SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è svolta Venerdì sera, 20 Giugno 2025, alle ore 21:15, l’assemblea di quartiere a Ponterotto.
All’ordine del giorno la sicurezza, il decoro e l’ordine pubblico nel territorio, un problema che coinvolge indirettamente anche la Caritas diocesana, la cui sede insiste proprio nel quartiere.
A rispondere alle istanze dei cittadini sono stati, nell’ordine: Andrea Sanguigni, assessore con delega alle Politiche Sociali; Lorenzo Vesperini, assessore con delega in materia di Polizia Locale, Viabilità, Trasporto Pubblico Locale e Protezione Civile; l’arcivescovo Gianpiero Palmieri, vescovo della Diocesi Truentina nonché vice presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana). Presente anche Barbara De Ascaniis, consigliera del Comune di San Benedetto del Tronto.
A moderare l’incontro Emmanuel Spagnolini, presidente del Comitato di quartiere.
Presente anche Guido Speca, portavoce del neonato Comitato “Sicurezza e Decoro”, che raccoglie le istanze di quasi 600 cittadini del quartiere.
Le richieste dei cittadini
La serata si è aperta con l’intervento dei rappresentanti del Comune e del vescovo Palmieri, che hanno spiegato quello che si è fatto fino ad oggi per cercare di risolvere il problema.
Numerosi sono stati gli interventi dei cittadini che hanno manifestato le loro perplessità in modo abbastanza aggressivo, come da stessa ammissione di alcuni di loro, in quanto “stanchi delle situazioni in cui si sono venuti a trovare, che li hanno portati all’esasperazione”.
Gli episodi raccontati si possono riassumere in una generale paura ad uscire di casa, sia di giorno che di notte, in quanto i luoghi del quartiere risultano occupati da persone che, non avendo ottenuto un posto letto in Caritas come ospiti, si riversano sulla piazza adiacente alla sede Caritas per oziare durante la giornata e poi cercare di scavalcare le recinzioni durante la notte.
Spesso inoltre le notti sono segnate da urla e schiamazzi e da persone che gironzolano nel quartiere barcollando, in uno stato visibilmente alterato. Nella zona sono anche aumentati i furti ed alcuni cittadini lamentano anche il fatto a volte di essere seguiti fino a casa. Insomma gli abitanti di Ponterotto presenti all’assemblea hanno chiaramente denunciato il fatto di non sentirsi più in grado di vivere gli spazi comuni come vorrebbero, nella sicurezza e nella libertà che un tempo li accompagnava.
Per fare questo i cittadini chiedono che i servizi Caritas si limitino alla sola erogazione dei pasti o, in alternativa, che la sede venga spostata in un’altra zona.
Gli impegni dell’assessore Andrea Sanguigni
“Come sapete, io abito nel quartiere ed è mio interesse sistemare la situazione. Ma non vi dirò cose che non penso o che sono irrealizzabili, pur di ricevere facili consensi. Noi non stiamo con le mani in mano. Ci siamo già mossi, ma sappiamo che c’è ancora molta strada da fare. Noi vogliamo sì migliorare il decoro e la sorveglianza, ma soprattutto vogliamo implementare la presa in carico dei più fragili. Vogliamo aumentare i servizi rivolti agli ultimi.
Abbiamo già aperto il SAI, un Servizio di Accoglienza che permetterà di individuare e destinare tre appartamenti alle emergenze, così da prendere in carico le persone in eccedenza alla Caritas.
Vorremmo anche adibire un immobile a dormitorio, ma stiamo riscontrando delle difficoltà perché o i luoghi non sono idonei, nel senso che manca l’agibilità per essere adibiti a civili abitazioni, o perché i proprietari degli edifici non vogliono ospitare questo tipo di persone. In attesa di trovare un locale con i requisiti giusti, 16 persone che attualmente dormono nelle casette verranno trasferite in altri luoghi, tra Porto d’Ascoli, San Benedetto e Massignano. In tal modo i container attualmente ubicati nel giardino della Caritas verranno quasi completamente svuotati.
Io credo in una società più inclusiva. Se tutti facciamo la nostra parte, credo che la società sarebbe migliore”.
Gli impegni dell’assessore Lorenzo Vesperini
“Anche dal punto di vista della sicurezza si sta facendo molto per riportare il decoro e l’ordine nel quartiere.
Prima di tutto abbiamo previsto il pattugliamento all’interno dei Comuni periferici.
Poi abbiamo sottoscritto in Questura un accordo con la Prefettura per l’implementazione della videosorveglianza che riguarderà soprattutto questa zona. Saranno 4 i punti di ripresa.
Su nostra richiesta, è stata inserita anche una corsa in più per il trasporto pubblico.
A Settembre, infine, ci sarà anche l’implementazione della Polizia Locale con nuovi vigili urbani.
Stiamo facendo tutto quello che è nelle nostre possibilità, ma è necessaria la collaborazione tra tutti“.
Gli impegni dell’arcivescovo Gianpiero Palmieri
“Per quanto riguarda gli ospiti Caritas, mi sento di garantire per loro. Non si tratta di persone sconosciute, ma di persone che sono accompagnate, che stanno facendo un percorso e che, nella maggior parte dei casi lavorano. Sono quindi convinto che gli episodi di cui raccontante non li vede coinvolti. Su ciascuno di loro possiamo garantire.
Purtroppo un luogo Caritas, dove si viene accolti e dove c’è qualcuno che si prende cura degli ultimi, può essere attrattivo per chi cerca un luogo in cui abitare, un posto in cui mangiare, un rifugio in cui dormire. Di fronte a questo problema, ogni città cerca di rispondere come può, a seconda dei mezzi che possiede e di quanto il contesto richiede. La soluzione, quindi, non può essere quella di spostare la sede da un’altra parte. Il problema si ripeterebbe altrove. Quello che dobbiamo chiederci è: quale soluzione può funzionare? Certamente non ammassare tutti nello stesso dormitorio, perché si crea una situazione esplosiva.
Vi dico quello che abbiamo già fatto: la Caritas ha predisposto un servizio di sorveglianza interna dalle 20:00 della sera alle 5:00 del mattino, per controllare che nessuno entri all’interno della struttura. Qualora questo dovesse avvenire, la guardia giurata presente chiamerà la Forze dell’Ordine.
Quello che ancora possiamo fare, invece, è questo: sgombereremo le casette che erano state sistemate nel giardino durante la pandemia, così da limitare i posti letto a quelli presenti all’interno dell’edificio della struttura Caritas. Nei container in giardino non dormirà più nessuno.
Cinque di queste persone che attualmente dormono nelle casette verranno ospitate nell’episcopio, ‘a casa mia’, come qualcuno ha detto. Questo dovrebbe tranquillizzarvi e farvi comprendere che ripongo fiducia in loro.
Infine, per quanto riguarda il discorso economico accennato da qualcuno, faccio presente che la Caritas diocesana non prende fondi pubblici, ma si regge solo ed esclusivamente sulle offerte dell’8XMille alla Chiesa Cattolica.
Conclusioni
Sebbene i toni dell’incontro siano stati in alcuni tratti eccessivi e sopra le righe, tuttavia l’assemblea è stata un momento di confronto autentico e – ci si augura – proficuo. Tre i punti da sottolineare.
Prima di tutto la riconoscenza emersa nei confronti della Caritas diocesana. L’assessore Sanguigni ha più volte ringraziato la Caritas per il servizio di accoglienza degli ultimi, sottolineando che “in questi anni la Caritas ha fatto quello che il pubblico non ha fatto“. Anche l’assessore Vesperini ha ringraziato il vescovo Palmieri per la sua “presenza non scontata“, che invece fa comprendere che alla Chiesa stanno a cuore gli abitanti del quartiere.
In secondo luogo la distinzione tra ciò che avviene all’interno della Caritas, quindi in uno spazio privato, e ciò che avviene fuori, cioè in uno spazio pubblico. La Caritas può rispondere per i suoi ospiti, ma non per chi alberga fuori all’aperto.
Infine, va considerata la preoccupazione degli abitanti del quartiere, che negli ultimi mesi si sono trovati ad affrontare situazioni complesse. Il problema, dunque, non può essere sottovalutato, ma richiede risposte concrete.
In tal senso si sono attivati gli amministratori Sanguigni e Vesperini, insieme al vescovo Palmieri, presentando un piano d’azione articolato.
Tra le prime misure già avviate figura il decentramento degli ospiti, con l’accoglienza di cinque persone presso l’abitazione dello stesso vescovo Gianpiero.
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Buongiorno, visto che sono menzionato nell'articolo come portavoce del gruppo di Residenti Sicurezza e Decoro Quartiere Ponterotto, mi permetto di dire due parole. Intanto grazie per l'onestà usata nel fare l'articolo perché ci sono riportati tutti i punti, le promesse, e tutti i temi Affrontati. Va detto che il Vescovo ci ha dimostrato di come si tiene testa ad una riunione Costruttiva sicuramente ma in certi momenti molto calda. Purtroppo qui a Ponterotto la situazione si è sfasciata negli anni, e purtroppo ognuno a proprio modo ha accumulato negli anni davvero Paura, Angoscia, Senso di abbandono da parte delle istituzioni e poi non dimentichiamo ha dovuto combattere con reali problemi oggettivi dettati da episodi menzionati e discussi in Assemblea. Per cui mi sento di dire che adesso la cosa buona e che ci siamo visti, confrontati, parlati, il Vescovo sicuramente ci ha fatto capire che non è una persona che è venuta a fare la passerella anche perché sennò sarebbe andato via a metà Riunione, mentre è rimasto anche nel momento acceso per poi chiudere in maniera serena con noi la riunione. Il Comune nelle persone di Vesperini, Sanguigni e De Ascaniis ci ha messo la faccia con delle promesse e noi come residenti ci fidiamo e monitoriamo la situazione. Non è facile per nessuno, però un confronto era necessario e sono certo che se ci saranno più spesso, le cose andranno sempre meglio. Ancora grazie per l'articolo perché poteva tranquillamente essere fatto anche in un altro modo. Grazie a Carletta di Blasio per la chiacchierata di fine serata e per la sua trasparenza. Andiamo avanti perché vogliamo tutti la stessa cosa, il bene del prossimo e il ripristino del Quartiere a come era una volta. E poi come ho detto anche in fase di riunione sono certo che tutto il Quartiere Ponterotto non vede l'ora di organizzare degli eventi in Piazza della Libertà anche in collaborazione con enti Benefici, strutture e via dicendo, dopo che tutto sia stato ripristinato a livello di Sicurezza e Decoro.