(Londra) “Mezzo milione di insegnanti, funzionari pubblici e autisti di treno in sciopero con i sindacati, i quali avvertono che le trattative non stanno arrivando da nessuna parte”. “Cinquecentomila lavoratori abbandonano i cittadini nello sciopero più grave in oltre dieci anni”. “Intere parti delle Gran Bretagna sono paralizzate”. I titoli dei quotidiani britannici e dei siti, questa mattina, non lasciano dubbi. Il Regno Unito, oggi, è un Paese nel caos. La confusione regna nelle scuole, l’85% delle quali sono chiuse. Invece gli ospedali stanno funzionando perché infermieri e autisti delle ambulanze hanno rimandato a lunedì le loro proteste. Anche il 63% dei treni è fermo in stazione e decine di migliaia di docenti non sono al lavoro in 150 università. In sciopero anche più di centomila funzionari statali: al British Museum, per esempio, o al controllo dei passaporti negli aeroporti dove, per il momento, è stato impiegato l’esercito. Secondo la Bbc sette sindacati sono coinvolti nella protesta odierna, sperando di costringere il governo alle trattative, anche se, per il momento, non esiste alcun segno concreto di una possibile soluzione. Il problema è l’adeguamento dei salari al tasso di inflazione che, in questo momento, nel Regno Unito, si aggira attorno all’11% su base annua. Mentre, nel settore privato, gli stipendi sono saliti del 6% o 7%, nel settore pubblico l’aumento è rimasto tra il 2 e il 4% e molti lavoratori fanno fatica a pagare l’affitto e la spesa settimanale.

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