L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha reso noto, ieri, che in tre settimane più di seimila persone sono fuggite dalle loro case a causa della violenza delle bande, nella capitale di Haiti, Port-au-Prince, e nel suo hinterland. “La violenza armata a Port-au-Prince continua a causare sfollamenti e ad aggravare i bisogni umanitari”, si legge in un comunicato dell’organizzazione, vincolata all’Onu.
In particolare, si fa presente che l’attacco, iniziato il 27 gennaio, al Comune di Kenscoff, nella collina a sud della capitale, da parte delle bande criminali, ha provocato lo sfollamento di oltre 4.000 abitanti. Nel frattempo, altri duemila cittadini sono stati costretti a lasciare le loro case in altri quartieri di Port-au-Prince.

Al 14 gennaio 2025, secondo l’Oim, un milione e 41 mila cittadini sono stati vittime di sfollamenti forzati. Nel frattempo un ufficiale keniota della Forza multinazionale di supporto alla sicurezza ad Haiti (MSS), colpito e ferito ieri durante un’operazione congiunta con la Polizia haitiana, è morto per le ferite riportate.

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