COSSIGNANO – Iniziamo oggi una serie di interviste ai Sindaci dei Comuni della nostra Diocesi. Partiamo da Roberto Luciani, Sindaco della città di Cossignano.

Amministrare è più un onore o una responsabilità? Ha un modello o una massima a cui si ispira nella sua attività amministrativa?
Sicuramente l’uno e l’altra; non saprei dire quale prevalga, ma credo che alla fine le due cose si fondino nello stesso concetto: i cittadini hanno creduto nella nostra proposta, e questo ci onora perché siamo stati in grado di comunicare efficacemente i nostri obiettivi, che sono stati ritenuti validi. Ma, all’istante dell’elezione, il nostro programma si è immediatamente trasformato nella nostra più grande responsabilità perché quello che avevamo individuato ora va realizzato. Su questo aspetto penso di poter dire di aver centrato l’obiettivo: il nostro programma amministrativo resta costantemente la nostra guida, viene costantemente sottoposto a critica costruttiva e viene costantemente “limato”.
Debbo constatare che gli obiettivi che ci eravamo posti erano e restano effettivamente di qualità e quindi, a parte alcune piccole necessità di miglioramento, restano ancora validi e vanno portati a termine.
Vado particolarmente orgoglioso del metodo con cui abbiamo iniziato e continuiamo ad amministrare. Con tutta la maggioranza ci riuniamo almeno una volta alla settimana per mettere sul tavolo le problematiche che di volta in volta si pongono e per rilanciare i nostri obiettivi. È un’esperienza bellissima perché ogni aspetto viene trattato a fondo e discusso con tutto il gruppo e poi si applica fedelmente la decisione della maggioranza: penso sia un esercizio di democrazia formidabile.
Nel nostro avanzare cerchiamo costantemente di mettere in pratica il motto del nostro amato comune: Ferax et Ferox, che amo tradurre, forse eccessivamente addomesticato, come terra che ospita e produce menti fertili e fiere. Nel nostro piccolo cerchiamo di esserne all’altezza.

Qual è il bilancio di questi primi anni di mandato?
Penso di poter dire assolutamente positivo. Sono stati realizzati oltre il 60% degli obiettivi di mandato e molto di più: specie per l’avvento del PNRR che ci sta dando la possibilità di realizzare progetti altrimenti impensabili. In particolare con la misura della rigenerazione urbana con la quale ci viene data la possibilità, in primis, di recuperare punti ed aree del paese che erano rimaste indietro nel tempo e organizzare un tessuto urbano ed architettonico di altissima qualità.
Ma la realizzazione delle opere materiali non può esaurire il mandato dei cittadini: siamo consapevoli che un’amministrazione debba valorizzare tutto il patrimonio di cui dispone che è anche immateriale, oltre che creare le condizioni sociali per poterle godere al meglio.
Penso alla valorizzazione del grandissimo patrimonio storico-culturale di cui disponiamo e che ha tanto bisogno di essere valorizzato. Molto abbiamo fatto: lo scorso anno abbiamo avuto presenze record, grazie ad alcune indovinatissime iniziative promozionali. Ma moltissimo c’è ancora da fare per stabilizzare e rilanciare il patrimonio che è la nostra reale forza.
L’attenzione alle fragilità rappresenta per noi una priorità: mettere a disposizione delle persone con svantaggio un servizio di assistenza valido è stato un obiettivo raggiunto grazie alla ottimale collaborazione con gli ambiti di riferimento.
La salvaguardia dell’ambiente è una priorità. Per questo perseguiamo un programma di efficientamento energetico: l’illuminazione pubblica è integralmente a led, abbiamo installato pannelli fotovoltaici, abbiamo aderito al bando sulle comunità energetiche. Vado molto orgoglioso per un’installazione semplicissima ma molto produttiva sul piano ambientale: la casa dell’acqua con annesso mangiaplastica. Penso che il comune di Cossignano sia diventato realmente plastic free. Abbiamo recentemente installato una stazione di ricarica per le auto elettriche.
Ulteriore priorità è la scuola: siamo riusciti ad incrementare le iscrizioni del nostro già extraqualitativo plesso, ma con l’introduzione del centro educativo pomeridiano è diventata una vera e propria attrazione. Con le ultime modifiche normative, per le quali mi sono impegnato direttamente, riterrei di aver messo in sicurezza la continuità didattica nel nostro comune.
Anche il recupero delle nostre tradizioni è un obiettivo raggiunto, a volte con qualche difficoltà: negli ultimi anni molte tradizioni si erano perse in nome di una non definita modernità, dimenticando che sono proprio le tradizioni che ci rendono unici e ci distinguono e quindi sono i punti di forza per le leve di sviluppo. Alcuni nostri eventi, alcune nostre specialità enogastronomiche sono state oggetto di un rilancio che ormai dovrebbe aver imboccato un percorso in grado di contribuire ad un’ulteriore sviluppo del paese.
L’ultimo punto del nostro programma amministrativo è l’incremento demografico. È stato messo per ultimo perché rappresenta il riepilogo di tutti gli altri obiettivi. Una comunità ben amministrata, che mette tutte le cose al posto giusto, diventa naturalmente una comunità attrattiva. Forse ci stiamo riuscendo perché proprio nel 2022 abbiamo invertito il trend demografico che per il decennio passato era drammaticamente in discesa.
In conclusione mi sembra che in questi primi due anni, anche se attraversando momenti di pura sofferenza, possiamo affermare di osservare un bilancio molto positivo.

Qual è la criticità maggiore che ha affrontato in questi anni o che sta affrontando in questi mesi? Invece la delibera di cui è più orgoglioso?
Siamo stati eletti in piena pandemia Covid 19. Anzi, proprio al suo inizio e mentre tutti speravano intensamente che finisse presto, quando invece ci abbiamo convissuto per i successivi due anni. In quella fase l’importante è stato stimolare alla solidarietà sociale e per questo i cittadini Cossignanesi hanno sempre fatto a gara per aiutare i più bisognosi. Una gara per rifornire le famiglie in difficoltà, per portare loro amore e sostegno.
Senza soluzione di continuità ci si è immersi nella gestione delle misure del PNRR: ingenti risorse da gestire con l’esiguo organico storico del comune. Solo dopo diverso tempo ci si è accorti, a livello centrale, che erano necessarie risorse umane per gestire il corrispondente volume di risorse. Gli uffici per un momento hanno subito il contraccolpo, ma, grazie alla professionalità ed alla reattività sia dell’amministrazione sia degli organi tecnici stessi, il problema si sta avviando verso la stabilizzazione.
Non nego che il timore più grande l’ho provato di fronte al pericolo di perdere la scuola. Di fronte ad un forte decremento demografico, con matrimoni e nascite praticamente inesistenti del lustro precedente, ho temuto il peggio. Ci siamo buttati a capofitto a trovare soluzioni; abbiamo circondato la scuola con una cintura di servizi di altissima qualità: settimana corta, tempo pieno facoltativo, servizio di prescuola, centro educativo pomeridiano ad indirizzo montessoriano, mensa interna di qualità con progressivo inserimento di alimenti biologici, supporto logopedistico, ventilazione controllata delle aule, trasporto gratuito. Con tutto questo, che corrisponde ad una significativa spesa annuale, che però la maggioranza è stata sempre ferma e compatta e convinta nel sostenere, siamo diventati attrattivi e sembra che abbiamo scongiurato qualsiasi ipotesi di chiusura, seppure ripetutamente minacciato.
Ed è proprio nell’ambito scolastico che ritengo sia stata adottata la migliore delibera: l’istituzione del centro educativo pomeridiano extracurriculare ad indirizzo montessoriano. Qui le famiglie hanno la possibilità di far permanere facoltativamente i propri figli in un ambiente in cui, oltre allo svolgimento dei compiti, si realizzano, con un approccio ludico ad indirizzo montessoriano, progetti di potenziamento delle lingue, dell’educazione artistica, dell’educazione motoria. Le iscrizioni sono in costante aumento.

Qual è il progetto a cui tiene maggiormente ma che ancora non è riuscito a realizzare nel Comune da lei diretto?
Alla mia elezione ho trovato un paese con la tendenza alla divisione in fazioni alla costante ricerca della polemica. Per me, che credo fortemente nei valori dell’amicizia e della lealtà, questo rappresenta un problema. Sono convinto che sia necessario un sano spirito competitivo, ma mai declinato alla cattiveria. Penso che il mio progetto più importante sia proprio quello della coagulazione della cittadinanza intorno ad uno spirito di crescita sana e positiva. Spero di riuscirci, anche se penso sia necessario tutto – ma proprio tutto – il tempo del mandato, se non forse anche oltre.

Considerata la sua occupazione da oltre vent’anni nel settore dell’Agricoltura della Regione Marche, come giudica l’attuale stato delle imprese agricole ed agroalimentari marchigiane? Cosa si può fare per migliorare ancora?
L’incessante attività regionale di ammodernamento e promozione dell’agricoltura ha dato sicuramente i suoi frutti: abbiamo un’agricoltura giovane, competitiva, diversificata, multifunzionale, sostenibile, biologica, flessibile.
Dobbiamo insistere sul ricambio generazionale, tenendo conto che chi decide di occuparsi di agricoltura lo fa consapevolmente, con passione e riversando sulla propria attività le proprie idee innovative e convinte. La Regione deve ascoltare e leggere queste tendenze ed accompagnarle, mantenendo ferma la bussola sui principi della competitività e della sostenibilità.
Ci troviamo di fronte ad epocali cambiamenti, specie quelli climatici, oltre che commerciali. Di fronte a questi dobbiamo essere fortemente reattivi, ascoltando quello che il mondo chiede al settore primario. Dobbiamo incrementare l’attività nei confronti della captazione delle acque. Dobbiamo accrescere le misure per la captazione e lo stoccaggio del carbonio. Dobbiamo aumentare la produzione di energie rinnovabili. Sono sfide possibili, attuabili con i programmi che ci accingiamo a mettere in campo con il prossimo periodo di programmazione.
Così, nella consapevolezza di vivere in un mondo globale, dobbiamo sforzarci di inviare i nostri migliori uomini nei punti chiave di sviluppo planetario e di rafforzare la nostra presenza.
Dobbiamo fare forza sul fatto di essere una delle regioni più longeve d’Italia in cui la qualità della vita è tra le migliori d’Italia.

Come vive il rapporto con la Parrocchia?
Sono convinto che la vivacità della comunità parrocchiale sia una grande ricchezza per lo sviluppo sociale e culturale del paese e tendo costantemente ad agevolarne le iniziative.
In questi primi due anni di esperienza di amministratore, ho sempre avuto un rapporto estremamente chiaro e positivo che ha consentito di raggiungere degli ottimi risultati a beneficio della comunità. Ad esempio abbiamo ridato vita ad un campetto parrocchiale da tempo in abbandono di cui la nostra comunità, soprattutto i bambini, ha rapidamente ripreso possesso ed a cui ha ridato vita. Questo è solo un esempio, ma anche nella programmazione delle attività culturali, ricreative e religiose, abbiamo sempre ottenuto ottime sinergie.

 

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