“Lo scorso fine settimana un terremoto nel remoto nord-ovest del Nepal ha ucciso più di 80 bambini – oltre la metà delle vittime totali – e si stima che in 5.000 siano stati costretti a lasciare le loro case e a dormire al gelo con il rischio concreto di contrare malattie come la polmonite”. È l’allarme che lancia oggi Save the Children.”
Gli ultimi dati del governo della provincia di Karnali affermano che “82 bambini sono tra i 153 morti confermati dopo che un terremoto di magnitudo 6.4 ha colpito Jajarkot e Rukum West, a circa 500 km ad ovest di Kathmandu, lo scorso venerdì notte, mentre la maggior parte delle persone stava dormendo”. Come riferiscono funzionari governativi, “circa 10.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie case dopo la forte scossa e molte famiglie hanno perso tutto a causa del crollo delle proprie abitazioni. Gli ospedali faticano a far fronte al numero di feriti e più di 300 scuole sono andate distrutte. Le frane nella regione montuosa stanno rendendo difficile il trasporto degli aiuti e del cibo necessari soprattutto alle aree più remote”.
“I bambini hanno paura. Molti hanno perso dei parenti, in migliaia hanno perso la casa. Le continue scosse di assestamento e il terrore di un altro terremoto si traducono nello stare all’addiaccio. Con le temperature in calo, hanno bisogno di ripari, di stare al caldo e di cibo nutriente”, sottolinea Heather Campbell, direttrice di Save the Children in Nepal.
“Siamo preoccupati perché più a lungo i bambini resteranno fuori casa, più alta sarà per loro la possibilità di contrarre la polmonite. I più piccoli sono a rischio anche di contrarre malattie trasmesse dall’acqua, perché l’acqua potabile sicura scarseggia. C’è urgente bisogno di servizi igienici e strutture per la pulizia”, prosegue Campbell.
“I bambini sono i più vulnerabili e hanno bisogno di spazi in cui siano al sicuro e possano continuare a ad apprendere. Dobbiamo garantire la loro sicurezza e protezione poiché disastri come questo possono portare a gravi conseguenze come i disturbi mentali. Il recupero dal trauma della perdita dei propri cari o della propria casa non sarà un processo rapido. Hanno bisogno di stabilità”, conclude Campbell.
Save the Children, in coordinamento con le agenzie governative e i partner locali, è sul campo e fornisce assistenza. L’organizzazione sta consegnando beni di prima necessità, tra cui rifugi, coperte, kit igienici e kit per bambini.

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