“Ogni genitore conosce la sensazione che si prova quando il proprio figlio è in pericolo, a disagio o soffre. È una sensazione insopportabile anche solo per pochi istanti, e i genitori di Gaza stanno vivendo questa esperienza ogni singolo giorno degli ultimi 19 mesi”: lo dichiara Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia: “Ora dobbiamo chiederci: quando sarà abbastanza? Non accetteremmo mai questo per i nostri figli, e l’Unicef non accetterà mai e poi mai questo per i bambini del mondo. Quindi noi continueremo a dire basta, a chiedere di fermare i combattimenti e permettere l’arrivo degli aiuti, a liberare gli ostaggi e a consentirci di offrire ai bambini di Gaza un barlume di speranza”.
“La realtà è che per i bambini e le famiglie di Gaza non c’è via di scampo, non possono andarsene, non possono fuggire in cerca di sicurezza per i loro figli, questa la differenza con altri contesti del pianeta dove a causa delle guerre si può scappare. Loro no, sono intrappolati. E quindi noi, l’Unicef, tutti coloro che possono aiutare, dobbiamo essere in grado di raggiungerli dove sono come ogni giorno dicono i nostri team in loco. Vi prego è tardi non lasciamoli soli”, conclude.
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