SAN BENEDETTO DEL TRONTODomenica 8 ottobre, presso l’oratorio della parrocchia Sant’Antonio da Padova di San Benedetto del Tronto, l’Ufficio di Pastorale Familiare della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto ha organizzato un incontro per famiglie dal titolo “La sapienza del due”. Presenti  all’evento il vescovo diocesano, Sua Eccellenza Monsignor Carlo Bresciani, e il prof. Luca Tosoni, docente di Morale e autore di vari testi sulla famiglia.

L’incontro si è aperto con la preghiera e i saluti del vescovo Bresciani: “Ognuno di voi vive il proprio cammino nelle parrocchie di appartenenza, ma è importante incontrarsi qualche volta per sentirsi uniti lungo questo viaggio. In questo andare si cammina in due, in un modo che è diverso da quando si cammina da soli. Il Signore ci è vicino lungo la strada e, quando c’è Lui, tutto prende un’altra forma. Si è in due, grazie alla Sapienza di Dio: Egli non fa mai le cose a caso, è Lui che vuole la coppia, è Lui che fa incontrare due persone, è sempre Lui che vuole la coppia.”

Il prof. Tosoni ha presentato la relazione raccontando anche la sua personale esperienza di uomo, cristiano, marito e padre: “Sono sposato da tanti anni, la mia vuole essere solo una riflessione, non ho nulla da insegnare a nessuno.
Grazie alla Sapienza di Dio, ogni cosa è perfetta, nulla è incompleto. Nell’essere due, c’è la Sapienza di Dio. Dio ci affida il cammino a due, ci affida l’amore. Il percorso è molto bello, ma non tutto scorre sempre liscio, a volte possono sorgere anche dei conflitti.
Nella Genesi viene detto: ‘Non è bene che l’uomo sia solo’. In questa frase troviamo un Dio che si accorge della nostra solitudine e la donna è il dono più grande che Dio ha dato all’uomo. Accogliere qualcuno significa essere disposti a fare spazio nella nostra vita ad un’altra persona, sia nella gioia che nel dolore. Questo è facile, quando le cose vanno bene; ma, quando ci sono difficoltà o momenti complicati, il cammino diventa faticoso e si tende a chiudersi in sé stessi, a non ascoltarsi più, a non dialogare più.
Quanto siamo disposti ad ascoltare? Molte volte il percorso è così veloce, che altrettanto velocemente finisce. L’amore, invece, è qualcosa che viene costruito piano piano, giorno dopo giorno. L’amore non è una fascina che subito si accende, ma non dura; l’amore è un grande “ceppo” di legno che brucia piano piano e scalda nel lungo termine.
Nel rapporto di coppia ci vuole attenzione, ci vuole quello sguardo attento che capisce la necessità dell’altro, ci vuole quel tempo perso a guardare la vita dell’altro per capire le sue necessità. L’attenzione deve essere reciproca. L’altro ci deve sentire presenti, pure quando non ci siamo. La vicinanza è qualcosa che si sente: o c’è o non c’è. Fortunatamente, anche se noi siamo distratti, Dio non è mai distratto: Egli fa incrociare le nostre strade e, nella Sua estrema Sapienza, fa incontrare due persone con le proprie fragilità. Tante cose noi non riusciamo a comprenderle. A volte è dura! Anche io spesso mi chiedo: ‘Luca, perché dovresti tornare a casa da Patrizia?’. Ma la bellezza è proprio qui, perché insieme ai momenti felici ci sono quelli tristi. Il nostro amore è cresciuto così, mattone dopo mattone, nella gioia e nel dolore.
Un altro passo importante è il perdono. Quanto amore nel perdono! Dio è il padre della parabola del ‘Figliuol prodigo’: Dio non vuole spiegazioni, Dio aspetta il nostro ritorno e ci abbraccia, forse noi, come lui, anche ci prepareremo un discorso che non riusciremo a fare, perché dopo l’abbraccio seguirà la festa. Il perdono è ‘riportare in vita’. Il perdono fa bene a chi lo riceve e a chi lo dona. Nel rapporto a due è importante che ognuno abbia il proprio spazio: rispettando quegli spazi, sarà possibile camminare insieme, ciascuno con le proprie differenze”.

“Per quanto riguarda i figli – ha proseguito il prof. Tosoni – c’è da porsi una domanda fondamentale: ‘Diamo la vita per egoismo personale o perché conosciamo la vera importanza che ha la vita?’ Non siamo noi che doniamo la vita, ma è Dio stesso che la dona, come ha fatto con noi: noi siamo solo strumenti.  La vita è il dono più bello e più prezioso e dobbiamo comprenderne il valore. Le coppie che non hanno figli, allora, non sono famiglie?! Sì, sono famiglie. La coppia è famiglia anche se non ha figli, così come nelle famiglie con figli non deve scomparire l’importanza di essere coppia, l’importanza dell’essere ‘due’ voluto da Dio”.
L’illustre ospite ha infine sottolineato l’importanza per ogni famiglia di essere aperta alla comunità: “La coppia è famiglia e, come famiglia, deve mettersi al servizio della comunità, indicare alle coppie in difficoltà l’importanza del perdono, del rispetto, dell’attenzione, della pazienza e del sostegno del Signore. Non sarà mai tutto preciso, tutto perfetto. Viviamo in un mondo dove l’idealismo vuole cancellare l’imperfezione, ma la bellezza del cammino a due è bello pure nelle difficoltà, nel riuscire a superarle insieme, perché l’amore è più forte. Ogni cosa che viene costruita richiede difficoltà, ma poi tutti ammiriamo il risultato e ne siamo contenti. Le cose più belle sono quelle che richiedono più fatica”.

Le coppie presenti all’incontro hanno poi esposto le loro riflessioni in tavoli sinodali. Dopo circa venti minuti le riflessioni e le domande scaturite sono state condivise.

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