Di Luca Antonini

DIOCESI – Nel cuore verde di Valledacqua, immersi nel silenzio e nella bellezza del creato, diaconi, candidati al diaconato e le loro famiglie si sono ritrovati per un ritiro spirituale guidato dal Vescovo. Tema centrale dell’incontro: la conversione come frutto della Pasqua, intesa non come punto di partenza, ma come risposta al dono gratuito della Grazia.

Il Vescovo ha subito chiarito un punto essenziale, capovolgendo una logica umana diffusa: “Non è che prima ci convertiamo e allora Dio ci dona la sua Grazia. È il contrario: è Dio che per primo ci dona la sua Grazia, e solo come frutto di questo dono noi possiamo convertirci”. Un invito forte a lasciarsi amare da Dio senza la pretesa di “meritare” nulla, perché tutto è grazia.

A fondamento della riflessione, la lettura del capitolo 3 della Lettera ai Filippesi, dove Paolo racconta la sua trasformazione radicale: da osservante della Legge a discepolo appassionato di Cristo. “Ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore”. Parole che il Vescovo ha proposto come chiave per comprendere ogni autentico cammino di conversione.

Successivamente, il Vescovo ha proposto la meditazione dell’omelia di Benedetto XVI sulle tre conversioni di Sant’Agostino, pronunciata a Pavia il 22 aprile 2007. In quell’omelia, il Papa descrive le tre tappe della conversione di Agostino: la prima, l’accettazione della fede cristiana; la seconda, l’impegno nella vita monastica e comunitaria; la terza, la conversione continua fino alla fine della vita, nella ricerca incessante di Dio .

I partecipanti sono stati invitati a meditare profondamente sulla propria vita, riconoscendo i passaggi del Signore e le conversioni vissute. Successivamente, hanno condiviso le loro riflessioni in piccoli gruppi, creando un clima di ascolto e fraternità. Il clima era denso di commozione per la profondità della condivisione di quei passaggi della propria vita, dove ognuno di noi aveva sperimentato la gratuità totale della Grazia e della Misericordia di Dio.

Il Vescovo ha poi proposto una riflessione comunitaria: alla luce del nuovo pontificato di Leone XIV, quali conversioni è chiamata a vivere oggi la Chiesa? Un invito a discernere i segni dei tempi e a rinnovare l’impegno ecclesiale in questo tempo propizio. Dopo aver ascoltato tutti, il vescovo ha indicato le tre possibili conversioni a cui la Chiesa è chiamata:

La prima è la Conversione Missionaria: il Signore Risorto ci invita ad uscire dai Cenacoli, mettendo il focus sul Primo e sul Secondo Annuncio, mettendoci però nell’atteggiamento dell’ascolto. La seconda è la Conversione alla Sinodalità: sempre con la road map degli Atti degli Apostoli, cioè quello di essere una comunità in ascolto della Parola che cerca il consenso della Fede come il Signore ci ispira. L’atteggiamento di questa conversione è quello del discernimento comunitario. Molto indicativo, il fatto che Papa Leone, appena eletto, sia andato a Gennazzano per pregare dinanzi alla Madonna del Buon Consiglio, per chiedere proprio il dono del discernimento. Infine la terza è la Conversione alla Formazione, stando però attenti alla logica del “prima ci si forma e poi di fa” altrimenti si rischia di non partire mai. Il focus e l’atteggiamento sono ancora da individuare, magari con il dono del discernimento comunitario da vivere negli organi di partecipazione ecclesiali.

La giornata si è conclusa con una cena fraterna, momento conviviale che ha rafforzato i legami tra i partecipanti e ha suggellato un’esperienza di profonda comunione spirituale.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *