Di Bruno Desidera

Fervono i preparativi a Eten, in Perù, per quello che si prospetta essere un 2 giugno particolare. Qui, il 2 giugno 1649, secondo le molte testimonianze raccolte dal notaio ecclesiastico Fernando de la Carrera, nell’archivio dei francescani di Lima e confermate da una lunga storia di devozione, si verificò un singolare miracolo eucaristico. Il miracolo si rinnovò in una seconda occasione, il 22 luglio, giorno della festa di Santa Maria Maddalena, cui è dedicata la chiesa parrocchiale del luogo. Affacciata sulla costa del Pacifico, Eten dista una ventina di chilometri dal capoluogo e risiede nella diocesi di Chiclayo che dal 2014 al 2023 è stata sotto la guida dell’allora vescovo Francis Robert Prevost. Eten è considerata in Perù “Città eucaristica” (esiste anche una proposta di legge per assegnarle questo titolo) e oggi si appresta a vivere ancora una volta, come ogni 2 di giugno, l’anniversario di questo avvenimento. Stavolta però l’evento ha un sapore particolare. Esso cade infatti a meno di un mese di distanza dall’elezione di Francis Robert Prevost a Papa Leone XIV. Da vescovo di Chiclayo, qui lo ricordano tutti con affetto e gratitudine. Egli aveva infatti dato un grande impulso a questa devozione eucaristica, sentita e popolare. Oggi, con l’elezione al pontificato, i cittadini e i pellegrini sentono riaccendersi la speranza che il miracolo venga finalmente riconosciuto e che possa nascere un santuario dedicato alla devozione popolare. Già nel 2019, l’allora vescovo di Chiclayo si era recato in Vaticano per chiedere il pieno riconoscimento di tale miracolo e consegnare a Papa Francesco lettere scritte a mano dai fedeli, testimonianze di una fede viva. Inoltre, in qualità di pastore della diocesi, aveva lanciato anche il progetto di costruzione di un santuario eucaristico, che, se realizzato, sarebbe il primo del Perù. Un’idea che al momento, però, non ha ancora trovato attuazione nei fatti. A parlarci di questa vicenda, e della sua importanza per la diocesi di Chiclayo, è padre José Antonio Jacinto Fiestas, professore di Storia della Chiesa nel Seminario e all’Università Cattolica Santo Toribio di Mongrovejo. Tra i suoi numerosi servizi pastorali, riveste anche l’incarico di direttore del locale Istituto ecclesiastico di Teologia e rettore del santuario di Nostra Signora della Pace.

Il duplice miracolo nel 1649. “La parrocchia, nel 1649, era composta in gran parte da indigeni mochicas, che erano seguiti dai frati francescani – racconta il sacerdote -. Il primo evento miracoloso avvenne il 2 giugno, dopo il canto dei Vespri, quando nell’ostia, che stava per essere riposta nel tabernacolo, apparve l’immagine del Bambino Gesù, che fu vista dai fedeli. In tre settimane, il notaio ecclesiastico raccolse le testimonianze relative a quanto era accaduto. Il 22 luglio, in occasione della festa di Santa Maria Maddalena, ci fu una grandissima affluenza di fedeli, attratti dalla notizia di quanto era accaduto qualche settimana prima. Dopo la messa, ci fu la processione eucaristica. Quando tornarono, i frati videro delle macchie, e pensarono in un primo momento a un difetto di fabbrica. Poi, mentre stava controllando un’ostia non consacrata, un altro francescano vide quanto accadeva, e decisero di andare con gli altri due francescani a prendere il Santissimo e metterlo nel tabernacolo. Da quel momento videro per alcuni minuti il busto del Bambino Gesù, e, subito dopo, tre cuori più bianchi rispetto all’ostia, a simboleggiare la Trinità. Anche in questo caso, le testimonianze vennero raccolte entro tre settimane”.

La devozione è proseguita nei secoli e nel 2000, “il vescovo Jesús Moliné Labarte, immediato predecessore di Prevost a Chiclayo, commissionò una ricerca molto approfondita, che mi fu chiesto di coordinare. Quando mons. Prevost fu nominato vescovo, fu subito d’accordo nell’incentivare questa devozione. Nacque, così, anche il progetto del santuario e fu fatta la richiesta a Papa Francesco, perché il Vaticano riconoscesse il miracolo”. Vale la pena di sottolineare che quanto accaduto a Eten è anche contenuto nella rassegna di miracoli eucaristici elaborata dal beato Carlo Acutis, che sarà presto canonizzato. E, proprio di recente, una reliquia di primo grado del beato Acutis è stata accolta nella chiesa di Santa Maria Maddalena.

L’attenzione del vescovo Prevost. L’attenzione del vescovo Robert Prevost per il miracolo eucaristico non fu, certamente, un fatto isolato, ma parte integrante della sua attenzione pastorale. “Egli si rese conto – prosegue padre Jacinto Fiestas – della profondità che la devozione eucaristica aveva per quel ‘santo pueblo fiel’, il ‘popolo santo fedele’ che ha citato nel suo primo saluto dopo l’elezione. Una devozione radicata nelle cinquanta parrocchie della diocesi. Per esempio, nella cattedrale di Chiclayo esiste la bella pratica dell’adorazione perpetua, l’attenzione all’eucaristia si concretizza in una assidua vita sacramentale da parte di molti fedeli, con molte confessioni, una bella partecipazione alla messa quotidiana… Sempre, il vescovo Prevost si è mostrato contento e grato di questa specificità. In un’occasione, venne organizzata, e toccò a me coordinarla, una grande processione che finì nello stadio cittadino, che ha una capienza di 18 mila persone”.

L’attività del comitato locale. Il sacerdote evidenzia che anche da parte dell’attuale vescovo, mons. Edinson Farfán Córdova, c’è la volontà di dare impulso al riconoscimento e alla devozione relativi al duplice miracolo eucaristico. Resta, anche la volontà di costruire il santuario del Divin Bambino del Miracolo eucaristico, in un terreno messo a disposizione dalle autorità, vicino al luogo dove si verificò il miracolo, che sorge vicino all’oceano, nella periferia dell’attuale abitato. Per recuperare almeno parte dell’originaria cappella, servono degli scavi archeologici. Un cammino complesso, finora bloccato da una controversia giudiziaria tra la diocesi e un piccolo gruppo di vicini, assieme a dei “falsi sacerdoti”, non riconosciuti da alcuna Chiesa, che hanno preso possesso dell’attuale cappella, che sorge nel luogo del miracolo. Persone che furono, nel 2018, pubblicamente affrontate dal vescovo Prevost, che, pure, fu sempre aperto al dialogo. Ciò che è certo è che oggi è in corso un procedimento giudiziario, e il caso è pendente presso la Corte superiore di giustizia del Lambayeque, la regione di cui Chiclayo è capoluogo.

Ma a Eten ci si aspetta che la situazione si sblocchi, come spiega la giornalista Jesús León, che coordina il comitato che nella parrocchia di Santa Maria Maddalena promuove l’attenzione al miracolo eucaristico: “Papa Leone XIV ha piantato un seme importante, che noi cerchiamo di coltivare. Dopo la sua elezione, c’è stata molta curiosità, qui sono arrivate molte persone. L’importante, però, è approfondire in modo corretto la devozione per l’eucaristia. Noi, come gruppo locale, abbiamo elaborato alcuni strumenti formativi, dei libretti, dei giochi, un’agenda. Sono stata a un incontro a Lima, e ho riscontrato molta curiosità, così come al Congresso eucaristico internazionale di Quito, lo scorso anno. Certo, siamo molto addolorati che un luogo santo venga maltrattato, e speriamo che questa situazione si risolva”.

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