ACQUAVIVA PICENA – Ad Acquaviva Picena domenica 19 gennaio è stato onorato sant’Antonio Abate, santo Anacoreta al quale la comunità acquavivana fin dai tempi più remoti è legata da una particolare devozione, prima per chiedere la benedizione sui campi e sugli animali della campagna, ora per benedire l’intero paese e gli animali d’affezione.

La festa di sant’Antonio ad Acquaviva Picena si lega alla fede, ma anche ad una particolare rievocazione folkloristica: i “Cantori di sant’Antonio” dell’Associazione “San Francesco” oltre a cantare le melodie tipiche della festa accompagnate dal suono dell’organetto domenica 19, si sono impegnati venerdì 17 gennaio a organizzare una piccola questua visitando le scuole del paese e gli esercizi commerciali, continuando la tradizione dei loro progenitori iniziata negli anni ottanta.

Nell’omelia di padre Angelo, Agostiniano, è stata ripercorsa la figura di sant’Antonio partendo fin dalla sua decisione di consacrarsi al Signore: “Festeggiando sant’Antonio Abate ci chiediamo cosa abbia fatto per essere ricordato ancora oggi. Nacque in Egitto nel duecentocinquanta circa, visse un centinaio di anni, prese la decisione di vivere nel deserto senza comodità, lavorando e pregando. È chiamato cioè , i superiori delle Abbazie erano chiamati così, i padri delle comunità. Sant’Antonio è l’iniziatore del movimento dei consacrati al Signore. Da lui accorrevano in tanti a chiedere consigli, uno di questi fu l’imperatore Costantino, per questo motivo l’Accademia di coloro che si preparano a diventare Ambasciatori del Vaticano, quelli che noi chiamiamo Nunzi, è dedicata a sant’Antonio Abate, perché è anche ispiratore di buoni pensieri nella politica. Ragioniamo un po’ sulla scelta di sant’Antonio che fece all’età di diciotto anni: entrando in chiesa ascoltò quel brano del Vangelo dove Gesù invita un giovane a lasciare tutti i suoi beni e a seguirlo, sant’Antonio sente che quelle parole sono anche rivolte a lui e vende i suoi terreni, dà tutto ai poveri e dedicherà tutta la sua vita a Dio. Queste informazioni ci vengono date da sant’Atanasio vescovo di Alessandria d’Egitto”.

Padre Angelo ha poi proseguito riflettendo anche sul brano del Vangelo della domenica e sulle Letture: “La Parola di Dio che oggi ci viene rivolta ci fa riflettere sul primo segno della predicazione di Gesù: il miracolo dell’acqua che diventa vino. Il rapporto di Dio con l’umanità è spesso associato ad un rapporto sponsale, ma quando iniziano ad emergere difficoltà è come quando ad una festa inizia a mancare il vino, cioè la festa cambia sapore. Gesù è venuto a portarci il vino della nuova alleanza tra Dio e gli uomini. Ci dona un’altra possibilità di riconciliarci che è poi un po’ quello che ci suggerisce l’Anno Santo, un rinnovamento del nostro con il Signore. Nella Seconda Lettura abbiamo lo spunto per riflettere sul dono dei carismi che il Padre ha dato a ciascuno di noi e che noi dobbiamo mettere a disposizione per il bene di tutti”.

Nel pomeriggio si è snodata la solenne processione con la statua del santo, accompagnata dai canti tipici legati alla festa. Durante la processione sono state benedetti le campagne e gli animali.

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