DIOCESI – Il giallo intenso del sole che fa capolino lungo la linea dell’orizzonte, l’arancio del cielo che si tinge di fuoco ai primi raggi del mattino, l’azzurro striato dal mare che prosegue incessantemente il suo sciabordio, il bianco della cresta delle onde che si infrangono lungo gli scogli, il rosa del riverbero delle imbarcazioni sulla lastra cristallina del mare: sono questi i colori della tavolozza di Dio, il Pittore che ha dipinto il Creato, e che Sabato 30 Maggio 2025, alle ore 5:00, in molti hanno potuto ammirare passeggiando sul lungomare di San Benedetto del Tronto, grazie all’iniziativa organizzata dagli Uffici di Pastorale Sociale, del Lavoro e della Cura del Creato delle due Diocesi del Piceno per celebrare il decimo anniversario dell’enciclica Laudato Si’ di papa Francesco.
Si è trattato di un’alba di contemplazione e riflessione che ha registrato la partecipazione di mons. Gianpiero Palmieri, vescovo delle Diocesi del Piceno, di Franco Veccia, delegato regionale per la Pastorale Sociale, del Lavoro e della Cura del Creato delle Marche, nonché direttore del medesimo Ufficio per la Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto e di don Giuseppe Capecci, assistente spirituale diocesano delle ACLI (Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani) per la Diocesi di Ascoli Piceno nonché direttore dell’Ufficio PSL per la Diocesi di Ascoli Piceno.
Presenti anche i presidenti di movimenti ed associazioni vicine ai lavoratori, del mondo cattolico e non, oltre ai fedeli provenienti da varie località, in rappresentanza delle numerose parrocchie delle Diocesi del Piceno.
Lungo la camminata, che si è svolta dal Monumento del Pescatore fino a Punta Molo Sud, i partecipanti hanno avuto modo di meditare dieci passi tratti dall’enciclica di Bergoglio, grazie non solo alle riflessioni preparate da alcuni componenti dall’Equipe di PSL, ma anche alle considerazioni che lo Spirito Santo ha ispirato ai presenti e che sono emerse spontaneamente lungo il tragitto.
Attuali ed impegnativi i temi affrontati: dalla crisi ecologica e sociale all’interconnessione tra ambiente e società; dalla responsabilità personale al ruolo della politica nella cura della Casa Comune; dalla necessità di un’ecologia integrale, che includa la cura per l’ambiente, la giustizia sociale e la spiritualità, fino all’invito, rivolto a tutti gli ospiti del Pianeta, ad impegnarsi personalmente e collettivamente per promuovere una visione integrale e sostenibile del mondo e per mettere in campo azioni responsabili e ragionevoli.
Al termine della passeggiata, in un clima di pace e distensione, sia fisica che spirituale, il vescovo Gianpiero Palmieri ha detto: “È stato molto bello vivere questo momento stamattina: non mi riferisco solo all’aver avuto l’occasione di riflettere sull’enciclica Laudato si’ a dieci anni dalla sua pubblicazione, ma anche ad aver avuto la possibilità di farlo in questo luogo e provenendo da realtà così diverse.
Questo Molo Sud ha un piccolo faro, che, insieme a quello del Molo Nord, stabilisce dei confini attraverso i quali le imbarcazioni possono raggiungere il fondo. Questa immagine ci ricorda come l’enciclica Laudato si’ ci dia, proprio come fanno questi fari, degli importanti punti di riferimento, degli orientamenti che indicano la via da percorrere, oltre i quali si rischia di creare dei problemi, dei problemi seri. Avere delle vie di orientamento non significa arginare la libertà. Al contrario, c’è spazio per tutti, il mare è aperto. Ma significa essere consapevoli di ciò che danneggia, di ciò che rovina, di ciò che non custodisce e soprattutto di ciò che garantisce il futuro per noi e per gli altri“.
Riferendosi poi agli ultimi tempi, così devastati dalla guerra, mons. Palmieri ha aggiunto: “Quando noi ascoltiamo le parole dell’enciclica o i discorsi sull’ecologia integrale, ci sembra che improvvisamente il mondo sia cambiato e che i problemi siano diventati altri. In realtà no: non ci sono altri problemi. Questi sono i problemi e questa è la strada del futuro; però, nella babele della comunicazione globale, quello che improvvisamente diventa importante sembra altro. E lo è oggettivamente, ma non deve farci dimenticare che le prospettive dell’ecologia integrale sono esattamente quelle che ci aspettano, quelle su cui lavorare. È importante che non siano gli eventi bellici a decidere di rimandare gli appuntamenti presi o a giustificare il continuo riarmo da parte dei Paesi che sono belligeranti o a far saltare le regole o le istituzioni che garantiscono a livello internazionale la pace, l’esercizio della giustizia e la custodia del bene comune.
Allora davvero siamo in una fase un po’ delicata, in cui non dobbiamo smettere di sentire che c’è una Luce che ci orienta, che ci è stata indicata una strada comune da attraversare, che – come vedete – impegna tutti noi. Ci impegna nei gesti quotidiani che prima venivano ricordati. Ci impegna a livello politico, a livello planetario. Ci impegna a tutti i livelli, perché siano scoraggiati quei comportamenti che invece favoriscono gli interessi soltanto di parti, di qualcuno. Ci impegna perché siano invece garantiti quei cammini che garantiscono il bene di tutti”.
Il vescovo Gianpiero, infine, sottolineando come con l’elezione di papa Leone XIV ci sia stata una continuità rispetto a quello che veniva insegnato da papa Francesco, ha concluso: “È stato un passaggio molto importante. Non solo per i cristiani, per i cattolici, ma per il mondo intero. C’è una continuità di insegnamento, c’è una solidità di punti di riferimento. Ci sarà sempre qualcuno, in un angolo della terra, che sia vestito di bianco o no, che alzerà la voce per dire che si sta girando in largo verso una direzione pericolosa, che si sta abbandonando la luce di un molo che garantisce un cammino sicuro, per andare a finire non si sa bene dove. Quello che dobbiamo chiedere, allora, è che ci sia davvero una condivisione, uno sforzo collettivo da parte di tutti”.
L’appuntamento si è chiuso con una preghiera di lode al Signore Dio, Uno e Trino, affinché ci insegni a contemplare la bellezza dell’universo e a risvegliare la nostra gratitudine al Padre, che ha plasmato tutte le creature, al Figlio, che si è fatto parte di questa terra e ha guardato questo mondo con occhi umani, e allo Spirito Santo, che vive nei nostri cuori per spingerci al bene e, con la sua luce, orienta il mondo verso l’amore.
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