(Foto ANSA/SIR)

“È inutile continuare a redigere e proporre codici della strada se poi questo non si traduce in un impegno e in un investimento per il controllo e la formazione. Non si conseguono risultati perché di fatto quella delle vittime della strada è una strage stagnante. In questo senso le istituzioni hanno il potere e il dovere di risolvere i problemi”. A dirlo al Sir è Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, presidente dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada, commentando il primo sì ottenuto dalla riforma del Codice della strada. La Camera ha approvato infatti il disegno di legge del Governo in materia di sicurezza stradale con 163 voti favorevoli e 107 contrari. In particolare, le norme prevedono maggiori sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti, così come per chi utilizza il cellulare. Numerose le “strette” anche per i monopattini e per i neopatentati. Per Cassaniti il cambiamento “deve garantire sicurezza nel territorio e fermare la strage nelle strade”. Avere “l’abilitazione alla guida di un mezzo non è un diritto naturale, ma acquisito, e a questo diritto corrispondono dei doveri che lo Stato deve garantire che vengano rispettati”. Questo, però, non avviene “inasprendo le pene o aumentando le sanzioni, ma si deve creare consapevolezza, lavorare sulla formazione e sull’educazione di ogni conducente”. “Se non si osservano le norme – ha spiegato Cassaniti – questo diritto deve venire meno. È inaccettabile che la vita venga esposta a pericoli come questo”. Contestualmente all’educazione stradale, per il presidente, si deve lavorare anche sulla sicurezza stradale. “Sono ancora troppi – ha spiegato – i morti per le cattive condizioni del manto stradale, per le poca illuminazione e per tutti quei pericoli che lo Stato deve controllare ancor prima di emanare nuove norme”. Quindi, ha concluso, “non è una questione di codice della strada, bensì urge un cambio di mentalità in chi si mette al volante e nel legislatore che ha il compito di garantire la sicurezza di tutti i cittadini”.

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