Ringraziamo per il servizio fotografico le persone che si sono adoperate

MONTEMONACO – “Siamo nella chiesa di Santa Maria di Casalicchio in Tofe. Casalicchio vuol dire ‘piccolo agglomerato di case’. Perché dunque una chiesa messa qui, lungo una strada in cui c’erano pochi abitanti? Perché era la strada dei viaggi, delle transumanze e poi anche di particolari devozioni. Qui si venivano a fare i giuramenti: davanti all’altare, infatti, si veniva a giurare e firmare atti notarili importanti che prevedevano accordi tra le varie comunità, specialmente atti di pace. Oggi qui esiste una doppia venerazione: quella alla Madonna – Santa Maria in Casalecchio – e quella a San Sebastiano. Per questo ci apprestiamo a celebrare l’Eucaristia, questa parola che in greco significa ‘ringraziamento’, perché vogliamo ricordare il voto fatto a San Sebastiano nel 1500 circa contro la peste e vogliamo continuare a ringraziare Lui e il Signore per aver scongiurato quel pericolo”.
È con queste parole che don Vincenzo Catani, storico ed archivista della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, ha aperto la celebrazione eucaristica in onore di San Sebastiano presieduta dal vescovo Carlo Bresciani e concelebrata dal parroco don Luca Rammella, dal vicario parrocchiale don Pino Raio e da padre Maurizio Fioravanti sabato 20 gennaio, alle ore 11:30, presso la chiesa di Santa Maria di Casalicchio in Tofe, frazione di Montemonaco. Hanno altresì concelebrato la Messa pure i diaconi Walter  Gandolfi e Natalino Marinozzi e tutti i numerosi fedeli presenti, giunti anche dalle città limitrofe.

Alla Santa Messa, celebrata dopo la consueta processione dei fedeli da piazza Roma fino all’edificio sacro, hanno partecipato numerose autorità civili e militari, a partire dalla Sindaca di Montemonaco Francesca Grilli, la quale ha detto: “Voglio rivolgere un cordiale saluto e un ringraziamento a tutte le autorità presenti: al presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Andrea Spaterna, il quale ci ha accompagnato lungo il percorso; al presidente del Bim Tronto, Luigi Contisciani; al presidente dell’Unione Montana dei Sibillini nonché sindaco di Santa Vittoria in Matenano, Fabrizio Vergari; al vicepresidente della Provincia di Ascoli Piceno, nonché sindaco di Rotella, Giovanni Borraccini; ai colleghi Sindaci delle città di Force, Amedeo Lupi, Montefalcone, Giorgio Grifonelli, Montefortino, Domenico Ciaffaroni, Montegallo, Sante Capanna, e Smerillo, Antonio Vallesi, per avermi dato la disponibilità a partecipare alla nostra festa. Poi rivolgo un cordiale saluto anche ai militari presenti: al colonnello Domenico Barone, Comandante dei Carabinieri di Ascoli Piceno; al maresciallo Massimo Fabiani, comandante della Stazione dei Carabinieri di Montemonaco; al colonnello Silvano Sampaolesi, comandante del Reparto dei Carabinieri per la Tutela Forestale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini; al nostro maresciallo Marco Piergiovanni sempre della Forestale; al colonnello Paolo Pettinari, comandante del Consorzio della Polizia Locale dei Monti Azzurri; a tutti i Vigili del Piceno presenti qui oggi che ringrazio sentitamente. Porto inoltre i saluti alla comunità da parte del prefetto di Ascoli Piceno Sante Copponi, del senatore Guido Castelli e dell’onorevole Augusto Curti, impossibilitati a venire qui con noi oggi, in quanto impegnati a Pesaro con la cerimonia inaugurale di Pesaro Capitale della Cultura 2024, a cui presenzierà anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A tutti voi porto il saluto da parte mia, dell’intera Amministrazione Comunale e della Cittadinanza tutta e manifesto la nostra profonda gratitudine per aver voluto onorare con la vostra presenza la cerimonia in onore di San Sebastiano, patrono della Polizia Locale, i cui compiti e le cui funzioni richiedono grande impegno e massima dedizione. Grazie a tutti“.

Mons. Bresciani, durante l’omelia, ha sottolineato la grande devozione della comunità Picena a San Sebastiano, “una tradizione che merita di essere mantenuta – ha affermato – in quanto la vostra presenza numerosa dice quanto sia sentita non solo qui a Montemonaco, ma anche in tutta la zona circostante e nella provincia di Ascoli Piceno”.

Il vescovo poi ha proseguito la sua riflessione evidenziando come la storia della vita di San Sebastiano stimoli tutti a porsi una domanda: “‘Per cosa vale la pena spendere la nostra vita?’. Se la trascorriamo in comunione con il Vangelo, la nostra vita prende significato; altrimenti è una vita senza senso. E una vita senza senso la si vive male. Pensate che oggi sono oltre trecentocinquanta milioni i cristiani nel mondo che sono perseguitati, solo perché sono cristiani, persone che ritengono valga la pena essere perseguitate per Gesù. Questo dato ci dice dove porti l’intolleranza. Quando noi ci diciamo intolleranti, procuriamo veramente una grande crisi della società che poi diventa una grande crisi del mondo. Le tante guerre a cui stiamo assistendo proprio in questi giorni, con quelle drammatiche distruzioni di cose e soprattutto di persone, vengono dalla radice dell’intolleranza. E San Sebastiano è stato vittima di questa intolleranza. E l’intolleranza porta a scelte che sono veramente grandi, veramente serie e possono divenire veramente gravi nella vita. Il Santo avrebbe potuto certamente difendere la propria vita dal punto di vista fisico, cedendo tutto. Ma è proprio vero che siamo chiamati a cedere tutto?! Quando cerchiamo di salvare la vita perdendo dei valori, noi perdiamo tutto. San Sebastiano allora ci aiuta a rispondere alla domanda da cui siamo partiti, ovvero ‘Ci sono dei valori per i quali vale la pena spendere la vita?’. La risposta di questo Santo è che sì, ci sono valori per i quali vale la pena spendere la vita. Uno di questi è certamente il fatto che noi non dobbiamo rinunciare ad essere Figli di Dio e a riconoscerci Figli di Dio: San Sebastiano infatti non cede a rispondere alla violenza con la violenza, bensì risponde con la fede“.

“Nella Prima Lettera ai Corinzi, che abbiamo appena ascoltato – ha concluso Bresciani –, San Paolo ci dice che possiamo avere fiducia in Dio, che possiamo confidare in Lui. Ed è quello che ha fatto anche San Sebastiano: egli ha confidato in Dio, sapendo che una vita spesa bene è una vita che vale la pena di essere vissuta, anche se purtroppo interrotta drammaticamente in quella maniera. In questo Gesù si è presentato come modello a San Sebastiano e si presenta come modello a tutti noi. Ecco allora che trova senso la domanda che vi ho ho posto all’inizio: ‘Per che cosa posso spendere la mia vita?’ ovvero ‘C’è qualcosa nella mia vita che è veramente valido e per il quale abbia senso spendere la mia vita?’. Sì, l’amore verso Dio e l’amore verso il prossimo. Quest’ultimo certamente può essere coniugato in diverse maniere: il sacerdote in una maniera, il marito o la moglie in un’altra maniera, le Forze dell’Ordine in un’altra maniera ancora, gli Amministratori in un’altra. Ma tutti, quando facciamo il nostro massimo per il bene delle altre persone, quando facciamo un servizio così, possiamo dire che quel servizio è benedetto da Dio.
Chiediamo allora a San Sebastiano, per l’intercessione di Maria Vergine che qui è venerata, di aiutarci a scoprire per cosa valga la pena vivere la nostra vita. E chiediamo al Signore di venire in nostro aiuto affinché davvero possiamo spendere la nostra vita per il bene nostro e per il bene degli altri”.

Al termine della celebrazione il parroco don Luca Rammella ha ringraziato il vescovo Bresciani per le sue parole e ha invocato il Signore “affinché, sull’esempio di San Sebastiano, aiuti la comunità a costruire il bene”.

La mattinata si è conclusa con due momenti di gioia. Prima è stata data la bella notizia di un prossimo lavoro di ristrutturazione della chiesa di Santa Maria di Casalicchio in Tofe, in parte danneggiata a causa dell’ultimo sisma. Poi, come ormai da tempo immemorabile secondo quanto documentato negli archivi comunali, sono stati offerti a tutti i pellegrini pane e vino cotto benedetti.

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