni. Fu poi inviato ad Ancona, nella parrocchia San Giovanni Battista, come vicario parrocchiale ed assistente dei Giovani. Nel 1972 sperimentò, come tutti gli abitanti di Ancona e dei paesi vicini, il dramma del terremoto. Qui conobbe padre Mario Belercia, da poco rientrato al convento Sant’Antonio di Padova di Falconara Marittima dopo anni di servizio e apostolato in Belgio. il confratello gli chiese di prendere il suo posto e di andare a fare il Cappellano dei Muratori in Belgio, dato che anche suo padre aveva lavorato in miniera ed era morto giovane di malattia della silicosi. Padre Nicola accettò e venne trasferito al convento Santa Maria della Misericordia di Osimo in attesa della partenza. Giunse in Belgio il 21 Febbraio del 1973, precisamente nella zona della Basse-Sambre, un territorio di circa 20 Paesi, nei quali erano presenti alcune miniere, diverse fabbriche e circa 5mila emigranti italiani”.
Da quel lontano 1973, padre Nicola avrebbe vissuto in Belgio per oltre 40 anni. Come scrisse egli stesso nel suo opuscolo “Memorie. Un lungo cammino con gli emigrati. Belgio 1973 – 2014” e come ha ricordato padre Giampieri durante la sua omelia, “il compito primario del missionario era quello di andare tra i fedeli e portare a tutti La buona novella del Vangelo. Fu così che iniziò la lunga pagina della sua opera di frate minore e missionario in Belgio presso le famiglie dei minatori, nelle celebrazioni delle Sante Messe, nelle celebrazioni dei Sacramenti, anche nell’organizzazione di pellegrinaggi in unione con le Missioni Cattoliche Italiane. La creatività e l’operato di padre Nicola lo portano a conoscere anche la regina del Belgio, Paola Ruffo di Calabria, consorte del re Alberto II. Per volontà della regina Paola, padre Nicola lavorò per fare installare un’antenna parabolica per la radio diffusione, al fine di diffondere in Belgio Radio Maria. Padre Nicola sapeva organizzare e creare associazioni. Fece varie attività ricreative ed assistenziali. Fondò il Comitato delle feste della Missione Cattolica Italiana Basse-Sambre. Nel 1974 organizzò la festa delle mamme e la festa delle castagne. Isitutì la Corale liturgica, un gruppo folkloristico e la Corale dei bambini. Fondò un comitato di assistenza per venire incontro alle difficoltà della disoccupazione, della povertà e dei vari disagi sociale della società in cui viveva. Fece modo di ottenere dal governo belga diversi vagoni ferroviari per inviare 30 roulotte per aiutare i disagiati del terremoto in Irpinia nel 1980. Nel suo servizio fu aiutato dalle suore francescane di Gesù Bambino di Auvelais. Quando una di loro, Suor Anna Luigi, fu trasferita in Albania, ai confini con il Montenegro, le dimostrò la sua riconoscenza per il grande aiuto prestato alla sua opera, coinvolgendo il decanato di Auvelais e dando vita al progetto chiamato ‘Solidarietà Albania’, con il quale fornì pacchi viveri, medicine, materiale di cancelleria e macchine da scrivere”.
Il ministro provinciale padre Giampieri ha poi ricordato un’altra grande passione che caratterizzava padre Nicola, i presepi: “Vedendo che in Belgio non si valorizzava la bellezza del presente, iniziò ad avere presepi da tutto il mondo. Grazie soprattutto alla collaborazione con il Centro Missionario Francescano, General Segretariate of the Franciscan Missions, a Burlington, nel Wisconsin, dove lavorava padre Sante De Angelis, suo e il nostro fratello marchigiano. Così collezionò un’immensa quantità di presepi e il 14 Dicembre 1988 invitò la regina Paola nella chiesa di Sambreville, insieme a tante altre autorità del luogo, per visionare una rassegna di 300 presepi provenienti da ogni parte del mondo“.
Tra le varie e numerosissime opere compiute da padre Iachini, padre Simone ha ricordato le più importanti: il periodico trimestrale “Fermento”, a cui padre Nicola diede vita “per informare gli Italiani in Belgio delle varie iniziative che si organizzavano”; Radio Sambreville, del cui staff cui padre Nicola faceva parte e nella quale fece in modo di diffondere le notizie riguardanti l’Italia; i corsi di Italiano per i figli degli Italiani emigrati in Belgio. “Visitando le famiglie italiane – ha detto padre Giampieri – si accorse che le giovani generazioni non conoscevano le lingue, così diede loro personalmente lezioni di lingua italiana per giovani e per adulti. Il suo operato coinvolgeva il clero locale e i missionari italiani. Ma l’opera più grande fu la creazione del CAIBES (Centro Animazione Interculturale della Basse-Sambre) per aiutare i giovani italiani nell’animazione del tempo libero e delle attività culturali e sportive. Organizzò corsi di fotografia, corsi per donne nel disegno su seta, maglieria e cucito, corsi di falegnameria e saldatura, corsi di Italiano per bambini, permanenze socio-giuridiche, corsi di alfabetizzazione, doposcuola, corsi di informatica e corsi di Francese. Costituì una biblioteca ed organizzò numerose esposizioni di opere d’arte di artisti locali e sulla vita nella miniera e sui minatori. Con il CPI (Comitato Permanente Immigrati) organizzò i weekend multiculturali, con conferenze, dibattiti, concerti e rappresentazioni teatrali. Fondò anche ‘Obiettivo 1982’, per dare voce e diritto di voto agli immigrati italiani a livello comunale. Costituì infine un centro di formazione professionale di orticoltura nella Basse-Sambre e favorì, anche con la costituzione di un comitato, l’incontro tra le parrocchie, i movimenti e le associazioni degli immigrati. Nel suo discorso di ringraziamento per i 25 anni di sacerdozio, lo stesso padre Nicola disse: ‘Tutto quello che è stato fatto e realizzato, non è solo frutto del mio lavoro, ma della confidenza, della stima, della collaborazione e dell’impegno reciproco’. La sua opera di solidarietà si estese oltre la realtà dei migranti italiani, ad esempio aiutando attraverso il CAIBS altre associazioni, permettendo ad un’intera famiglia thailandese il ricongiungimento familiare ed aiutando un piccolo che aveva sofferto per le conseguenze delle radiazioni nucleari di Chernobyl“.
Ha poi proseguito padre Simone Giampieri: “Quando lasciò il Belgio, dopo 41 anni di missione, padre Nicola fu salutato in una prima Messa dal nunzio apostolico del Belgio, S.E.R. monsignor Giacinto Berlocco, il Decano di Auvelais, i sacerdoti belgi e quelli italiani, e in una seconda Celebrazione Eucaristica anche dalla regina Paola di Belgio. Tornato finalmente in Italia, al convento Santa Maria delle Grazie e San Giacomo della Marca in Monteprandone, padre Nicola scriveva: ‘Ecco finalmente il luogo desiderato e che ho scelto per terminare qui i miei giorni del pellegrinaggio terreno. Luogo di silenzio, circondato da pini e, da una parte, dal cimitero: il silenzio dei defunti passati alla vita eterna’”.
“Padre Nicola è stato un missionario appassionato – ha concluso il ministro provinciale dei Frati Minori – dedito al servizio e alla cura delle persone che il Signore gli ha messo accanto. Attento ai poveri alle famiglie disagiate, dotato di grande ingegno nel promuovere collaborazioni in aiuto del bene comune, avendo un occhio di riguardo per gli innumerevoli disagi che la condizione di minatori richiedeva. È stato un pastore buono e solerte, un vero figlio di San Francesco che nella perfetta letizia ha donato tutto se stesso per la causa del Regno di Dio e per la salvezza delle anime. Carissimo padre Nicola, ti ringraziamo per la tua testimonianza di vita e per il tuo spirito di intrepido missionario. Ti ringraziamo per la tua testimonianza sia in Belgio sia in Provincia a Monteprandone. Ti ringraziamo anche per la tua ultima testimonianza, in quanto hai saputo portare il dolore e la malattia con grande dignità e fraterna partecipazione. Al cospetto del Signore, accanto alla Vergine Maria e al nostro patrono San Giacomo della Marca, ti chiediamo di pregare per noi, per la tua Provincia, perché ognuno di noi possa, sul tuo esempio, donarsi con ingegni e creatività, con libertà e tenacia, con semplicità e fede al disegno che l’Altissimo ha pensato per ciascuno di noi”.
Prima della benedizione finale, ha preso la parola il delegato Giuliano Vincenzo, il quale, in rappresentanza del CAIBS, ha voluto esprimere la gratitudine verso padre Nicola non solo per aver fondato l’associazione, ma anche per le tante opere di carità che il defunto ha fatto durante la sua missione in Belgio, in aiuto sia degli Italiani emigrati nel Paese belga, sia di tanti altri provenienti dal resto del mondo: “Ho conosciuto padre Nicola nel 1973, quando avevo 17 anni. Lo ringrazio, a nome del CAIBS, per tutto quello che ha fatto per gli immigrati, gli stranieri e gli extracomunitari: ha compiuto molte opere, radunato tanti giovani e portato tanta felicità. Ci ha insegnato la tolleranza e l’amore per il prossimo“.
Il console del Senegal Tullio Galluzzi, ai nostri microfoni, ha detto: “Grazie, padre Nicola, per esserti prodigato per i nostri connazionali presenti in questo territorio: li hai aiutati a trovare un lavoro e un’abitazione e hai sempre dato loro quello che era nelle tue possibilità. E grazie anche per esserti spesso organizzato per portare aiuti umanitari in Senegal. Ti siamo molto grati e riconoscenti“.
L’ultimo saluto è stato del fratello di padre Nicola, il quale ha raccontato il bene compiuto dal defunto nei territori da lui abitati. Oltre a ricordare i momenti felici, le risate, ma anche le incomprensioni e le litigate tra fratelli, soprattutto da bambini, ha sottolineato la sua grande generosità ed il suo instancabile zelo: “Caro fratello, ti presenti davanti a Dio con uno zaino pesantissimo, carico dei tanti missionari e delle tante vocazioni suscitate, e carico di un grande amore per il prossimo. Un amore che hai donato attraverso l’accoglienza e l’ascolto di tutti, oltre che attraverso gesti concreti di solidarietà“.
Dopo la celebrazione della Messa, la salma di padre Iachini è stata traslata dai confratelli presso il cimitero adiacente al Convento dei Frati, dove ha ricevuto la sepoltura.
A chi lo ha conosciuto, padre Nicola lascia il ricordo di una persona sempre attiva e pronta ad accogliere, forte nella fede e zelante nella carità, che ha servito la Chiesa fino alla fine e che ha affrontato con pazienza e mansuetudine anche la malattia e la sofferenza degli ultimi mesi della sua vita.





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