MARTINSICURO – “Non è stata sufficiente la sagra estiva, MartinFest, allora hanno inventato anche la sagra autunnale, MartinFritt! E devo dire che l’obiettivo è stato raggiunto: raccogliere fondi per ripristinare le antiche campane della chiesa del Sacro Cuore in Martinsicuro e per sostenere le famiglie più bisognose. Il tutto in un’atmosfera di gioia, collaborazione, coesione e socializzazione. Ringrazio il comitato parrocchiale per i festeggiamenti, costituito da una sessantina di persone, che ha preso le redini della situazione in mano e ha ottenuto il risultato sperato. Ormai viviamo in una società in cui spesso ogni istituzione segue la sua comoda strada e persegue i suoi fini, mentre i cittadini rimangono in disparte e restano isolati ed inascoltati. Le due feste martinsicuresi, invece, hanno rovesciato questa situazione: non più particelle di sodio nell’acqua Lete!” – È con queste parole colme di gratitudine e anche di un pizzico di ilarità che don Anselmo Fulgenzi, parroco delle parrocchie Madre Teresa e Sacro Cuore di Martinsicuro, commenta la seconda edizione del MartinFritt, non solo una sagra autunnale delle prelibatezze locali, ma anche un momento di aggregazione e socializzazione per tutta la comunità.

L’evento, che si è svolto sabato 21 e domenica 22 ottobre presso il campetto e il salone parrocchiale di via Aldo Moro, è servito principalmente a reperire le risorse economiche necessarie per realizzare l’impianto elettromeccanico del campanile e rimettere così in funzione le campane, compresa quella risalente al 1779. “Nei primi anni sessanta – spiega il parroco don Anselmo – le campane erano state messe a tacere per motivi di sicurezza.
Ora, con i fondi raccolti attraverso il MartinFritt, sarà possibile acquistare un sistema di automazione con motori e schede elettroniche nuove che consentiranno di produrre un suono più armonioso di quello metallico finora ascoltato. Sarà inoltre realizzata una nuova vetrata per il campanile“.
La sagra autunnale è stata anche lo strumento per raccogliere fondi da destinare alle famiglie meno abbienti e quindi maggiormente bisognose di aiuto, che, come ricorda il parroco don Fulgenzi, “purtroppo negli ultimi anni, tra crisi economica e pandemia, sono sempre in numero maggiore”.

Tante le specialità che gli ospiti hanno potuto assaggiare in questi due giorni, tutte rigorosamente fritte: formaggio, frittelle, patatine. In particolare è stata parecchio apprezzata la novità di questo anno, la frittella ‘mbriaca (frittella ubriaca), ovvero una frittella bagnata con anisetta e zucchero oppure con rum e zucchero. Oltre ai fritti e alla birra, non sono mancate le castagne arrosto e vino nuovo.

Tutto è stato realizzato – conclude don Anselmo – grazie in particolare alla generosità di tanti giovani e adulti che hanno servito i tavoli, ma devo dire che ciascuno, all’interno della comunità, ha dato il suo contributo: chi nel preparare, chi nell’organizzare, chi nel cucinare, chi nel servire, chi nel pulire. È bello infine anche vedere come tutti siano stati coinvolti. E, quando dico tutti, intendo proprio tutti! Questo mi ha dato una gioia infinita!”.

 

 

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