(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Vogliamo sottolineare la nostra speranza di maggiore mobilità e diritti per i cittadini di Paesi terzi, prospettive di procedure efficienti e una più ampia inclusività: questo segnalerebbe un passo proattivo nel senso del rafforzamento dell’impegno dell’Ue verso parità di trattamento e integrazione”.

Lo scrivono sette sigle del mondo cristiano in Europa in un documento pubblicato mentre tra Parlamento e Consiglio europeo sono in corso i dialoghi per negoziare una posizione condivisa su due direttive inerenti la migrazione dei lavoratori (quelle su “permesso unico” e su “soggiorno di lungo periodo”). Caritas Europa, la Commissione delle Chiese per i migranti in Europa (Ccme), la Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece), Don Bosco Internazionale, Eurodiaconia, la Commissione cattolica internazionale per le migrazioni (Icmc) e la Chiesa protestante tedesca (Ekd) auspicano che i negoziati aiutino ad “armonizzare i quadri normativi e a promuovere al contempo gli interessi di Stati membri e cittadini di Paesi terzi”. Nel documento congiunto usano parole positive rispetto alle Direttive in discussione che rappresentano “un passo avanti significativo, nella giusta direzione”, dal momento che “un’atmosfera accogliente per i cittadini di Paesi terzi all’interno dell’Ue è vitale per un’efficace legame tra migrazione e lavoro”. Serve però “cambiare la retorica discriminatoria nei confronti dei migranti in generale per mantenere l’Europa attraente per loro”.

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