MONTEPRANDONE – Presso l’Auditorium Centro Pacetti, nel pomeriggio di giovedì 18 gennaio 2023, si è svolto per i docenti, l’incontro formativo “La didattica delle emozioni con la Dott.ssa Rosanna Schiralli e il Dott. Ulisse Mariani, promosso dalla dirigente dell’IC Monteprandone, Roberta Capriotti, in collaborazione con Picena Express e con il Patrocinio del Comune di Monteprandone.

La dott.ssa Rosanna Schiralli e il Dott. Ulisse Mariani, sono promotori della Rete di scuole dell’empatia che promuove questa nuova metodologia di approccio alla crescita dei giovani, dei bambini, degli adolescenti secondo questo indirizzo finalizzato a una didattica delle emozioni, cioè insegnare a sviluppare le emozioni, a tradurre le pulsione in emozioni”. – Sono state queste le parole della dirigente, Roberta Capriotti, nel presentare i due esperti.

La dottoressa Schiralli ha fatto un excursus sulle dipendenze e sui disagi in particolare degli adolescenti a partire dagli anni ’90 che non è che “non c’erano, ma erano diversi; cambiano i tempi, le generazioni, solo che è strano che a un certo punto comincino ad esserci soprattutto disagi di dipendenza, disagi anche nuovi. A un certo punto abbiamo cominciato a chiederci perché, cosa sta succedendo. Ci sono state da allora dipendenze che non conoscevamo. Poi è iniziata una dipendenza, che prima non poteva esserci, cioè quella della tecnologia. Quindi uno si ritrova uno strumento da una parte meraviglioso, come la rete, ma vedi questi ragazzi che cadono dentro la rete come una trappola e molti non sanno che i sintomi da astinenza da rete sono uguali ai sintomi di astinenza da eroina. Ma perché i ragazzi diventano schiavi e quegli oggetti diventano padroni? Ragazzi che dovrebbero andare verso la crescita e l’autonomia, si ritrovano dipendenti. Perché?” – si è chiesta la Dott.ssa Schiralli –  “C’è un altro fenomeno: i ragazzi e i bambini, oggi, hanno una grande difficoltà a sentire quello che sentono, a desiderare. Il desiderio è ormai davvero una specie protetta dal WWF. Non hanno proprio i parametri anche rispetto a una cotta, a un innamoramento. È un problema quello di sentire, è una questione di desiderio, di passione. Nell’orto del troppo non possono crescere il desiderio, il sacrificio, la progettualità, lo sforzo e l’impegno. È quando c’è la mancanza, che si crea il desiderio, perché altrimenti non ho alcun motore che mi dice cosa vorrei, cosa mi piacerebbe. Hanno ucciso il desiderio.” –  ha concluso la dottoressa,  sottolineando che “se c’è una sciagura per il cervello dei nostri figli e dei nostri alunni, è il permissivismo. E questo è dimostrato dalle neuroscienze. I bambini e i ragazzi oggi non sanno affrontare, sostenere e superare la frustrazione, le delusioni. Il problema è dare un’educazione emotiva e questo è uno degli obiettivi della didattica delle emozioni che costituisce un vaccino. La frustrazione fa parte dell’essere umano e dobbiamo vaccinarli dalla frustrazione. La didattica delle emozioni fa questo scopo e ci riesce”.

Il progetto è stato poi illustrato nel dettaglio dal dott. Dott. Ulisse Mariani, il quale ha affermato che bisogna adattarsi all’evoluzione della società, ma che la scuola dovrebbe essere difesa sempre, anche se qualche volta sbaglia. “Noi dobbiamo aiutare i bambini a passare dalla pulsione all’azione più adattiva possibile, attraverso le emozioni, perché la pulsione tende al tutto e al subito, come quella del bambino piccolo che ha fame e piange, ma bisogna insegnargli che deve anche aspettare e quindi trasformare quella pulsione in emozione. Questo è possibile perché le emozioni si insegnano. Questo lo dice anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità che tra le Life skills invita ad insegnare ai bambini il più velocemente possibile a individuare, gestire e modulare il proprio mondo emozionale, perché così può riuscire a pianificare le sue azioni”.

Il dottor Mariani ha poi raccontato come si sia sviluppato questa nuova metodologia. Ha spiegato che circa vent’anni fa si è chiesto cosa si potesse fare rispetto ai nuovi disagi che emergevano tra i giovani e ha pensato insieme a pochi altri un metodo da dare in mano agli insegnanti per aiutare i bambini e i ragazzi a gestire le emozioni attraverso precise tecniche e strategie. Questo metodo doveva essere preventivo. Nel 2001 si è fatta una ricerca e hanno visto che i ragazzini, con questo metodo, raggiungevano degli obiettivi più alti, erano più tranquilli e avevano costruito un rapporto più profondo con gli insegnanti. La ricerca è andata avanti, raggiungendo buonissimi risultati, tanto da essere chiamati in 5 paesi europei e anche in Turchia. Successivamente il progetto è arrivato in Senato, dove è stato approvato,  ma poi è caduto il Governo e ci sono stati problemi. “Con l’aiuto di tre Università – l’Università de L’Aquila, il San Raffaele di Milano e l’Università Federico II di Napoli -, insieme al Centro di Biotecnologie Avanzate sempre di Napoli e alla Società Italiana di Neuropsiche Immuno Endocrinologia, sono stati fatti dei prelievi salivari ai bambini sottoposti a questo metodo ed è risultato che il livello di cortisolo era molto più basso rispetto agli altri. Un cervello che funziona con un basso livello di cortisolo, che è l’ormone dello stress, si costruisce meglio e i neuroni diventano più grandi, più efficienti, più numerosi, sono più attenti, aumenta il profitto e diminuiscono le condotte aggressive e violente, il bullismo si azzera. Questo è stato un risultato straordinario che ha fatto il giro del mondo e questa ricerca è stata possibile grazie a un vostro concittadino, Gianvincenzo Clerici, che ha finanziato e sostenuto il progetto”.
Il Sindaco di Monteprandone, Sergio Loggi, nel suo intervento, ha detto “che c’è un disagio sociale, in questo periodo, che neanche si riesce ad immaginare, che parte dalla famiglia. E oggi questo modo di vivere sta sfuggendo di mano”. Il primo cittadino ha infine ringraziato i docenti presenti per quello che fanno, perché sono un punto fondamentale per la crescita del territorio

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