L’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa (Acohl) esprime “profondo shock e profonda condanna” dell’attentato suicida nella chiesa di Sant’Elia, nei sobborghi di Damasco, avvenuto ieri, durante la preghiera domenicale, che ha causato numerose vittime e feriti tra i fedeli.

Per l’Acohl “non esiste alcuna giustificazione – religiosa, morale o razionale – per il massacro di innocenti, tanto meno in uno spazio sacro. Una tale violenza, sotto il pretesto della fede, è una grave perversione di tutto ciò che è sacro. È un atto di indicibile malvagità, un crimine contro l’umanità e un peccato davanti a Dio”.

Nel comunicato si ribadisce che l’attacco è anche “un’aggressione diretta al diritto di culto in pace e sicurezza”, come afferma il Documento sulla fraternità umana (Abu Dhabi, 2019). “Condanniamo fermamente questo atto barbarico e – rimarca l’Acohl – rifiutiamo le ideologie che cercano di giustificare la violenza in nome della religione. Estendiamo le nostre più sentite condoglianze al Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente ed esprimiamo la nostra solidarietà a tutte le comunità cristiane della Siria, che hanno sopportato anni di persecuzioni e sfollamenti e che ora si trovano ad affrontare una nuova paura e insicurezza”.

Manifestando sentimenti di vicinanza e cordoglio alle famiglie delle vittime e dei feriti, l’Acohl chiede “alle autorità siriane di prendere tutte le misure necessarie per garantire la protezione e la libertà dei cristiani in tutto il Paese, affinché possano vivere in sicurezza e contribuire pienamente alla vita della loro patria”.

Citando le parole di Papa Leone all’Angelus di Domenica 22 Giugno, gli ordinari cattolici concludono: “Consapevoli che tali atti infliggono profonde ferite nella storia dei popoli, che richiedono generazioni per essere rimarginate, preghiamo e speriamo che le paludi dell’odio e del fanatismo siano decisamente sradicate, affinché i popoli del Medio Oriente – e l’amata Siria in particolare – possano finalmente vivere in pace, dignità e umanità condivisa”.

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