GROTTAMMARE – “Se abbiamo una trave nel nostro occhio, non riusciamo a vedere bene: perché allora guardiamo la pagliuzza nell’occhio del nostro prossimo? Prima dovremmo liberarci della trave nel nostro occhio…”. Con queste parole, tratte dal Vangelo, Don Joseph Bahane ha aperto la sua omelia nella Chiesa di San Giovanni Battista a Grottammare, rivolgendosi alla Confraternita dell’Addolorata, riunita per la consueta Messa mensile.
Il sacerdote ha invitato i fedeli a riflettere sull’importanza di un atteggiamento di umiltà e comprensione nei confronti del prossimo. “Anche il parlare, per il cristiano, non può essere aggressivo. Prima di intervenire in una discussione, bisognerebbe riflettere su come l’altro percepirà le nostre parole. Occorre esprimersi con dolcezza, con comprensione e mai con giudizio.”
Nel corso della sua riflessione, Don Joseph ha approfondito alcuni insegnamenti tratti dal Libro del Siracide, che affronta tematiche fondamentali come l’umiltà, la cortesia, i doveri verso la società e lo Stato, fino alla lode del creato e all’elogio degli antichi padri. Il sacerdote ha ricordato che, in passato, il Battezzato doveva formarsi anche attraverso questo libro e che i suoi insegnamenti restano attuali.
“Non siamo chiamati a giudicare, ma ad aiutare chi sbaglia, con umiltà e consapevolezza della nostra stessa imperfezione”, ha sottolineato il sacerdote, invitando i presenti a vivere questi valori nella quotidianità.
La celebrazione ha visto la partecipazione della Confraternita dell’Addolorata, riunita come di consueto intorno al suo Priore, Emidio Vannicola, nella prima domenica del mese.
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