(foto: Msf)

Medici senza frontiere (Msf) lancia l’allarme sulla violenza sessuale nell’est della Repubblica Democratica del Congo, dove le sue équipe hanno curato quasi 40.000 sopravvissuti nel solo 2024, e migliaia di nuovi casi già nel 2025. L’organizzazione denuncia un aumento costante degli abusi, soprattutto nei territori contesi del Nord e Sud Kivu, aggravato da insicurezza diffusa, sfollamenti e tagli ai fondi umanitari. A Goma, dove i campi per sfollati sono stati smantellati dopo l’avanzata dell’M23/Afc, Msf ha trattato circa 7.400 casi tra gennaio e aprile 2025, mentre a Saké, a ovest della città, i sopravvissuti sono stati oltre 2.400. Nel Sud Kivu, a Kalehe e Uvira, altri 700 casi sono stati registrati nello stesso periodo. La maggior parte delle aggressioni, secondo Msf, è avvenuta sotto minaccia armata e in contesti di totale impunità. “La violenza sessuale è una vera e propria emergenza medica”, dichiara François Calas, capo progetto Msf in Nord Kivu. “Donne e bambini non sono al sicuro da nessuna parte, nemmeno nei rifugi. E la carenza di medicinali aggrava la crisi”. Msf chiede con urgenza a tutte le parti in conflitto di garantire la sicurezza dei civili e l’accesso alle cure, esortando la comunità internazionale a non abbandonare i sopravvissuti nonostante i tagli ai finanziamenti.

(foto: Msf)

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