SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è svolta Martedì 19 Marzo, alle ore 9:30, presso la Cattedrale Santa Maria della Marina in San Benedetto del Tronto, una Celebrazione Eucaristica in lingua latina e greca con gli studenti del Liceo Classico Giacomo Leopardi di San Benedetto del Tronto. La Santa Messa, presieduta dal vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani, è stata concelebrata dal vicario generale don Patrizio Spina e dal giovane don Silvio Giampieri, docente di Religione presso l’Istituto di Istruzione Superiore coinvolto. Presenti, oltre al dirigente Maurilio Piergallini, anche numerosi docenti dell’Istituto. Ad animare la celebrazione sono stati docenti e studenti del Liceo, alcuni dei quali hanno proclamato la Parola, altri hanno portato le offerte, altri hanno letto le preghiere dei fedeli, altri ancora hanno suonato e cantato diretti dal prof. Ventidio Sciocchetti, docente di religione dell’Istituto rivierasco.

Queste le parole del vescovo Bresciani durante l’omelia: “Carissimi, benvenuti! Sono proprio contento di essere qui a celebrare con voi dopo la pausa a cui il Covid ci ha costretti. Oggi riprendiamo questa bella tradizione annuale. Ringrazio anche il dirigente e i docenti intervenuti.
Tutti saprete che oggi è la festa del papà. La Chiesa ricorda infatti San Giuseppe e allora io vi chiedo: cosa può dire oggi la figura di San Giuseppe per la nostra vita? Certamente la sua vita eccezionale non sarà la nostra, ma il modo in cui ha affrontato la sua vita ha molto da dire a tutti noi. Giuseppe, infatti, si è trovato in una situazione completamente inaspettata: Maria, con cui desiderava costruire la sua vita, è incinta di Gesù, ma egli non è il padre. Giuseppe si è domandato: ‘Che fare?’ In alcuni momenti difficili questa domanda ce la facciamo anche noi. Ci chiediamo: ‘Che fare?’.
Vediamo dunque cosa fa Giuseppe. Prima di tutto egli non agisce subito. Nel Vangelo c’è scritto che meditava. Anche noi, prima di agire, dobbiamo pensare, riflettere e chiederci quale sia il bene da poter fare in quella situazione.
Poi, anche se non sa bene cosa fare, Giuseppe ha un principio da cui partire. Egli si dice: ‘Io non posso fare del male a Maria. Qualsiasi cosa sia accaduta, io non posso fare del male a Maria’. L’angelo ancora non ha rivelato nulla a Giuseppe, quindi egli non sa del progetto di Dio, però ha questo principio e si fa guidare da questo principio. È un uomo che si domanda come proteggere una donna e allora, come è scritto nel Vangelo, si dice: ‘La ripudierò in segreto’. Possiamo dire che Giuseppe sia veramente un uomo. Avrebbe potuto farsi giustizia, la legge del tempo glielo avrebbe consentito; invece pensa al bene di Maria, la protegge. Anche noi, come Giuseppe, quando agiamo, siamo chiamati a fondare il nostro agire su dei principi, a pensare alle conseguenze di quello che facciamo, siamo chiamati a pensare al bene degli altri.
C’è infine una terza caratteristica del comportamento di Giuseppe che possiamo fare nostra: egli si fida. Anche la lettera ai Romani che abbiamo letto ci racconta di qualcuno che si è fidato, che ha saputo porre la speranza sopra ogni speranza. Giuseppe ripone la sua speranza in Dio e anche in Maria. Ragazzi, senza speranza il futuro è difficile da guardare. Ma la domanda su cui riflettere è: in che cosa ponete la vostra speranza? Giuseppe ha saputo riporre la speranza laddove la speranza aveva un fondamento, ovvero in Dio, perché egli è un uomo di fede. E non ha sbagliato. E voi? Voi certamente vi starete preparando bene a scuola e starete acquisendo numerose conoscenze. State crescendo nella conoscenza di tante cose, cose anche belle e buone. Ma non basta sapere cose o sapere cose buone. La domanda fondamentale che bisogna porsi è: quale sapere ispira la mia vita? Si possono sapere tante cose, ma quali ispirano la mia vita? San Giuseppe dove ha trovato questa sapienza? Meditando la Parola. La Parola, infatti, non è qualcosa dell’antichità che non ha più nulla da dirci, bensì continua a donarci una sapienza di vita che è per l’eternità. Basta saperla cogliere. E Giuseppe non solo la sa cogliere, ma la sa anche vivere. A tal proposito vi faccio notare anche un ulteriore aspetto di Giuseppe: in tutto il Vangelo non trovate una sola parola detta da Giuseppe; egli non parla, ma agisce. Giuseppe ci insegna che le chiacchiere da sole non costruiscono nulla, che è molto più importante vivere senza parlare, anziché parlare senza vivere. Giuseppe infatti dice il suo sì a Dio e Gli rimane fedele per tutta la vita. Questo è il modo più semplice per costruire la vita. Anche noi, come Giuseppe, siamo chiamati ad imparare a capire cosa sia importante per costruire la nostra vita. Ragazzi, se farete come San Giuseppe, la nostra speranza, la vostra speranza, non sarà mai vana, perché sarà fondata sulla roccia salda del Signore che resiste ad ogni imprevisto della vita e non verrà mai meno“.

Grande la soddisfazione del dirigente Piergallini, il quale, al termine della Messa, ha affermato: “Voglio ringraziare il vescovo, Sua Eccellenza Mons. Carlo Bresciani, il quale, quando abbiamo richiesto la possibilità di questa Celebrazione, ha accolto subito e con piacere il nostro desiderio. Si tratta di una rinnovata opportunità: già in passato abbiamo vissuto delle belle Celebrazioni insieme, poi la pandemia ha arrestato quella che ormai era divenuta una tradizione. Oggi finalmente abbiamo potuto ricominciare quello che avevamo lasciato in sospeso. E lo abbiamo fatto in un giorno speciale, in cui la Chiesa ricorda San Giuseppe. Come ha detto il nostro vescovo durante l’omelia, San Giuseppe è un esempio di vita concreta, dunque un esempio credibile che prendere forza anche per tutti noi. Mi auguro che la nostra comunità scolastica, io come dirigente e poi tutti gli insegnanti, abbia la forza di dare l’esempio, perché le parole senza l’esempio non sono nulla e quel tipo di didattica non porterà frutto.
Voglio poi ringraziare il prof. Ventidio Sciocchetti, il quale in pochissimo tempo è riuscito a mettere su questo coro e a preparare gli studenti per questa celebrazione. Ringrazio anche i ragazzi e le ragazze che hanno cantato e suonato e tutti voi che siete intervenuti, accogliendo questa nostra proposta”.

La mattinata si è conclusa con un breve concerto, stavolta in lingua italiana, degli studenti, coristi e musicisti del Liceo, che hanno intrattenuto piacevolmente i docenti e gli studenti intervenuti. Al concerto hanno assistito, oltre al vescovo Bresciani e al dirigente Piergallini, anche numerosi docenti ed alcuni genitori intervenuti.

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