GROTTAMMARE – Domenica 4 maggio si è svolta la consueta Messa mensile della Confraternita dell’Addolorata. A presiedere la celebrazione il Sacerdote collaboratore dell’Unità Pastorale di San Pio V e San Giovanni Battista di Grottammare, Don Joseph Bahane. “Questa pagina del Vangelo – ha sottolineato Don Joseph, è piena di simbologie”. Dal Vangelo secondo Giovanni , Gv 21,1-19, quando Gesù si manifestò ulteriormente ai discepoli dopo la Pasqua sul mare di Tiberiade. Erano Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due , quando si decise per una pesca notturna, infruttuosa. All’alba Gesù che li aveva visti sconsolati e affamati, li incoraggiò a pescare di nuovo, dando loro indicazioni, ma non era ancora stato riconosciuto. Pescarono 153 grossi pesci, allora Giovanni riconobbe Gesù e lo annunciò gioioso agli altri. “153 pesci – ha spiegato Don Joseph – sono un numero simbolico che indica tutti i popoli della Terra, l’uscire per andare a pesca simboleggia l’evangelizzazione, quindi aver avuto una pesca fruttuosa sulle indicazioni di Gesù significa aver evangelizzato e donato la Salvezza a tutti i popoli della Terra”.

Quella notte di gioia serbava ancora una sorpresa: un bel falò sulla spiaggia con la brace pronta, pesce arrostito e pane e il tenero invito di Gesù a mangiare assieme e portare anche un po’ del pesce appena pescato. “C’è un’altra simbologia– ha spiegato Don Bahane – quella della condivisione di ciò che si ha. Il cristiano non può tenere per se’ Gesù Cristo, ma lo deve donare agli altri, come quel pesce appena pescato che va aggiunto alla cena”.

Dopo quel pasto felice, con Gesù e i Discepoli, c’è un dialogo tra il Maestro e Pietro: Gli chiede per tre volte se Pietro lo ama, come le tre volte che lo stesso rinnegò Gesù nella Settimana della Passione. “Anche qui c’è una ulteriore simbologia – ha spiegato Don Joseph Bahane perché il verbo greco che usa Gesù per significare “Amare”, è un amore totalizzante, oblativo, di donazione gratuita senza ricevere nulla in cambio, invece quello con cui risponde Pietro ha un significato più limitato, come un “volersi bene” tra colleghi o tra amici, nulla più. Dunque Gesù insiste perché chiama Pietro ad un amore totalizzante, più profondo, un Amore “tutto o niente”.. e alla fine Pietro comprende e accetta, di pascere gli agnelli, ossia di condurre la Chiesa in terra. Aggiungo infine che la cena di quella notte rappresenta l’Eucarestia, Gesù che torna tra noi durante la Consacrazione del Pane Eucaristico. Lui è vicino a noi, anche se non lo riconosciamo fisicamente, lui c’è con noi”.

Una bella celebrazione che si svolgerà nuovamente il prossimo mese, alla prima domenica. Grazie a Don Joseph per il suo prezioso contributo sulla simbologia profondissima del Vangelo.

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