La testimonianza del direttore della Caritas di San Benedetto del Tronto, Don Gianni Croci

Si è concluso ieri a Grado (GO) il 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane dedicato al tema, assai  attuale, dei “Confini, zone di contatto, non di separazione”. L’evento ha visto incontrarsi e confrontarsi per  quattro giorni insieme 613 tra direttori e membri di équipe provenienti da 182 Caritas diocesane di tutta  Italia. 

Per la diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone Montalto era presente una delegazione composta da: Don Gianni CrociFernando PalestiniNedo Tiburtini e Marco Sprecacè.

Ad aprire questo ultimo giorno la lectio della biblista Antonella Anghinoni. È seguita la vibrante testimonianza  di don Otello Bisetto, cappellano del carcere minorile di Treviso, alla quale si è aggiunta quella di Giulia  Longo, operatrice Caritas in Turchia, che ha riportato la sua esperienza di impegno “al confine” e nel post terremoto e ha dato voce ai molti giovani operatori Caritas: “Non su può essere giovani senza gli adulti, non  si può essere adulti senza i giovani”. 

Negli “orientamenti” finali il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, ha indicato le proposte di  lavoro per continuare il cammino Caritas nei prossimi mesi. Richiamandosi al primo presidente di Caritas  Italiana, don Giovanni Nervo, ha ricordato l’importanza di capire dove “poniamo i confini”, che per Caritas  non sono dei limiti, ma delle “zone di contatto”, “luoghi in cui fare l’esperienza della presenza di Dio perché  ci permettono di aprirci agli altri e di capire che c’è Qualcuno che può fare prima, durante e dopo il nostro  servizio”. I confini, per don Pagniello, “sono anche luoghi che permettono di custodire la nostra identità e chi  siamo come Caritas”, confini quindi “da custodire” come l’impegno per la pace e a difesa della legge 185/90 per il controllo del commercio delle armi, il servizio civile come luogo per educarsi alla pace e alla nonviolenza,  la dignità umana, il diritto alla salute e l’attenzione alle aree metropolitane e aree interne. 

Caritas Italiana avvia al suo interno il Coordinamento Europa e condivide l’appello di Caritas Europa su cinque priorità in vista delle elezioni del prossimo giugno, proposte per il Parlamento europeo per un’Europa “più  giusta”: mercati del lavoro e protezione sociale efficaci, accesso garantito a servizi sociali buoni e di qualità,  tutela dei diritti umani e della dignità nelle politiche di migrazione e di asilo, finanziamenti costanti per gli  attori locali che svolgono attività di sviluppo e umanitarie, politiche globali più eque per lo sviluppo  

sostenibile, affrontando questioni come la necessità di sistemi alimentari equi e la finanza per il clima. Il Direttore di Caritas Italiana ha rilanciato l’importanza della presenza dei volontari che sono un indicatore  dell’efficacia del lavoro di animazione della comunità cui è chiamata la Caritas. Ha richiamato alla necessità  di “stare nelle complessità” e ribadito il senso e il ruolo della Caritas, ad ogni livello. L’efficacia della Caritas  non si misura sul fare, ma sull’essere: “Il nostro fare nasce dal nostro essere”. 

“Riconoscere i nostri confini”, ha concluso, “significa imparare a stare sulla soglia, consapevoli dei nostri limiti  e potenzialità, disposti a scoprire parti di sé che solo l’Altro può svelare. Animare la comunità, perché sappia  custodire il senso profondo dell’umano che affiora nella capacità di abitare il ‘tra’ di un attraversamento che  è anche un intrattenersi”. Abitare il confine significa essere “testimoni di carità, per seminare speranza ed  essere segno”, sapendo che “la prima opera segno è lo stile con cui facciamo le cose”. 

Don Pagniello ha annunciato i prossimi appuntamenti del Giubileo 2025, in particolare il “Giubileo del mondo  del volontariato” dell’8-9 marzo 2025 e il “Giubileo dei Poveri” del 16 novembre 2025. Nell’anno giubilare  non si terrà il Convegno nazionale, ma si organizzeranno convegni regionali nelle 16 Delegazioni regionali  Caritas, a sottolineare l’importanza della dimensione locale. 

Infine, alcune proposte concrete di azione a livello nazionale, come un microcredito sociale per il Giubileo,  a favore di persone che hanno difficoltà ad accedere al credito ordinario. Poi una rete di supporto, costituita  da istituzioni, enti ecclesiali e sociali, per minori e donne che decidono di lasciare la famiglia di origine per  sottrarsi ai condizionamenti e alle violenze dovute all’appartenenza ad organizzazioni criminali e azioni di  informazione, sensibilizzazione, prevenzione e contrasto dell’azzardo.

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Il Convegno si è chiuso con la concelebrazione eucaristica presieduta da mons. Douglas Regattieri, vescovo  della diocesi di Cesena-Sarsina e membro di Presidenza di Caritas Italiana, che ha sottolineato il valore della  testimonianza, cui tutti gli operatori Caritas, i volontari e i cristiani sono chiamati. 

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