Di Simone Incicco
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La recente rissa tra persone non autorizzate presso la Caritas della diocesi di San Benedetto del Tronto ha suscitato preoccupazione e dibattito nel quartiere.
Tuttavia, è importante affrontare questa situazione con realismo e comprensione, riconoscendo che una problematica complessa come questa non può essere risolta con facili slogan o soluzioni temporanee.
La Caritas ha da tempo instaurato un dialogo costante con il quartiere e le istituzioni locali per gestire al meglio l’accoglienza delle persone più vulnerabili, in particolare con il prefetto, il comune e le forze dell’ordine, che sono periodicamente aggiornate sulla situazione dei non autorizzati.
Le misure di sicurezza adottate includono il potenziamento della recinzione, l’installazione di videosorveglianza e il coinvolgimento di un servizio di sicurezza privata che ogni notte monitora l’area, tutto a carico della Caritas.
Nonostante queste azioni, la situazione resta difficile e non mancano le critiche. È comprensibile che i residenti del quartiere abbiano delle preoccupazioni e che le manifestino.
Dobbiamo anche riconoscere che la Caritas non opera per scopo di lucro.
La sua missione è puramente di servizio, un impegno che si fonde con lo spirito cristiano di accoglienza e carità.
Quando le istituzioni non riescono a rispondere ai bisogni dei più fragili, la Caritas è intervenuta dove c’era un vuoto, offrendo rifugio a chi ne aveva bisogno.
Il tema della chiusura della struttura, invocata da alcuni cittadini, solleva una domanda fondamentale: dove andrebbero queste persone?
Se venisse meno questo punto di accoglienza, la città si troverebbe ad affrontare un fenomeno diffuso e incontrollato di persone in difficoltà, che non si limiterebbe al quartiere Ponterotto, che ribadiamo ha le sue ragioni, ma si estenderebbe a tutta la città.
La Caritas, ogni giorno, fornisce centinaia di pasti, assistenza sanitaria, pacchi viveri, e accoglie persone vulnerabili in uno spazio che diventa essenziale per chi vive ai margini della società.
Se la struttura venisse chiusa, dove andrebbero tutte queste persone? Sarebbero in grado le istituzioni di affrontare questo mare di bisogno?
Le forze politiche devono riflettere su come strutturare soluzioni a lungo termine che rispondano efficacemente alle necessità degli ultimi e delle periferie, come quelle del quartiere Ponterotto. Non basta una risposta emergenziale: servono politiche durature che possano integrare queste persone in modo dignitoso e sostenibile.
La Chiesa, come ha sempre fatto, lavora nel silenzio e continua a essere in prima linea, operando con l’amore per Cristo che si manifesta nel prossimo. Tuttavia, non può essere lasciata sola o peggio colpevolizzata per questo servizio.
La politica deve essere pronta a offrire risposte concrete, per sostenere chi si trova in difficoltà, e per garantire una convivenza serena e rispettosa per tutti i cittadini.
La Caritas di San Benedetto del Tronto, come ha sempre fatto, continuerà a svolgere il suo ruolo di sostegno, ma ha bisogno della collaborazione di tutti, in primis delle istituzioni, per affrontare le sfide quotidiane e progettare un futuro di inclusione, solidarietà e coesione sociale.
I servizi della Caritas e i numeri
Mario Antonio Sforza
Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie, Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie......
Carlo Brunori
complimenti per l'equilibrio e la lucidità dell'articolo in una società alla rincorsa di privacy e sicurezza e sempre più egoista ed egocentrica fare attività come quelle della Carità è sempre più difficile; speriamo in un futuro migliore
Enrica Grilli
il compito che svolge la Caritas in ogni paese, città è di vitale importanza per coloro che non hanno altri aiuti e sono anche sfruttati. Non è solo aiuto Cristiano ma umano . Chiudere un qualsiasi centro significherebbe gettare molte vite in mezzo alla strada.
Marcellino
quindi fatemi capire....la caritas non si chiude altrimenti questi vagano per sbt e magari portano problemi ad altri quartieri? e chi siamo noi? quartiere di serie b tipo il bronx?
Giuseppe
l'accoglienza verso gli emarginati è nobile ed essenziale!..Ma il problema è che chi frequenta la caritas non è solo emarginato bisognoso di assistenza. Ma sicuramente è frequentata da immigrazione irregolare e senza freni. Io consiglierei di selezionare i bisognosi chiudendo l'attività in loco ed aiutando in altro modo ed altra sede chi ha bisogno. È un grave problema che va affrontato prima di eventi estremi . Saluti