“In queste ore in Cisgiordania con il nostro team stiamo vivendo un ulteriore e grave peggioramento della situazione. Tutte le città risultano chiuse: una misura che, purtroppo, si ripete ogni volta che Israele conduce attacchi su larga scala”, in questo caso per la risposta da parte dell’Iran, che mette anche “la Cisgiordania a rischio diretto”. Lo ha dichiarato ieri Damiano Rizzi, presidente di Soleterre.
“Questa situazione sta avendo effetti devastanti anche sull’accesso alle cure. I nostri pazienti non possono uscire dalle città per raggiungere l’ospedale e molti medici e infermieri che non risiedono a Beit Jala non possono recarsi al lavoro. In un simile contesto, il diritto alla salute viene sospeso nei fatti, anche per i più vulnerabili, come i bambini malati di cancro. Come Soleterre stiamo valutando soluzioni alternative per garantire la continuità delle cure, tra cui la consegna di farmaci essenziali presso i dispensari locali o direttamente nei luoghi dove le famiglie si trovano confinate”, spiega Rizzi.
Nel frattempo, “la popolazione civile è nel panico. Il carburante, la farina e i beni di prima necessità stanno rapidamente terminando, a seguito dell’assalto ai supermercati alimentato dal timore di una nuova escalation militare. In questo scenario di assedio e paura, ribadiamo con forza un principio non negoziabile: il diritto alla cura non può essere sospeso. Mai. Nemmeno sotto le bombe. È responsabilità della comunità internazionale garantire immediatamente accesso umanitario sicuro, corridoi per l’assistenza sanitaria e protezione dei civili. Soleterre continuerà a operare al fianco delle vittime, difendendo la salute e la dignità dei bambini e delle loro famiglie, anche quando il mondo resta a guardare. Il diritto alla cura non è negoziabile. Mai”, conclude Rizzi.
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