DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del Monastero Santa Speranza di San Benedetto del Tronto.

E’ molto bella la prima lettura che, questa domenica, la liturgia ci propone.
Leggiamo insieme: «Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose…la tua forza è il principio della giustizia, e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti…padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza…hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini, e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento…».
E’ una preghiera a Dio, ad un Dio forte. Ma dove sta la forza di questo Dio? Sta nella sua mitezza, nel suo essere giusto, paziente, indulgente, un Dio che si prende cura di tutto e di tutti.
Lo leggiamo anche nel Vangelo, attraverso la parabola del grano e della zizzania.
La meraviglia, in questo testo, sta nel fatto che il padrone del campo seminato a grano ma su cui è cresciuta anche la zizzania, vieta ai suoi servi di strappare quest’ultima sul nascere. Piuttosto va lasciata crescere insieme al grano fino al tempo della mietitura, altrimenti c’è il rischio di sradicare entrambi.
Torna il nostro Dio paziente, con la sua strana, per noi, politica di tolleranza.
Cosa diremmo noi, infatti? “Ma come? Lasciate grano e zizzania? Il male va tolto, estirpato, cancellato, annullato. Bisogna purificare, togliere la zizzania di torno!”.
E tutto ciò nella presunzione di essere noi il grano genuino e quindi autorizzati a giudicare gli altri che sono zizzania irrecuperabile.
Questo è proprio quello che Gesù non vuole: una comunità ristretta di uomini puri e duri che si presentano come mietitori pronti ad eliminare le presunte zavorre.
Gesù non nega la separazione, la sua non è indifferenza al bene e al male, ma annuncia che il tempo della separazione non è ancora arrivato e comunque, per fortuna, non spetta agli uomini. Noi abbiamo sempre tanta fretta a voler moralizzare e mettere in ordine; secondo noi una bella ripulitura non potrebbe che far bene al grano buono, un grano che crescerebbe più rigoglioso e più forte.
Ma Dio desidera che i giusti siano come il granello di senape, come il pugno di lievito mescolato «in tre misure di farina» e noi siamo chiamati ad accogliere i tempi e le modalità di Dio confidando, come ci dice San Paolo, nello Spirito che «viene in aiuto alla nostra debolezza».
Preoccupiamoci non della zizzania, dei difetti, delle debolezze ma di avere un amore grande, ideali forti, desideri positivi. Facciamo che tutto ciò sbocci e cresca in tutta la sua bellezza e vedremo la zizzania senza più terreno. E tutto il nostro essere, come conclude il Vangelo, maturare e splendere al sole.

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