“Viviamo una Pasqua elettorale, in cui tutti svolgiamo il ruolo che ci corrisponde per rafforzare la democrazia e l’istituzionalità; come candidati, giurati, osservatori, testimoni ai seggi, per garantire che il voto di ogni cittadino sia rispettato”. Lo ha affermato l’arcivescovo di Panama, José Domingo Ulloa Mendieta, celebrando la solenne Eucaristia della Risurrezione nella cattedrale di Santa Maria la Antigua.

Sottolineando la grande responsabilità che i Panamensi hanno, alla vigilia delle prossime elezioni generali del 5 Maggio 2024, ha avvertito che “il popolo ha bisogno che i candidati si sforzino di presentare proposte chiare e coerenti, che siano disposti a lavorare per il bene comune e che contribuiscano a trasformare le istituzioni; dagli organi elettorali, chiedono trasparenza e imparzialità; e dai media, più verità e correttezza”.

In questa fase finale del periodo elettorale, ha sottolineato Mons. Ulloa Mendieta, “è opportuno rinnovare questa vocazione civica e politica, perché siamo tutti chiamati a costruire una Patria più fraterna, solidale, giusta ed equa, dove lo sviluppo del Paese abbia al centro la dignità della persona e il bene comune”.

Riferendosi alle responsabilità dei cristiani, ha sottolineato che essi hanno “l’obbligo morale di votare, perché il voto del cittadino, pur non essendo l’unica forma di partecipazione politica, ha un valore insostituibile per cambiare le sorti del Paese. Non possiamo cadere nel negativismo, nell’apatia e nella pigrizia per non votare”. Per mons. Ulloa, la società panamense merita di “vivere una democrazia più autentica e partecipativa; desidera avere autorità che garantiscano il rispetto illimitato dei diritti umani e che abbiano come priorità l’esercizio della giustizia sociale; desideriamo autorità che facciano rispettare lo Stato di diritto e che si comportino sempre con giustizia, superando ogni tentativo di corruzione; autorità che sottomettano la delinquenza all’interno dei canali della legalità; abbiamo bisogno di politici che si rispettino e che acquisiscano autorità morale”.

Ha ribadito che la Chiesa cattolica “non dirà mai per chi votare, non spetta a lei dirlo”; ma allo stesso tempo ha aggiunto che la Chiesa come Madre “è chiamata a orientare, a partire dall’etica e dalla morale, affinché i cattolici esercitino il voto in coscienza e in libertà, conoscendo e meditando i programmi politici. Fate le vostre ricerche e formate i vostri criteri, non lasciatevi trascinare da sentimentalismi o mode”.

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