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Montalto la diocesi di Sisto V, Verso l’unione in persona episcopi riscopriamo la storia (seconda puntata) che ha portato alla diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto

DIOCESI – Pubblichiamo la seconda puntata della storia della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto a cura di Mons. Vincenzo Catani.

Leggi la prima: https://www.ancoraonline.it/2024/05/17/verso-lunione/

Montalto deve la diocesi al grande pontefice Sisto V, che si dimostrò sempre molto munifico verso quella località, che egli amava ricordare come sua “patria carissima” (pur essendo nato a Grottammare il 13 dicembre 1521); da questo illustre figlio infatti con la bolla “Super universas orbis ecclesias” del 14 novembre 1586, ebbe il titolo di città e la cattedra vescovile.

La stessa diocesi fu formata scorporando da Ripatransone la stessa Montalto, Porchia, Patrignone, Montedinove e Rotella; da Fermo: Montelparo, Comunanza e Montemonaco; da Ascoli: Castignano. Il Pontefice pensò pure alla mensa vescovile, costituendola con la grande tenuta di Rovetino (Rotella e con l’Abbazia di S. Maria in Monte Santo in Abruzzo, di cui il Vescovo è tuttora l’effettivo abate con giurisdizione su dieci parrocchie (Comune di S. Egidio alla Vibrata, frazioni di Civitella del Tronto). Direttamente soggetta alla S. Sede, la diocesi rimase ini tale posizione giuridica soltanto fino al 24 maggio 1589, quando Sisto V elevò Fermo a sede metropolitana e Montalto divenne quindi suffraganea della neo-archidiocesi (la stessa sorte toccò a Ripatransone). Altri privilegi ottenne Montalto dal munifico figlio: tipografia, concia, lanificio; paramenti, oggetti sacri ed un preziosissimo reliquiario; vitalizi per le ragazze povere, per facilitarne il matrimonio; concessione di due fiere annuali in aggiunta del mercato settimanale concesso nel 1578; istituzione della zecca (1587-91) per far fronte all’enorme quantità di denaro richiesto dal grandioso piano edilizio avviato dallo stesso Pontefice per trasformare il borgo in città; inoltre fu fatta capitale del ricostituito Presidato (piccola provincia dipendente direttamente da Roma). Anche la costruzione della nuova e monumentale Cattedrale (progetto di Girolamo Rainaldi), fu voluta dal Papa: la prima pietra fu posta il 13 maggio 1589. Secondo la tradizione in essa Sisto V voleva trasferire da Gerusalemme il S. Sepolcro.

Il primo Vescovo fu mons. Paolo Emilio Giovannini di Porchia. Finché fu sostenuto dal Pontefice con consistenti provvidenze, il suo compito fu facile; morto il grande benefattore, si trovò ad affrontare da solo tanti problemi, come il brigantaggio che si era ridestato, e la ultimazione di grandiosi e complessi lavori.

Intorno al 1660 dal vescovo mons. Girolamo Codebò fu eretto il Seminario nel Convento di Sant’Agostino, soppresso per non avere rendite sufficienti.

Tra il Seicento ed il Settecento per ben 37 anni (1673-1710) resse la diocesi il camerte mons. Ascanio Paganelli: per la sua inesauribile attività (otto visite pastorali, due sinodi) e per la sua carità, fu considerato (dopo Sisto V) il secondo fondatore della diocesi.

All’inizio del Settecento mons. Lucantonio Accoramboni (1711-35) sistemò definitivamente il Seminario, ma resosi alquanto impopolare per cause sostenute e perse, trascorse gli ultimi anni a Montelparo.

Alla fine del Settecento Montalto ebbe il suo vescovo “santo”: mons. Francesco Antonio Marcucci (1717-1798). Colpito dalla predicazione di S. Leonardo da Porto Maurizio, si pose alla sua direzione e fece molte missioni popolari. All’età di 27 anni fondò la Congregazione religiosa delle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione per l’educazione e l’istruzione delle ragazze. Nel 1770 Clemente XIV lo nominò vescovo di Montalto. Pur restando vescovo di Montalto fu nominato anche vicegerente di Roma (carica che tenne fino al 1785) e fu elevato alla dignità di patriarca di Costantinopoli.

mons. Francesco Saverio Castiglioni, pastore diocesano dal 1800 al 1816, fu il primo Vescovo delle Marche ad essere strappato (1808) dalla sua sede per non aver voluto giurare fedeltà al regime napoleonico, e trasportato prima a Pavia, poi a Mantova, e infine a Milano, e solo nel 1814 fu liberato e rientrò a Montalto trionfalmente. Creato Cardinale nel 1816 ed elevato al trono pontificio con il nome di Pio VIII, non dimenticò la diocesi moontaltese.

Il successore mons. Pietro Paolo Mazzichi (1817-1823) eresse in Piazza Sisto V, di fronte alla Cattedrale, su parte delle fondamenta di due palazzi iniziati dal Papa benefattore e mai terminati, in nuovo e poderoso Seminario (Arch. Pietro Maggi).

mons. Eleonoro Aronne resse la diocesi per ben 40 anni (1847-87); portò a termine la bella Cattedrale (architetto Luigi Poletti), facendola decorare dal pittore marchigiano Lugi Fontana. Fu coinvolto dagli eventi risorgimentali (1849, anno in cui riparò a Gaeta; 1860) e perdette la tenuta di Rovetino.

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