ACQUAVIVA PICENA – Abbiamo intervistato il nuovo presidente della BCC Banca del Piceno, Sandro Donati.

Cosa l’ha spinta a voler dedicare il suo impegno in questa nuova avventura?
Tre anni fa sono arrivato nel Consiglio di Amministrazione della Banca del Piceno e tutto avrei pensato tranne che diventarne il Presidente! Sono arrivato per mettere a disposizione le mie competenze, maturate in tanti anni di attività in politica, in qualità di consigliere e assessore della Regione Marche, e nel sociale, in qualità di presidente provinciale della Croce Rossa Italiana. Ora da Presidente, il mio impegno sarà a tempo pieno. Il forte legame che da sempre ho con il nostro territorio e il desiderio di promuoverne lo sviluppo, sono i fattori chiave che determinano la mia presenza all’interno del Cda della più solida e significativa realtà finanziaria locale. Da un punto di vista gestionale, sarà una nuova esperienza, accompagnata dalla consapevolezza di avere alle spalle una squadra forte e coesa e ricca di personalità e professionalità. Sapremo dare ai nostri Soci e Clienti i servizi che si aspettano da una banca locale.

La banca del Piceno nasce come Cassa Rurale, quindi come sostegno per la comunità, tant’è che è stata fondata anche da sacerdoti. Come può dare una mano, al giorno di oggi, la BCC Banca del Piceno? E perché decidere di affidarsi alla Banca del Piceno?
Le prime Casse Rurali della zona nacquero a cavallo tra la fine del 1800 e i primi del ‘900, come risposta alla necessità di fornire credito e servizi finanziari alle piccole comunità agricole che, all’epoca, erano escluse dai tradizionali sistemi bancari. I principi ispiratori del movimento sono da sempre mutualismo, solidarietà e localismo. Non è un caso che tra i soci fondatori troviamo molti sacerdoti. La nostra Banca ha dunque una storia di oltre 125 anni e, nel corso dei decenni, ha subito una naturale evoluzione fatta di fusioni tra piccole realtà locali, che hanno portato all’attuale denominazione e configurazione. Fusioni che sono state necessarie per mettersi al passo coi tempi e che hanno garantito la solidità del sistema del Credito Cooperativo. Tuttavia, nonostante per le attuali dimensioni ci collochino nel sistema come la maggiore Banca di Credito Cooperativo dell’Area Marche – Abruzzo – Molise, non perdiamo la nostra natura di banca locale a sostegno del territorio. Un cliente dovrebbe affidarsi alla Banca del Piceno per tante ragioni: perché per noi ogni cliente non è un numero, ma ha un nome; perché reinvestiamo le somme raccolte nel nostro territorio per la sua crescita; perché gli amministratori sono locali e tangibili e non entità astratte non identificabili e lavorano per creare ricchezza nella comunità locale. Oggi tramite il Gruppo Bancario Iccrea che, anche nel nome riporta alle origini (Istituto Centrale Casse Rurali ed Artigiane), siamo in grado di fornire tutti i servizi delle grandi banche, mantenendo però le caratteristiche di mutualismo, solidarietà e localismo che sono tipiche del movimento cooperativo.

La banca è un’impresa: lei come ha pensato di organizzare il lavoro di questa impresa?
La Banca è un’impresa finanziaria e, come tale, segue delle regole ben precise. Il Consiglio di Amministrazione ha il compito da dare le linee guida strategiche alla Direzione Generale, che è l’organo tecnico esecutivo. Abbiamo deciso di puntare sui giovani e soprattutto sui talenti che abbiamo all’interno dell’azienda, senza cercare dall’esterno. Infatti il Direttore Generale sarà una figura con provata esperienza all’interno della Banca del Piceno. La nuova Direzione avrà il compito di consolidare il rapporto della Banca con i Soci e garantire l’accesso ai servizi a tutti i clienti, sia tramite i canali digitali ormai di uso comune, ma anche tramite quei canali tradizionali che una parte della nostra clientela cerca ancora.

In che modo una Banca riesce a coniugare la parte “tecnico-matematica” e la parte umana?
La Banca ha delle regole ben precise, che vengono dettate dalla BCE, alle quali non possiamo sottrarci. Questo è frutto di quella evoluzione naturale delle aziende bancarie che abbiamo vissuto nel corso degli ultimi decenni. Tuttavia il dialogo con la comunità locale ci aiuterà a prendere le giuste decisioni, poiché vogliamo continuare ad essere una banca differente dalle altre. Vogliamo avvicinarci sempre più alla nostra clientela e diventare il punto di riferimento. Non abbandoneremo il cliente nel momento del bisogno, poiché sarebbe un problema anche per la banca, bensì cercheremo una soluzione condivisa per promuovere il bene comune.

Da quando è stata fondata, come è cambiata la Banca e in cosa non è cambiata?
Se pensiamo che la prima Cassa Rurale della zona è nata nel 1898, possiamo facilmente comprendere che di strada ne è stata fatta tanta. La storia ha modificato il corso dei tempi, sono cambiate abitudini e costumi e la società si è naturalmente evoluta. E’ normale che dal 1898 ad oggi la Banca si cambiata, restando al passo con i tempi. Le normative che negli anni sono state emanate hanno reso questo lavoro sempre più complesso e spesso agli occhi dei meno esperti del settore, può essere mal digerito da clienti storici. Ma nonostante questi cambiamenti, dettati dai regolamenti e non dalla volontà delle persone, il nostro obiettivo sarà quello di mantenere la Banca a contatto con le persone. Potremmo farlo, solo valorizzando il capitale umano che abbiamo, che è rappresentato dal nostro personale qualificato, che prima ancora di essere un dipendente, vive il territorio, conosce le dinamiche sociali ed è parte integrante del tessuto sociale. Come ho già detto, faremo in modo che nessuno si senta un semplice numero, ma parte integrante di un più grande ingranaggio.

Nelle dichiarazioni di inizio mandato, lei parla di possibili future fusioni con altre Banche. Visto il disinteresse della BCC di Ripatransone, pensa che l’unica possibile fusione sia con la BCC di Roma? E se così fosse, in che modo pensa di salvaguardare il rapporto della Banca del Piceno con il territorio, visto che la superiorità della Banca di Roma, orienterebbe le iniziative minoritarie della Banca del Piceno?
In questo caso è necessaria una precisazione. Quando parlo di fusioni, mi riferisco al meccanismo di aggregazioni tra Bcc iniziato prima della nascita del Gruppo Bancario Iccrea, che risale al Marzo 2019, proseguito dopo e al momento ancora in corso. Molte realtà simili tra loro hanno deciso di realizzare un soggetto unico anche per un discorso di ottimizzazione dei costi: infatti siamo passati dalle oltre 160 alle attuali 115 Bcc. Questo processo è ancora in corso e accompagnerà ancora il Gruppo Bancario nei prossimi anni. Questo non vuol dire che la Banca del Piceno farà delle fusioni nel breve periodo, né tantomeno abbiamo in calendario operazioni simili nel nostro programma strategico con la Bcc di Roma. La Banca del Piceno è la più grande Bcc dell’Area Marche – Abruzzo – Molise ed ha raggiunto una solidità tale, che le permette di reggersi in tranquillità sulle proprie gambe. Piuttosto, saremo impegnati nel sociale, supportando le associazioni e le iniziative del territorio, come puntualmente avviene da 125 anni a questa parte. Ogni anno la Banca destina circa 250.000 Euro in contributi e beneficienza che si aggiungono alle innumerevoli sponsorizzazioni che vengono realizzate nelle 4 Province che presidiamo.

Durante gli anni state chiuse diverse filiali. Come pensa di rafforzare la presenza della BCC del Piceno a vantaggio dell’economia del territorio?
La mia attività in Banca del Piceno inizia nel Maggio del 2021, mese in cui si è insediato il precedente CdA. Non ho memoria personale della chiusura di filiali che probabilmente si riferiscono agli anni precedenti, nell’immediato post fusione tra Bcc Picena e Bcc Picena Truentina, avvenuta nel 2018. Le dico che – come ho già dichiarato in altre sedi – cercheremo di tenere aperte tutte le 28 Filiali della Banca, di cui alcune dislocate anche nei territori di montagna, dove la Bcc rappresenta ormai l’unico e ultimo presidio bancario. A differenza dei grossi gruppi che negli ultimi anni stanno chiudendo filiali anche in città di medio-piccole dimensioni e puntando tutto esclusivamente sulla Banca on line, noi manterremo il presidio al territorio, garantendo i servizi anche a coloro che preferiscono i canali più tradizionali. Abbiamo recentemente attivato una nuova area self a Pagliare del Tronto (AP), nella centrale piazza Kennedy, che permetterà a soci e clienti di eseguire tutte le operazioni bancarie, andando a rafforzare il presidio proprio in una di quelle zone in cui gli altri non ci sono più. Andando a vedere la presenza della Banca del Piceno nel territorio, appare evidente come sia capillare da Giulianova a Civitanova Marche, coprendo ben 4 Province con 28 Filiali che servono 80 Comuni. Tra l’altro la filiale di Civitanova Marche è di recente apertura, con una storia di appena 3 anni.

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