COLONNELLA – Si è svolto Venerdì 9 Febbraio, presso il Cineteatro di Corropoli, un incontro dal titolo “La memoria di un sopravvissuto”. L’evento, organizzato dall’Istituto Comprensivo Corropoli – Colonnella – Controguerra, guidato dalla dirigente Lia Valeri, ha registrato la partecipazione del Sottotenente a titolo onorifico dell’Arma dei Carabinieri Abramo Rossi, originario di Colonnella, deportato durante la Seconda Guerra Mondiale in un campo di concentramento in Austria e costretto al lavoro coatto. All’appuntamento, che rientra nell’ambito delle manifestazioni organizzate dall’Istituto Scolastico in occasione della Giornata della Memoria e che è stato moderato dalla giornalista Carletta Di Blasio, hanno partecipato gli Studenti del Terzo Anno della Scuola Secondaria di Primo Grado di tutti e tre i plessi e le autorità civili dei tre Comuni: il sindaco e la vicesindaca di Colonnella, Biagio Massi e Mirella Pontuti; l’assessore di Corropoli con delega alla Cultura, Alessia Lupi; il consigliere di Controguerra con delega alla Pubblica Istruzione, alla Memoria Storica e ai Diritti Umani, Matteo Di Natale.

Durante l’incontro i giovani studenti hanno ascoltato con molta attenzione il racconto del Sottotenente Abramo Rossi in merito agli eventi storici che hanno condotto più di mille Carabinieri ad essere internati presso i campi di concentramento nazisti e ha illustrato le condizioni di privazione e sofferenza in cui si sono trovati tutti i deportati. Rossi, che tra poco mese di un mese compirà cento anni ed è stato ospite di numerosi consessi ragguardevoli, come ad esempio il Parlamento Europeo lo scorso Gennaio, ha poi raccontato l’esperienza di tutti gli Internati Militari Italiani che, come lui, hanno detto no alle lusinghe naziste di combattere al fianco delle truppe tedesche, pagando alcuni con la vita, altri con dure condizioni di vita e varie ritorsioni, la loro scelta fatta in nome della libertà e della giustizia. Il suo gesto di resistenza passiva gli è valso il titolo di Volontario della Libertà e la Medaglia d’Onore personale.

In una platea attenta e silenziosa, Abramo Rossi ha detto: “Io, che ho vissuto in prima persona la guerra, non riesco a capacitarmi del fatto che il mondo sia ancora minacciato da così tanti conflitti. Prego in continuazione che non si ripeta più un orrore del genere. In questi lunghi anni che il Signore mi ha concesso di vivere dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ho cercato in tutti i modi di diffondere e sostenere attivamente una cultura della pace. Da anni vado nelle Scuole Medie, nei Licei e nelle Università a raccontare la mia testimonianza: a Roma, dove vivono due dei miei figli; a Pescara, dove vive l’altra figlia; a Teramo e in tutti quei luoghi in cui mi invitano a partecipare. È un orgoglio per me riferire quello che ho vissuto, ma è anche un dovere che sento di portare avanti finché il Signore vorrà: è il dovere di ammonire i giovani a perseguire la pace, anche nelle piccole vicende quotidiane, perché la vera pace nasce proprio da lì. Spesso evito di vedere la televisione, perché non mi ritrovo più in tutti quegli episodi di violenza che sono ogni giorno in prima pagina. Cari bambini e ragazzi, siate buoni, ubbidite ai vostri genitori! Cari giovani, imparate a dare dignità al vostro corpo, a rispettare le regole e soprattutto le donne! Cari docenti, premiate chi davvero lo merita ed insegnate ai vostri studenti che, prima della preparazione scolastica o accademica, è importante possedere e perseguire valori fondamentali, come l’onestà, la giustizia, la solidarietà. Cari amministratori, affidate ruoli di responsabilità a persone che hanno alti valori. Solo così cambieremo la nostra società, se ognuno darà il suo contributo e se torneremo a considerarci tutti fratelli”.

Al termine della testimonianza, la giornalista Di Blasio ha fatto alcune riflessioni sul termine “fratelli” usato dal centenario Rossi, citando San Francesco, i Nobel per la Pace Martin Luther King e Nelson Mandela e l’Accordo di Abu Dhabi siglato nel 2019 da Papa Bergoglio e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad al-Tayyib, sottolineando come i valori della pace e della fratellanza non appartengano a nessuna bandiera, bensì attraversino tutti i popoli e tutte le religioni, senza distinzione alcuna.

Dopo aver intonato l’inno nazionale, non tanto come incitamento alle armi – come nell’intento del giovane Mameli – bensì come monito a considerarci tutti fratelli dell’Italia e del Mondo, due giovani studenti hanno voluto omaggiare il sottotenente Abramo Rossi con una raccolta di poesie e disegni, scritti ed illustrati da alcuni alunni del plesso di Colonnella, compaesani del centenario.

Grande la soddisfazione della dirigente Lia Valeri, fresca di nomina, la quale ha ringraziato il centenario Rossi per il suo racconto preciso e puntuale, che le ha ricordato le vicende di una persona a lei molto cara.
Entusiasti anche le autorità presenti che hanno invitato il sottotenente Rossi a tornare a trovarli.

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