(Foto AFP/SIR)

Di Daniele Rocchi

“Quanto accaduto in questi ultimissimi giorni era, in qualche misura, qualcosa di atteso. Si sapeva che i fedelissimi del vecchio regime di Bashar Al Assad si sarebbero sollevati contro i nuovi governanti come poi è avvenuto con gli attacchi alle città di Latakia, Tartus e anche i villaggi vicini.

Mons. Hanna Jallouf (Foto Chiese Orientali)

A pagare con la vita questi scontri sono stati i civili, donne, bambini, i più vulnerabili”: a dichiararlo al Sir è mons. Hanna Jallouf, vicario apostolico latino di Aleppo che commenta l’escalation di violenza in atto in Siria. L’operazione militare annunciata dal ministero della Difesa siriano, in risposta agli attacchi dei gruppi filo Assad, ha fatto registrare centinaia di morti, con esecuzioni sommarie e attacchi indiscriminati che hanno colpito soprattutto la minoranza alawita, legata al vecchio regime, suscitando anche la condanna della comunità internazionale.

“Ci uniamo alla voce di ogni persona onesta e patriottica in questo Paese – sono parole del vicario – sottolineando il nostro rifiuto di ogni forma di violenza, vendetta e rappresaglia basate su motivi settari e religiosi. Ci appelliamo alle autorità del Paese affinché pongano rapidamente fine a questi attacchi, che sono incoerenti con tutti i valori umani, morali e religiosi”

rimarca il vicario ribadendo quanto già affermato ieri in un suo comunicato. Da mons. Jallouf anche la richiesta di giustizia: “tutte le parti coinvolte devono essere ritenute responsabili senza indugio, come promesso dal presidente Al-Shara”, chiamato ad “accelerare la transizione che porterebbe il Paese alla salvezza”. Passo importante, per il vicario, “è l’allontanamento dal paese delle milizie straniere armate” che hanno sostenuto la coalizione del nuovo presidente ad interim siriano.

(Foto AFP/SIR)

La posizione delle Chiese. Alle parole di mons. Jallouf si sono aggiunte anche quelle del patriarca greco-ortodosso di Antiochia, Giovanni X Yazigi, che ieri, durante la messa, ha rivolto un discorso al presidente della Repubblica araba siriana, Ahmed Al-Shara (Al -Jolani), chiedendogli di “fermare i massacri”, sottolineando che queste azioni “contraddicono la sua visione per la nuova Siria, dopo la vittoria della rivoluzione”. Il patriarca ha ricordato che “gli eventi sanguinosi che si stanno verificando sulle coste siriane hanno causato la morte e il ferimento di molti civili e delle forze di pubblica sicurezza. Ma non tutti gli uccisi sono resti del regime, la maggior parte sono civili, donne e bambini innocenti e disarmati. Le aree prese di mira sono i luoghi degli alawiti e dei cristiani.  A Banias, nel quartiere di Al-Qusour, gli abitanti sono stati costretti a lasciare le loro case per essere giustiziati, e per rubare i loro averi”. Rivolgendosi direttamente al presidente Al-Shara, il patriarca ha aggiunto: “Queste azioni contraddicono la sua visione della nuova Siria dopo la vittoria della rivoluzione. Pertanto, l’appello che le rivolgiamo è di fermare questi massacri con la vostra saggezza e i vostri sforzi”. Un appello “alla riconciliazione nazionale, alla pace civile, alla convivenza pacifica e al rispetto delle libertà come valore supremo in una società basata sul principio di cittadinanza”. Giovanni X ha, inoltre, espresso sostegno alla formazione di “una commissione d’inchiesta e per valutare i responsabili dei massacri”. Commissione ufficializzata oggi dal presidente Al-Sharaa. Posizioni ulteriormente ribadite in una nota congiunta firmata oltre che da Giovanni X, anche dai patriarchi Ignazio Afrem II, siro-ortodosso, e Joseph Absi patriarca siriano della Chiesa greco-cattolica melchita. Il testo contiene la ferma condanna di ogni violazione della pace civile e dei massacri di cittadini innocenti. I patriarchi invitano anche le Chiese “a creare le condizioni per la riconciliazione nazionale del popolo siriano e la transizione verso uno Stato che rispetti tutti i suoi cittadini, basato su una cittadinanza paritaria e sull’integrità territoriale del Paese”.

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