MARTINSICURO – “È una gioia essere qui questa sera ed è una gioia ascoltare questa Parola di Gesù. ‘Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete la mia Parola, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato la Parola del Padre e rimango nel suo amore. E tutto questo io vi ho detto, perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena’. Qui c’è qualcosa che ha a che fare, quindi, con la gioia che possiamo sperimentare qui sulla terra. Lo sappiamo bene, è la gioia dell’amore. È quella gioia particolare che si prova quando per qualcuno esistiamo e qualcuno esiste per noi; quando tra noi e qualcuno c’è un rapporto di amore intenso; quando ci vogliamo bene; quando tra noi esiste un legame profondo, un legame di amore. Un amore forte, un amore intenso. In quel momento la gioia per noi è profondissima. Si costruisce qualcosa che sappiamo attraversa il tempo, attraversa anche lo spazio, perché, anche se siamo lontani, sapere che c’è qualcuno che amiamo anche a chilometri di distanza ci riempie lo stesso il cuore di gioia. E forse possiamo dire che supera la barriera della morte, perché, anche quando qualcuno che amiamo non c’è più fisicamente accanto a noi, forse nella fede lo sentiamo vicinissimo e molto presente. C’è un grande poeta portoghese, Fernando Pessoa, che sosteneva che dire a qualcuno ‘Ti amo’ significa dirgli ‘Tu non morirai, perché tu per me ci sarai sempre’. Questo è quel tipo di amore che Rita conosceva bene“.
È con queste parole che il vescovo Gianpiero Palmieri ha iniziato la sua omelia durante la Celebrazione Eucaristica da lui presieduta ieri sera, 22 Maggio 2025, alle ore 21:00, presso piazza Santa Rita in Martinsicuro, in occasione della festa in onore della santa di Cascia. Con lui hanno concelebrato la Santa Messa don Anselmo Fulgenzi e don Silvio Giampieri, rispettivamente parroco e vicario parrocchiale delle comunità Sacro Cuore di Gesù e Santa Teresa di Calcutta.
Presente anche il sindaco Massimo Vagnoni, che ha portato a termine l’iter per intitolare a Santa Rita l’omonimo slargo del quartiere, un gesto formale ed ufficiale che conferma una devozione popolare già molto sentita: fin dalla sua edificazione, infatti, quello spazio cittadino è sempre stato identificato dai Martinsicuresi con Santa Rita.
Il segreto della vita del discepolo: l’esempio di Rita
Ha poi proseguito il vescovo Gianpiero: “Gesù dice tutto questo, svelando il segreto della vita di un discepolo. Un discepolo mio, un discepolo del Padre è uno che è capace di vivere, per dono di Dio, nell’amore. E questo gli procura una gioia e una serenità straordinaria. È bello vivere questo nella fede! Come la viviamo nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità parrocchiali, lo impariamo fin da piccoli. Quando cioè sentiamo che nella fede sperimentiamo qualcosa che ha a che fare con l’amore e con la gioia. Sappiamo bene anche che, crescendo, pensiamo di diventare più grandi e diventiamo più scettici. L’amore non esiste, la gioia dura poco, soltanto poche esperienze di felicità, molto frammentarie. L’amore forse è più che un’illusione, è un frammento d’amore, talvolta un po’ intenso, quando siamo presi da qualche passione, ma niente di più. Invece l’amore è qualcosa di molto solido, di molto forte. Lo sapeva anche Rita, sapete? Perché Rita, quando era giovanissima, ha vissuto il suo matrimonio come una violenza, come tante donne che vivevano il matrimonio in maniera forzata e concordata, quando avevano appena dodici anni. E sforna figli. Poi, ad un certo punto capisce che quest’uomo, un po’ burbero, un po’ violento, in fondo non era un uomo cattivo, e paradossalmente, stranamente, costruisce un rapporto d’amore con lui. E poi quest’uomo muore, così come le muoiono i figli e Rita decide di consacrarsi al Signore, come religiosa. Capite quanto è appassionata Rita?! E per lei il rapporto con il Signore viene prima di ogni cosa, fino al punto di pregare il Signore in questo modo: ‘Se questi si devono rovinare la vita, se questi devono finire in un tunnel, come quando un figlio si rovina da solo con la droga o con la criminalità, Signore, è meglio che te li prendi’. Ci vuole coraggio a dire preghiere del genere. Bisogna essere molto innamorate, piene d’amore, direi, d’amore per il Signore, d’amore per i propri figli. Rita ha un cuore enorme, un cuore enorme. Rita non è una fredda monaca di clausura. La spina che le si conficca nella fronte e il sangue che ne esce dicono un sangue caldo di donna piena d’amore, madre, sposa, religiosa, tutto. Rita è stata tutto. Tutto quello che si può scegliere quando si ama il Signore e quando lo si segue per davvero”.
Sperimentare la gioia dell’amare: la preghiera per Martinsicuro
Ha infine concluso mons. Palmieri: “Quello che chiediamo al Signore è proprio questo. Aiutaci ad essere innamorati della vita, appassionati per Martinsicuro, innamorati e appassionati per il futuro dei nostri ragazzi. Aiutaci ad amare il Vangelo, Signore. Aiutaci ad amare la pace. Aiutaci ad amare la giustizia. Aiutaci ad amare la comunità cristiana. Aiutaci ad amare le persone che abbiamo intorno. Aiutaci ad amare i poveri. Aiutaci ad amare tutti. Aiutaci ad amare. Non ci va, Signore, di tirare un giorno la somma della nostra vita e dire la frase amara e tagliente che dice un adolescente deluso nel celebre film della regista Archibugi: ‘Tanto al mondo, nessuno ama nessuno’. Rita gli avrebbe dato due schiaffi e gli avrebbe detto: ‘Adesso vieni con me, ti insegno io ad amare’. Così dobbiamo fare noi, insegnare ad amare, far sentire la bellezza dell’amare, far sperimentare la gioia dell’amare, di vivere con passione, tanta passione e tanta determinazione. Che il Signore ci dia questa grazia, una grande grazia!”.
Al termine della Messa, i fedeli hanno portato la statua della Santa in processione per le vie del quartiere Santa Rita, in compagnia della Banda della Città di Ancarano. Molte le autorità civili e militari presenti che sono state ringraziate dal presidente del Comitato di Quartiere Santa Rita, Salvatorino Puglia.
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