“Assistiamo da anni a una strisciante diffusione di pratiche autoritarie, alimentate da leader candidatisi o eletti con l’intenzione di essere agenti di distruzione. Ci hanno trascinato in una nuova era di agitazioni e crudeltà ma tutte le persone che credono nella libertà e nell’uguaglianza devono coalizzarsi per contrastare gli attacchi sempre più estremi al diritto internazionale e ai diritti umani universali”. Lo ha sottolineato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International nel giorno in cui l’Ong diffonde il Rapporto 2024-2025 che, oltre all’escalation dei conflitti armati, denuncia azioni inadeguate per fronteggiare il collasso climatico e passi indietro globali nella difesa delle persone migranti e rifugiate, delle donne e delle ragazze e delle persone Lgbtqia+.
Tra le situazioni analizzate da Amnesty International quelle della Striscia di Gaza, del Bangladesh, del Mozambico, della Turchia, della Corea del Sud, del Sudan, del Myanmar, della Siria, dello Yemen e della Repubblica democratica del Congo. “Dopo aver aperto la strada verso il disordine, venendo meno al rispetto universale delle regole, la comunità internazionale ora deve assumersene la responsabilità”, ha commentato Callamard, secondo cui “il costo di questi fallimenti è gigantesco: la perdita di protezioni vitali sorte per salvaguardare l’umanità dopo gli orrori dell’Olocausto e della Seconda guerra mondiale. Nonostante le molte imperfezioni del multilateralismo, la sua fine non rappresenta alcuna risposta. Al contrario, dovrebbe essere rafforzato e reimmaginato”. Inoltre, il Rapporto 2024-2025 di Amnesty International contiene “evidenti prove che il mondo sta condannando le future generazioni a un futuro ancora più duro a causa dei fallimenti collettivi nel contrastare la crisi climatica, nell’invertire le sempre più profonde ineguaglianze e nel porre un freno al potere delle imprese”.
L’Ong denuncia poi attacchi all’uguaglianza e all’identità di genere e ritiene “vitale” uno sforzo per rafforzare la giustizia internazionale.
“Nonostante possano essere demoralizzanti, queste sfide non rendono inevitabile la distruzione dei diritti umani”, la convinzione di Callamard, che ricorda come “la storia abbonda di esempi di persone coraggiose che hanno vinto contro le pratiche autoritarie. Nel 2024 elettori ed elettrici di numerosi stati hanno rifiutato col voto leader contrari ai diritti umani e milioni di persone nel mondo hanno alzato le loro voci contro l’ingiustizia. Dunque, è chiaro: non importa chi ci si metta contro, dobbiamo continuare e continueremo a resistere a questi avventati sistemi di potere e di profitto che cercano di privare le persone dei loro diritti umani”. “Il nostro vasto e incrollabile movimento resterà unito per sempre nella comune visione della dignità e dei diritti di ogni persona su questo pianeta”, ha concluso Callamard.
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