“Non possiamo prendere alla leggera la sofferenza delle persone e cercare di consolarle con frasi di circostanza e di buona volontà”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza i vescovi, i seminaristi e i formatori della provincia ecclesiastica di Valencia.

“La nostra speranza ha un nome, Gesù, quel Dio che non si è disgustato della nostra argilla e che, invece di salvarci dal fango, si è trasformato in argilla per noi”, il riferimento al Giubileo: “Ed essere sacerdote è essere un altro Cristo, è diventare argilla nel pianto della gente, e quando vedete la gente spezzata, perché a Valencia c’è gente spezzata, che ha perso la vita a pezzi, voi date loro pezzi, pezzi di voi stessi, come fa Cristo nell’Eucaristia”.

“È un’immensa oscurità che avete vissuto e state vivendo”, il riferimento al Dana che ha flagellato Valencia: “E penso all’aiuto disinteressato di tante persone, agli occhi pieni di dedizione della gente, che ha saputo illuminarci con la tenerezza di Dio”, l’omaggio del Papa: “Voi siete chiamati a lavorare in questo campo. Il Dana non è un fenomeno atipico che semplicemente speriamo non accada più, è l’estrapolazione di ciò che ogni essere umano affronta quando subisce una perdita e si sente solo, fuori posto, bisognoso di sostegno per poter continuare”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *