GROTTAMMARE – Martedì 2 Aprile 2024, presso il parco di Casa San Francesco a Grottammare, il vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Sua Eccellenza Mons. Carlo Bresciani, ha presieduto la Santa Messa in onore di San Francesco di Paola, patrono dei pescatori. La Messa è stata concelebrata da don Patrizio Spina, vicario generale, don Giuseppe Giudici, direttore dell’Ufficio Diocesano di Apostolato del Mare, e don Federico Pompei, parroco di Grottammare.

Presenti alla Celebrazione Eucaristica il sindaco di Grottammare Alessandro Rocchi e il vicesindaco di San Benedetto del Tronto Antonio Capriotti. Presenti anche i rappresentanti della Marineria e della Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto.

Queste le parole dell’omelia del vescovo Bresciani: “Siamo nell’Ottava di Pasqua e la Parola di Dio continua a farci riflettere su quanto è avvenuto nel giorno di Pasqua: da una parte ci fa riflettere sulla Resurrezione di Gesù e dall’altra parte ci fa riflettere su ciò che questa resurrezione ha provocato negli Apostoli, nei Discepoli e in Maria di Magdala. Loro si sono trovati davanti ad un fatto inaspettato. Maria di Magdala va al sepolcro con l’intenzione di curare il cadavere di Gesù e invece si trova di fronte all’apparizione di Gesù Risorto, non un corpo morto, ma un uomo vivo, risorto. Pietro, dopo la Resurrezione, inizia a predicare. In entrambi i casi troviamo un cambiamento nella vita di ciascuno, cambiamenti molto importanti e molto radicali. Prendendo il caso di Pietro, sappiamo che egli, nel giorno di Pentecoste, parla ai Giudei, a quelli che avevano gridato: “Crocifiggilo!” e dice loro: “Quel Gesù che voi avete crocifisso”, quindi per certi aspetti, anche rispecchiando la verità, sembra che venga detto con un tono di accusa. Pietro invece di condannare, si atteggia in modo diverso, in un modo che ha a che fare con la Resurrezione di Gesù. Pietro dice loro: “Convertitevi!”, cioè parla di conversione e di perdono. Comprendiamo il grande cambiamento. Intanto perché Pietro ha fatto anche lui l’esperienza del perdono di Gesù: non dimentichiamo che Pietro è colui che ha rinnegato Gesù, colui che ha avuto paura di dire: “Io lo conosco”. Eppure Pietro ha fatto l’esperienza del perdono, l’esperienza del fatto che Dio non si ferma al passato, ma offre, attraverso la nostra conversione, il perdono e la possibilità di una vita nuova. Quella vita nuova che scaturisce esattamente dalla resurrezione di Gesù. Pietro non nega la verità, perché, quando si nega la verità, non si arriva da nessuna parte; bensì invita alla conversione, dice loro che il Signore ha un perdono per ciascuno. Parla di un perdono che passa dal riconoscimento di aver sbagliato; ma, dopo il riconoscimento del peccato e la richiesta di perdono al Padre, si apre una strada nuova. Qui si vede la grandezza di Dio. Quello che Dio vuole è diverso da quello che noi purtroppo spesso vogliamo, vi confesso che io non mi sento molto sereno, quando sento dire: “Deve morire in prigione! Non deve più uscire!”. Questa condanna non è la volontà di Dio, non significa negare i fatti, non vuol dire negare, da un punto di vista umano, una giusta pena; ma vuol dire riconoscere che in Dio c’è qualcosa di più grande che noi dobbiamo scoprire, Dio ci dona la possibilità di una vita nuova. Pietro, con il suo atteggiamento di invito alla conversione e al perdono, manifesta l’atteggiamento della Chiesa. Non si toglie il male, ma, attraverso quel male, si apre la strada di Dio. Significa togliere quella pietra dal sepolcro, affinché rinasca una vita nuova. Maria Maddalena ha incontrato, anch’essa, l’amore del Signore, si lascia guidare dall’amore del Signore e diventa, lei, la donna che annuncia agli apostoli la Resurrezione di Gesù. Annuncia una vita nuova scaturita dal sepolcro. Anche noi dobbiamo imparare a non bloccare le persone al passato. Non perché il passato non sia verità, ma perché la conversione è una vera possibilità umana e Dio crede alla nostra possibilità di conversione e Dio ci dona una possibilità nuova. Cosa dice Gesù a Maria di Magdala dopo che lei lo ha riconosciuto? Dice: “Non mi trattenere!”. Non rappresenta un rifiuto, non significa “Non ne voglio sapere di te”, ma significa invece: “Nessuno si può impossessare di me”. Gesù manifesta tutto il suo amore e invita Maria Maddalena ad andare a dire a tutti che è risorto. Qui troviamo la missione di Maria di Magdala, ma troviamo anche la nostra missione, che significa che non possiamo avere una relazione con Gesù e disinteressarci degli altri. Il nostro rapporto con Gesù è vero se noi lo riversiamo sui nostri fratelli, sugli altri. Maria di Magdala accetta l’invito di Gesù e va ad annunciare la Resurrezione. Anche noi dobbiamo adottare questo atteggiamento“.

“Anche San Francesco di Paola – ha concluso Mons. Bresciani -, che oggi noi ricordiamo nella sua festa liturgica e come patrono dei pescatori, ha avuto nella sua vita questo atteggiamento, come gli altri santi. Su questa verità ha fondato la sua vita: san Francesco di Paola ha preso sul serio l’invito di Gesù “Va’ dai miei fratelli”. Dovunque ci troviamo dobbiamo portare l’amore di Gesù, con quella capacità di perdono, con quell’annuncio di possibilità nuove, di vita nuova. Questa mattina, mentre celebriamo questa festa insieme ai pescatori, festa per loro tradizionale e molto cara e bella, chiediamo, per l’intercessione di San Francesco di Paola, la capacità di saper vivere questi aspetti nella nostra vita, in modo che la nostra Pasqua rappresenti un camminare sempre nuovo e sempre migliore nella vita nuova che scaturisce dal sepolcro e che Gesù ci vuole donare”.

Dopo la Santa Messa è stata letta la preghiera del pescatore e impartita la benedizione.  Al termine della celebrazione c’è stata anche la consegna del Palio da un motopeschereccio ad un altro.

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