DIOCESI – Si è concluso Venerdì 6 Giugno 2025, con l’assemblea di tutti gli iscritti presso la propria sede in San Benedetto del Tronto, l’Anno Accademico della Scuola di Formazione Teologica della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, che ormai da due anni vive di un respiro interdiocesano, accogliendo docenti e studenti anche della Diocesi di Ascoli Piceno.
Presenti per l’occasione mons. Gianpiero Palmieri, vescovo delle Diocesi del Piceno, don Lorenzo Bruni, direttore della Scuola di Formazione Teologica nonché docente di Trinitaria, la prof.ssa Francesca Benigni, vicepresidente della Scuola e docente di Catechetica, l’ing. Alessio Perotti, segretario della Scuola.
Presenti anche altri docenti della SFT: il prof. Giancarlo Brandimarti, docente di Storia della Chiesa; la prof.ssa Donatella Ferretti, docente di Antropologia Filosofica; la prof.ssa Margherita Gricinella, docente di Liturgia; il prof. Luca Marcelli, docente di Storia della Chiesa; la prof.ssa Giancarla Perotti, docente di Storia delle Religioni.
Presenti infine anche numerosi studenti che hanno frequentato assiduamente la Scuola durante l’anno accademico, tra i quali i candidati al Diaconato delle Diocesi del Piceno.
La serata si è aperta alle ore 19:00 con un momento di preghiera: gli studenti ed i docenti hanno preso parte infatti alla celebrazione dei Vespri nella Cappella Eucaristica della cattedrale Santa Maria della Marina.
Alle ore 19: 45 ha avuto luogo l’assemblea nella sede della Scuola in via Pizzi.
Il direttore don Lorenzo Bruni ha introdotto la serata ringraziando il vescovo Palmieri per la sua presenza, oltre che i docenti e gli studenti che hanno reso ricco ed intenso questo anno accademico. Il direttore ha poi riassunto brevemente il cammino percorso durante l’anno ed ha aperto un dibattito per ascoltare impressioni ed osservazioni sull’anno appena concluso e anche consigli e proposte per gli anni successivi.
A seguire il segretario Alessio Perotti ha condiviso con i presenti il risultato del sondaggio sottoposto all’attenzione di tutti gli iscritti. Il dialogo costruttivo avvenuto durante l’assemblea e gli stimoli emersi dal sondaggio, hanno evidenziato l’amore per la scuola, lo spirito di collaborazione per farla crescere e sviluppare sempre di più e la sua utilità per tutti i partecipanti. Qualcuno ha suggerito una scuola itinerante sul territorio interdiocesano, qualche altro nuove materie di studio, qualche altro ancora ha sottolineato la sua efficacia e la bella esperienza di apprendimento condiviso.
Al termine del dibattito, il vescovo Gianpiero Palmieri ha spiegato l’importanza degli studi teologici e i loro risvolti nella vita dei cristiani, sottolineando come le riflessioni teologiche possano cambiare le prassi pastorali. Per farlo ha raccontato la sua esperienza in Monzambico: “Fino a dieci anni fa, ho visitato circa trenta volte il Mozambico, perché a Roma ero parroco di una comunità che aveva un centro di solidarietà, una missione, proprio nel Paese sudafricano. Sapete come fanno le formazioni catechetiche in Mozambico? La Conferenza Episcopale Mozambicana ha organizzato tre grossi centri formativi: uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud. Considerate che il Mozambico è lungo tre volte l’Italia e fino a 10 anni fa aveva 25 milioni di abitanti, di cui 18 milioni sotto ai 20 anni. Meraviglioso! La nostra missione era inserita in un villaggio che, insieme ad altri 20 villaggi, faceva parte di una parrocchia, dove c’erano due preti. Ogni villaggio, quindi, era guidato da un gruppo di animatori catechisti e questi due preti che giravano per i 20 villaggi. Lì i laici avevano una ministerialità molto forte: c’era la ministerialità della Parola, quindi il catechista; c’era anche l’animatore liturgico, che guidava la Liturgia senza il prete; c’era l’animatore che animava la liturgia funebre, che quindi si occupava dei funerali; c’era l’animatore che guidava la commissione carità del villaggio; c’era la responsabile della commissione promozione della donna. In ogni villaggio, quindi, la Messa si celebrava una volta al mese; per il resto c’era una ministerialità molto diffusa. Chiaramente i laici, per essere così organizzati e preparati, facevano sei mesi di formazione al centro pastorale. Sei mesi interi. Si trasferivano lì con lo sposo, con la sposa e con i loro figli; abitavano in una casetta per l’intero periodo, coltivando un pezzo di terra e facendo altri lavori utili per la gestione della famiglia. Quando io sono andato lì con il mio gruppo di catechisti, mi sono vergognato della formazione dei miei catechisti! Noi, infatti, non siamo abituati a dare questa priorità alla formazione, che invece è molto importante. La Teologia pastorale, ad esempio, che è una cosa molto seria, dopo il Concilio ha avuto uno sviluppo molto importante: essa significa mettere insieme la vita della Chiesa e la riflessione teologica che cambia la prassi pastorale, in una dimensione di circolarità che è molto importante. È quello che poi di fatto facciamo tutte le volte che cambiamo la vita della Chiesa sulla base dei tempi mutati. La comprensione teologica della Chiesa, allora, diventa fondamentale! Al riguardo due documenti sono essenziali: le costituzioni del Concilio Vaticano II ‘Lumen Gentium’ e ‘Gaudium et Spes’. Quando noi studiamo alcuni trattati teologici – Ecclesiologia, Antropologia teologica, Cristologia, Sacramentaria, Liturgia, Parola di Dio – dobbiamo prendere i documenti del Concilio per avere la base su quello che la Chiesa ha capito di se stessa rispetto alla liturgia, alla Parola di Dio, all’uomo, alla Chiesa, ai Sacramenti. E quello che i papi o i vescovi hanno scritto dopo, spesso è un ulteriore approfondimento di quello che già c’era nel Concilio. È tanto interessante fare teologia, perché i nostri professori non si devono inventare niente di originale, bensì devono comprendere quel trattato lì e approfondirlo, spiegarlo, comprenderlo in tutta la sua ricchezza, perché i documenti del Concilio ancora sono insuperati. Anche papa Leone XIV si è reso conto di questo: è andato a Genazzano per pregare la Madonna del Buon Consiglio, quella del dono del discernimento. Davanti a quella Madonna sono andati a pregare Pio IX prima del Concilio Vaticano I, Giovanni XXIII prima del Concilio Vaticano II e adesso c’è andato Leone XIV. Non credo che voglia fare il Concilio Vaticano III! Però ha detto chiaramente ai cardinali di aver chiesto il dono del consiglio per mettere in pratica quanto emerso dal Concilio”.
Ottimi i numeri registrati dalla Scuola durante l’Anno Accademico 2024/2025. 15 i corsi che si sono tenuti: Storia delle Religioni (prof.ssa Giancarla Perotti); Catechetica (prof.ssa Francesca Benigni); Storia della Chiesa I (prof. Giancarlo Brandimarti); Storia della Chiesa II (prof. Luca Marcelli); Trinitaria (don Lorenzo Bruni); Mariologia (don Francesco Mangani); Cristologia (don Vincent W. Ifeme); Liturgia (prof.ssa Margherita Gricinella); Teologia Fondamentale (prof. Gian Luca Pelliccioni); Corpo Giovanneo (prof.ssa Francesca Russo); Teologia Arte I (prof. Andrea Viozzi); Introduzione all’Antico Testamento (don Emidio Santicchia); Introduzione al Nuovo Testamento (don Domenico Poli); Libri Profetici (don Domenico Poli); Antropologia Filosofica (prof.ssa Donatella Ferretti).
Gli studenti iscritti sono stati 36 e a breve, per chi lo vorrà, inizieranno i colloqui d’esame.
L’appuntamento si è concluso con un momento di convivialità, durante il quale è stato ricordato padre Giuseppe Crocetti, fondatore della Scuola di Formazione Teologica. Curata dai Padri Sacramentini per oltre quarant’anni, la Scuola continua oggi la sua opera nella nostra Chiesa locale sotto la diretta responsabilità del vescovo Gianpiero Palmieri, che la presiede, e di don Lorenzo Bruni, che la dirige.
L’offerta formativa è distribuita in tre anni: il primo di introduzione ai fondamenti, che rimane invariato nel tempo, il secondo e terzo anno caratterizzati da una alternanza annuale tra focalizzazione cristologica ed ecclesiologica.
Le lezioni si svolgono settimanalmente ed è raccomandata una assidua frequenza. Gli studenti sono invitati a sostenere dialogo-esami – comunque facoltativi – con i docenti, anche attraverso dei lavori scritti.
La scuola non rilascia titoli accademici validi per insegnamento della religione o per l’inserimento in Istituti Superiori di Scienze Religiose o Teologici. Alla fine del triennio viene comunque consegnato allo studente un Attestato di Partecipazione. Gli studenti che sosterranno almeno 6 esami nel corso del triennio, riceveranno un diploma di cultura teologica.
Gli studenti ordinari sono quelli che, iscritti, partecipano a tutte le lezioni. Si accolgono volentieri anche iscrizioni di studenti straordinari, i quali scelgono di partecipare a uno o più corsi specifici.
0 commenti