GROTTAMMARE – Torna a Grottammare la Sacra Rappresentazione del Cristo morto una delle celebrazioni del Venerdì Santo più antiche e sentite della zona, che si svolge ogni tre anni. La sua tradizione affonda le origini nel XVIII secolo, essa consiste in una raffigurazione simbolica e vivente della passione e morte di Cristo.

La Sacra Rappresentazione di Grottammare si differenzia dalle altre processioni della settimana santa sia per la sua ciclicità che per il suo svolgimento. Essa non è né un corteo storico né una via crucis, è una narrazione itinerante di un fatto religioso che, dal 1738, attraversa l’intera città nel più rigoroso silenzio.

Il corteo, oggi come allora, si radunerà in Piazza Peretti e da qui dalle 21 in poi scenderà verso “la marina” percorrendo le vie principali del centro cittadino per tornare nuovamente al vecchio incasato in un itinerario di oltre 2.5km. La sfilata, divisa in 13 scene dedicate ognuna ad un momento specifico dell’ultima notte di Cristo (la potenza romana sconfitta dal trionfo di Cristo, il ricordo della preghiera al Getsemani, l’arresto di Gesù, il rinnegamento di Pietro, Gesù davanti ad Erode prima e a Pilato poi, la condanna a morte, la salita al Golgota, gli strumenti della Passione, le sette parole, la morte di Gesù, la deposizione dalla croce, il corteo funebre) è composta da circa 500 figuranti che si tramandano di padre in figlio i ruoli assunti e sarà animata esclusivamente dalle voci dei tre cori (ognuno con un ruolo diverso: il primo coro formato dalle voci innocenti delle piccolissime condanna la malvagità degli uomini, il secondo coro formato da ragazze invita al pentimento che redime e il terzo coro formato da donne molto più mature invece  vuole esprimere l’immenso dolore di Maria per la sofferenza di suo figlio) e dalla Banda musicale (a cui invece è affidato il compito di aprire il corteo funebre come era in uso nel XVIII secolo – il periodo di origine della rappresentazione – nelle esequie dei personaggi illustri).

L’organizzazione del Cristo morto è curata dalla Confraternita dell’Addolorata che per questa edizione post pandemia ha realizzato anche un opuscolo descrittivo dell’evento in distribuzione gratuita nelle chiese e nei locali cittadini per promuovere, anche tra le nuove generazioni, la conoscenza e il significato più profondo della Sacra Rappresentazione di Grottammare.

Percorso della Sacra Rappresentazione
Piazza Peretti, Via San Giovanni Battista, Via Palmaroli, Via Sant’Agostino, Via Leopardi, Via XX Settembre, Viale Ballestra, Via Marconi, Via Leopardi, Via Matteotti, Via Laureati, Via F.lli Cairoli, Viale Sisto V, Viale Crucioli, Corso Mazzini, Piazza Garibaldi, Via Sant’Agostino.
Si ringraziano gli abitanti delle vie interessate dal passaggio della Sacra Rappresentazione, che da sempre adornano finestre e balconi con arazzi, ciotole, fiaccole e candele contribuendo a creare lungo il percorso un’atmosfera più suggestiva, i titolari di esercizi commerciali e i privati che hanno contribuito economicamente per sostenere le spese della rappresentazione.

NOTE STORICHE:
La Sacra Rappresentazione del Cristo Morto di Grottammare –la seconda più antica della zona, dopo la processione di Ripatransone– fu istituita nel 1738 da Padre Antonio Petrocchi dell’Ordine dei Frati Minori di Castignano, con l’approvazione del Vescovo Mons. Francesco Andrea Correa.
La rappresentazione, che oggi si svolge ogni tre anni, all’origine si svolgeva ogni anno ed era organizzata dalle Confraternite del SS. Sacramento e del SS. Rosario
Dal 1757 la preparazione è curata dalla Confraternita della Passione e morte di N.S. Gesù Cristo e della gloriosissima e Addolorata sua Madre fondata il 10 febbraio 1757 con bolla del Vescovo Luca Nicolò Recco e subito unità alla confraternita del Ss. Sacramento, la compagnia è tutt’ora esistente e ha assunto oggi il nome di “Confraternita dell’Addolorata”, dal 1805 collabora alla cura della processione anche la Confraternita del Cuore di Gesù (detta dei Sacconi) in seguito confluita anch’essa nella Confraternita dell’Addolorata.
Ancora oggi è possibile individuare nel corteo i ruoli che furono storicamente delle diverse congreghe grazie all’utilizzo di diverse vesti e cappe indossate dai confratelli.
Nel 1930 il Vescovo Luigi Ferri ne dettò le “istruzioni di edificazione di oltre 500 persone, seguite da migliaia di fedeli che sfilano secondo un ordine prestabilito”, quella che vediamo sfilare oggi è quindi una Sacra rappresentazione organizzata dal 1738 ma che si volge con un protocollo del 1930.

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