CASTIGNANO – «Un abbraccio affettuoso alla famiglia di Emanuela e a tutta la comunità, che è provata e ferita da una tragedia del genere. Mentre eravamo in cammino, ho avuto modo di ascoltare tante parole dalle quali si percepiva una partecipazione dall’intensità molto forte. Una delle parole più ricorrenti che ho sentito è stata la speranza. In questo Anno Giubilare dedicato alla speranza, ci auguriamo dunque di coltivare, tra le tante, anche la speranza di una rinnovata alleanza tra i generi, di una pace profonda tra uomini e donne, che riescano finalmente, attraverso la loro complementarità, a ricomporsi in unità e a realizzare il progetto d’amore che Dio ha in serbo per loro, come parte dello stesso mistero dell’atto creativo da parte di Dio. A tal proposito la nostra attenzione va rivolta soprattutto ai giovani, affinché i progetti coeducativi siano accolti e vissuti con rispetto e costruttività. Sono loro il futuro che deve cambiare e sono loro i protagonisti di un nuovo modo di interpretare la vita come dono da vivere, partecipando, senza bisogno di strategie di fuga per schivare inutilmente la collezione di disagi di cui la vita è anche farcita».
È con queste parole di don Armeno Antonini, vicario episcopale della Diocesi di Ascoli Piceno, che si è chiusa la fiaccolata in memoria di Emanuela Massicci, che si è svolta Sabato, 18 Gennaio 2025, alle ore 18:00, a Ripaberarda, la frazione di Castignano in cui la donna quarantacinquenne è stata vittima di femminicidio un mese fa, per opera del marito Massimo Malavolta.
Nonostante le temperature rigide, l’iniziativa, organizzata dal sindaco della cittadina marchigiana, Fabio Polini, ha registrato una ingente partecipazione popolare.
La partenza dall’abitazione di Emanuela
Palpabile la commozione fin dall’inizio. La fiaccolata, infatti, è partita dalla casa che fino allo scorso 19 Dicembre è stata di Emanuela, luogo in cui si è consumata la tragedia familiare. Nonostante il silenzio e il buio dell’abitazione, con le finestre chiuse e le luci spente, ad illuminare il cortile c’erano non solo i ceri accesi in sua memoria e posti all’interno della proprietà, ma anche le fiaccole, sulla strada, delle oltre 1300 persone intervenute, tra le quali familiari e amici della vittima, numerosi sindaci del Piceno, rappresentanti delle associazioni di settore e numerose altre autorità civili, militari e religiose.
A guidare il corteo i due figli di 11 e 12 anni, che, insieme ad altri coetanei, hanno retto per tutta la processione uno striscione con la scritta “Emanuela, nel nostro cuore i tuoi sorrisi“.
Il corteo e gli interventi
Lungo il percorso, si sono susseguiti interventi di amici, rappresentanti delle istituzioni ed esponenti delle associazioni di settore. Nell’ordine: Cristina Spina, amica di Emanuela, che ha ricordato i momenti della giovinezza trascorsi insieme e i sogni che sembravano essere sempre a portata di mano; Alessandro Luciani, presidente dell’Ambito Sociale; Sara Moreschini, sindaca di Appignano del Tronto e presidente dell’Unione Montana dei Sibillini; Natascia Troli, presidente di Confartigianato; Antonio Spazzafumo, sindaco di San Benedetto del Tronto; Sergio Loggi, sindaco di Monteprandone e presidente della Provincia di Ascoli Piceno; Simone Capitani, amico di Emanuela, il quale ha ricordato che il rispetto e la libertà personale sono diritti inviolabili e ha lanciato un appello affinché il sacrificio di Emanuela non sia più di nessuno; Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno e presidente del Consiglio Nazionale ANCI; Maria Lina Vitturini, presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Marche; una rappresentante del Centro Antiviolenza, che ha esortato le donne che subiscono violenza a denunciare e a contattarli per ogni evenienza; il senatore Guido Castelli, commissario straordinario di Governo per la ricostruzione nei territori dei Comuni delle regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dall’evento sismico del 24 agosto 2016; i deputati Carlo Ciccioli e Matteo Ricci, europarlamentari; Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche; Lucia Albano, sottosegretaria di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze; la signora Krizia Cecchini, cugina di Emanuela, la quale ha ringraziato tutti i presenti per la solidarietà dimostrata in questi giorni così difficili e faticosi.
Denunciare ed educare sono state le due parole chiave al centro di tutti gli interventi: la fiaccolata è stata infatti un’occasione per promuovere l’impegno contro la violenza sulle donne, per ricordare l’importanza di non abbassare mai la guardia, per incentivare a rompere il silenzio e a chiedere aiuto, per riflettere su come insegnare alle nuove generazioni il rispetto dell’altro genere e cosa significhi l’amore, ovvero non possesso, bensì dono gratuito di sé.
Anche don Marian, vicario parrocchiale, è intervenuto a più riprese, per alternare alle riflessioni alcuni momenti di preghiera, come, ad esempio, quello davanti al monumento ai Caduti, che è stato particolarmente intenso.
Mentre il corteo procedeva verso la chiesa parrocchiale, il primo cittadino Fabio Polini ha ribadito ai figli di Emanuela la vicinanza di tutta la comunità e ha detto loro che non saranno mai soli, ricordando anche un segno concreto di solidarietà già in atto nei loro confronti: la raccolta fondi da lui istituita, le cui somme, depositate su un conto corrente dedicato, sono destinate ai due ragazzi, affinché possano proseguire il loro percorso di studi in tutta tranquillità. I figli di Emanuela – lo ricordiamo – sono stati affidati provvisoriamente ai nonni materni, sotto la supervisione di un tutore, e sono seguiti dai Servizi Sociali per fare in modo che superino al più presto il dramma che hanno subito.
L’arrivo davanti alla chiesa di Sant’Egidio abate
Il corteo è giunto fino alla chiesa parrocchiale di Sant’Egidio abate, dove ad attendere i presenti c’era un’immagine sorridente di Emanuela, davanti alla quale i due figli hanno deposto delle rose. Toccante l’abbraccio ai ragazzi da parte del primo cittadino Fabio Polini. Un abbraccio che si è unito a quello di tutti i presenti, che hanno riempito le gradinate antistanti il sagrato e la loggia laterale, quasi a voler avvolgere idealmente in un abbraccio i due piccoli castignanesi rimasti senza genitori.
Il sindaco Fabio Polini ha detto: «Queste tragedie non devono rimanere chiuse tra le mura domestiche. Bisogna parlare, denunciare, chiedere aiuto. La partecipazione di tanti rappresentanti delle istituzioni dimostra che c’è un intento comune nel contrastare la violenza di genere. Di fronte a questo grave dolore, la nostra comunità ha l’obbligo di raccogliersi, per non consentire che la rabbia abbia il sopravvento. La follia omicida non deve avere la meglio né deve avvilire il senso di umanità che ciascuno di noi porta con sé». Ai ragazzi e alle ragazze infine il monito «ad essere sensibili a queste tematiche, a fare attenzione ai modelli di riferimento, a frequentare ambienti in cui le parole hanno un peso, ambienti in cui le donne siano valorizzate e rispettate». «Fate attenzione – ha concluso – anche alla musica che ascoltate, i cui testi spesso raccontano di una donna vista come un oggetto, come qualcosa di complementare e non essenziale. La musica, più o meno consapevolmente, veicola messaggi: è quindi importante scegliere bene cosa ascoltare».
La serata si è conclusa nella preghiera e nel silenzio. Oltre ad essere stato uno strumento con cui manifestare la vicinanza e l’affetto ai familiari di Emanuela, la fiaccolata è stata anche l’occasione per lanciare un messaggio di speranza e prevenzione contro la violenza domestica.
Don Vincenzo Catani, parroco della comunità di Castignano, ai nostri microfoni, ha affermato: «Siamo tutti toccati interiormente da questa vicenda, perché si tratta di qualcosa che si è mosso nella quiete di un paese. La morte di Emanuela è arrivata come una bomba esplosiva che ha fatto riflettere. Ieri ho fatto un incontro con i giovani della parrocchia sul tema della violenza e sul rapporto sereno tra noi, uomini e donne. Li ho visti molto attenti e pensierosi. Alla fine una giovane mi ha detto: “Noi non siamo più ragazzi, siamo diventati adulti all’improvviso“. Un pensiero va anche a chi l’ha uccisa, affinché possa recuperare se stesso».
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