GROTTAMMARE – “Voi desiderate un ricordo da me. Altro ricordo non ho da darvi che un invito alla santità. La gente pare che non si lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma, di fronte alla santità, ancora crede, ancora si inginocchia e prega. La gente pare che viva ignara delle realtà soprannaturali, indifferente ai problemi della salvezza. Ma se un Santo autentico, o vivo o morto, passa, tutti accorrono al suo passaggio. Ricordate le folle intorno alla bara di don Orione? Non dimenticate che il diavolo non ha paura dei nostri campi sportivi e dei nostri cinematografi; ha paura, invece, della nostra santità”.

Queste parole del Beato card. Alfredo Ildefonso Schuster riassumono bene quanto accaduto ieri, 11 Ottobre 2023, presso la chiesa San Pio V in Grottammare, dove, durante il triduo di preghiera dedicato al Beato Carlo Acutis – che terminerà oggi –, è stata ospitata l’icona di Maria, una sosta prevista all’interno dell’itinerario della Peregrinatio della Madonna di Lourdes, organizzato dall’UNITALSI Nazionale. Due vite sante che si sono incontrate, richiamando l’attenzione e la preghiera di numerosissimi fedeli.

La celebrazione eucaristica, preceduta dalla preghiera del Rosario, è stata presieduta dal vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto -Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani e concelebrata da don Federico Pompei, parroco ospitante, don Joseph Bahane, don Vincenzo Catani e don Romualdo Scarponi.

Queste le parole del vescovo Bresciani durante l’omelia: “La visita di Maria qui mi pare un atto veramente materno, quello di una madre che va a visitare i suoi figli. È venuta qui, come da altre parti, perché tutti siamo suoi figli. Mi sono chiesto come mai Maria sia giunta qui. Certamente una risposta ce la siamo già data: noi siamo andati a visitarla pochi giorni fa e lei è venuta a restituirci la visita. Ma, se ascoltiamo bene la Parola di Dio che abbiamo appena proclamato, scopriamo una ulteriore ragione profondamente spirituale: Maria è venuta per aiutarci ad incontrare il Padre, per insegnarci a pregare. Dove, infatti, che Gesù ha imparato a pregare da piccolo? Ha imparato dalla Madonna, nelle braccia di Maria che aveva davanti a sé la figura di Dio come Padre. Quando l’angelo si è presentato a lei, infatti, lei ha detto di sì alla proposta del Padre che le aveva chiesto di diventare Madre di Suo Figlio. Ella ha detto di sì, perché nella sua fede riconosceva profondamente, amava e pregava questo Padre. Maria stasera ci indica che anche noi, con lei, preghiamo il Padre e, insieme con lei, diciamo: ‘Padre, sia santificato il tuo nome!’. Maria dunque ci insegna questo: a santificare il nome di Dio come ha fatto lei. Non nel senso che dobbiamo renderlo santo, perché già non lo sia! Bensì nel senso che, come Maria, siamo chiamati a manifestarlo santo attraverso la nostra vita, compiendo la Sua volontà. Questo mi pare un aspetto molto importante: Maria, come Madre, ci conduce ad incontrare il Padre e ad amarlo come lo ha amato Lei, disponibili alla Sua volontà come Lei ha fatto”.

Amare il Padre – ha proseguito Mons. Brescianivuol dire anche scoprire cosa c’è nel cuore del Padre. Ed è quello che Giona non voleva accettare, come ci è stato ricordato nella Prima Lettura di oggi. Giona non voleva accettare un aspetto fondamentale di Dio Padre, ovvero che fosse un Padre ‘misericordioso e pietoso’. Se vogliamo capire il cuore di Dio, dobbiamo entrare in questa misericordia di Dio. A volte purtroppo si utilizza il nome di Dio per giustificare la violenza e questa è la bestemmia più grande che possiamo dire: chi ama, infatti, non può essere violento. Nel racconto del profeta Giona c’è un’ironia molto forte: egli non voleva che Dio fosse misericordioso verso gli abitanti di Ninive, ma si lamentava perché una pianta era seccata. Giona usa misericordia verso una pianta, ma non verso le persone. Quanto c’è da capire in questo brano! La prima miserircordia è verso le persone umane, prima che verso le altre creature, come gli alberi o gli animali, che pure devono essere rispettati. Giona deve ancora scoprire il vero volto di Dio che invece Maria ci presenta, ovvero il volto dell’amore. E ce lo presenta attraverso la sue parole – poche per la verità –, ma soprattutto attraverso la sua vita. A Lourdes Maria parla di misericordia verso i malati, i sofferenti, i bisognosi. Maria presenta con la sua vita il volto di Dio che è Padre. E indica anche a noi questa strada: ‘Siate misericordiosi, come lo è il Padre vostro che è nei Cieli!’. Come sarebbe bello e diverso se veramente usassimo questa misericordia gli uni verso gli altri, se imparassimo ad essere davvero la bella famiglia di Dio?!”.

“Stasera allora, davanti a Maria – ha concluso il vescovo Bresciani –, preghiamo insieme con Lei affinché ci aiuti a custodire anche dentro di noi quella misericordia che Lei ha manifestato e continua a manifestare. Insieme a Maria e insieme a Gesù, che ha insegnato ai suoi discepoli a pregare, preghiamo questo Dio che è Padre di Maria, di Gesù, Padre nostro, Padre di tutti affinché ci insegni a vivere dentro questo mondo senza lasciarci inacidire il cuore dalle vicende brutte, bensì ci aiuti ad avere un cuore capace di misericordia e di pace verso tutti. E, quando nostra Madre ci guarderà e vedrà che ci trattiamo così tra noi, Maria non potrà che avere un cuore pieno di gioia, come ogni madre che vede i proprio figli che si vogliono bene, si aiutano, vanno d’accordo, hanno misericordia gli uni verso gli altri”.

Al termine della celebrazione eucaristica, nel piazzale antistante la chiesa di San Pio V, si è tenuta la processione aux flambeaux che, con i colori del crepuscolo, è stata ancora più emozionante ed intima.

Il parroco don Federico Pompei dichiara: “È stata una bellissima iniziativa. La presenza della statua del Beato Carlo Acutis ha dato ancora maggiore importanza al suo culto che già era in essere nella nostra parrocchia. Nel suo triduo Acutis si è ritrovato da Beato ad essere onorato con l’immagine della Madonna di Lourdes alla quale si era affidato durante la sua vita: in particolare, proprio davanti alla Grotta di Massabielle, il giovane Carlo si preso l’impegno di dire il Rosario ogni giorno al suo ritorno in Italia e così ha fatto. È stata una coincidenza questa sovrapposizione di eventi, ma noi cristiani, in realtà, ci vediamo un significato bel preciso: un invito alla preghiera del Rosario da parte di un Beato che proprio alla Vergine di Lourdes aveva fatto questa promessa. Mi ha inoltre fatto molto piacere constatare la numerosa partecipazione dei fedeli: molti devoti sono accorsi anche dalle parrocchie limitrofe e dalle diocesi vicine. La presenza dell’Unitalsi ha arricchito la celebrazione e ha reso la preghiera ancora più intima e sentita”.

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