X

Grottammare, Riccardo Frati ammesso agli Ordini Sacri come candidato al Diaconato permanente

GROTTAMMARE – Si è celebrata Sabato 4 Maggio, alle ore 19:00, presso la chiesa Madonna della Speranza in Grottammare, una Santa Messa presieduta dal vescovo Carlo Bresciani e concelebrata dal parroco don Pierluigi Bartolomei, durante la quale si è svolto il Rito di Ammissione agli Ordini Sacri del candidato al Diaconato permanente Riccardo Frati. Il primo passo verso l’unico Ordine Sacro a cui un uomo sposato può accedere. Hanno concelebrato anche i diaconi Walter Gandolfi ed Emanuele Imbrescia, oltre a tutta la comunità riunita. Tra i fedeli anche alcuni aspiranti diaconi appartenenti ad altre Parrocchie, ma che stanno seguendo insieme a Frati il cammino di preparazione presso la Scuola di Formazione Teologica di San Benedetto del Tronto.

Riccardo Frati, che da molti anni svolge il servizio di catechista nella sua parrocchia, ha 50 anni ed responsabile di produzione in un’industria dell’editoria. È sposato dal 2002 con Maria Giglioli, dalla quale ha avuto tre figli: Sara, che ha 19 anni, Giacomo, che ne ha 16, e la piccola Marta, che ne ha appena 2. Tutta la famiglia era presente alla Messa per ringraziare il Signore e festeggiare insieme al resto della Comunità l’inizio di questo nuovo cammino per Riccardo.

Queste le parole di Frati: “Quando Mons. Bresciani mi ha chiamato per comunicarmi la data che aveva pensato per la mia ammissione, ho pensato che forse era presto, che ancora non ero pronto a questo. Ma poi ho deciso di fidarmi ed affidarmi al nostro Pastore, come del resto ho fatto quando mi è stato chiesto se volessi provare ad intraprendere questo cammino. Ed è stata la scelta giusta: il mio timore in preparazione alla celebrazione era quello del clamore, dell’eccessiva esposizione verso un cammino che sta andando avanti con qualche difficoltà e tanta fatica. Come se in questo modo, poi, potessi avere remore future nel caso in cui si arrivasse a pensare di non proseguire nel percorso. Avevo la sensazione di chiudermi una possibile via di fuga. Niente di più sbagliato: ieri mi sono trovato circondato da tante persone che, a loro modo, già mi stanno aiutando ad andare avanti. E c’erano tutte: il nostro vescovo Carlo ed il mio parroco don Pierluigi, che mi hanno chiesto la disponibilità ad intraprendere questo percorso; i diaconi, che con il loro esempio mi stanno indicando la via; due dei miei compagni di viaggio con i quali condivido ormai da mesi la fatica e la grazia di questo percorso; i seminaristi Simone (ndr Gasperi) e Francesco (ndr Bollettini), spalle sulle quali so di poter contare sempre. E poi coloro che hanno animato la Santa Messa in modo semplice, ma carico di familiarità: il gruppo Scout che ha animato la celebrazione con il loro canto, i ministranti che hanno servito all’altare, il gruppo dei catechisti che avevo anche fisicamente intorno a me e che hanno animato le letture e l’offertorio e, non meno importante, tutta la comunità che mi ha sostenuto. Chiaramente la parte più importante di questo percorso è la mia famiglia: mia moglie Maria che, insieme ai nostri figli Sara, Giacomo e Marta, mi sta accompagnando in questa avventura, raccogliendo le gioie e le difficoltà che questa comporta, come sempre hanno fatto. Sabato ho avuto nuovamente conferma di quanto questa nostra Fede non sia e non debba essere un fatto privato, neanche una singola celebrazione. Con il Battesimo, infatti, abbiamo ricevuto la Grazia di entrare a far parte di una Famiglia che è lì per accompagnarci sempre: nei momenti felici, ma soprattutto nelle difficoltà. E a noi non resta che crederci ed abbandonarci a questo, abbandonarci a Cristo che è la nostra guida ogni giorno. Quindi il mio ringraziamento va a tutta la comunità, che ancora una volta mi ha insegnato qualcosa di grande per la mia vita “.

Ha parlato dell’importanza della comunità e del ruolo che ogni cristiano è chiamato a svolgere per il bene della Chiesa anche il vescovo Carlo Bresciani durante la sua omelia, commentando il brano del giorno dell’evangelista Giovanni (Gv 15, 9-17): “Quello che stiamo vivendo è un momento importante in cui la Chiesa vive il suo cammino dentro la storia ed in cui si esplicita la vocazione cristiana di ciascuno di noi, perché in fondo l’ammissione di Riccardo agli Ordini Sacri è la risposta ad una chiamata ad un modo specifico di vivere la vita cristiana. Quando Riccardo esprimerà il suo sì insieme alla moglie, io accoglierò il suo desiderio e la Chiesa si impegnerà ad accompagnarlo in questa sua preparazione. E la Parola di Dio di oggi ci aiuta a comprendere meglio quello che stiamo vivendo, perché attraverso di essa Gesù ci ricorda quale sia il nucleo centrale della vita cristiana, cosa la caratterizzi. E non è tanto una questione di cosa fare: se una cosa o un’altra, se sia più utile un’azione di un’altra. Bensì è una questione di come fare, di cosa ci muove nel compiere un’azione. Noi possiamo fare tante cose, ma, se non siamo mossi da quell’amore di cui si parla nel Vangelo che abbiamo appena proclamato, le nostre azioni non valgono nulla. Il monito di Gesù è chiaro: ‘Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri’. Certamente ci sono diversi modi di vivere questo amore. C’è l’amarsi gli uni gli altri nella famiglia: l’amore che Riccardo ha verso la moglie e verso i figli è infatti un modo in cui si esplica questo amarsi gli uni gli altri. Ma c’è anche un modo che si amplia ulteriormente, che si estende di più, che sa guardare anche ad altri bisogni a cui Riccardo è pronto a dare risposta con le possibilità di cui dispone. Ecco allora che il Diaconato permanente è un altro modo di esplicarsi di questo amarsi gli uni gli altri. L’amore infatti non è soltanto un sentimento. L’amore è volere e fare ciò che è bene. Ciò che è bene certamente per sé, ma anche per altri, imitando Gesù, che è venuto a fare il bene di tutti. Questo a volte costa, non è sempre spontaneo, ma è così l’amore maturo. La Chiesa, voluta dal Signore, vive di questo. La Chiesa esplica la sua missione, quando noi ci aiutiamo gli uni gli altri a camminare insieme nella fede. In questo cammino c’è il ruolo del sacerdote, quello del diacono, quello delle famiglie. È compito di tutti, ciascuno nel suo ruolo, preoccuparsi di fare il bene della Chiesa”.

La Santa Messa si è conclusa con l’abbraccio a Riccardo Frati e a tutta la sua famiglia da parte del vescovo Carlo, del parroco don Pierluigi, dei seminaristi Simone e Francesco, degli altri candidati al Diaconato presenti e dell’intera comunità grottammarese in cui vive ed opera.

Queste le parole che Maria Grazia Spinelli, una fedele della parrocchia Madonna della Speranza, rivolge a Frati a nome della comunità: “Riccardo è una persona molto umile e discreta, ma allo stesso tempo anche generosa, disponibile e concreta, come del resto tutta la sua famiglia. Da tempo è catechista nella nostra parrocchia, ma non solo: dove serve, dà una mano, come succede, ad esempio, durante la sagra del boccolotto a cui partecipa attivamente. Se è vero che il servizio è il cuore del Diaconato, allora il ruolo di Diacono lo rappresenta veramente. Siamo tutti felici e molto grati al Signore di averlo come compagno di strada nel cammino di fede della nostra comunità“.

Carletta Di Blasio: