DIOCESI – “Ognuno di noi ha nel cuore la memoria effettiva del proprio incontro con Mons. Gervasio, saranno magari simili ma ognuna è particolare come è particolare la sua capacità di ricordare il nome di tanti tra noi, e non solo: accanto al nostro nome ha sempre saputo associare la nostra storia. Non era abituato a confonderci” Con queste parole si è aperta ieri sera, domenica 8 gennaio, in una chiesa gremita di fedeli e sacerdoti, la veglia di preghiera per la morte del Vescovo Gervasio Gestori, presieduta dal Vicario Generale, parroco della Cattedrale, Don Patrizio Spina.

Don Patrizio durante la sua riflessione ha affermato: “Per ognuno di noi c’è questa parola che abbiamo ascoltato: Non temere perché io ti ho chiamato per nome e tu mi appartieni.
Sicuramente nella nostra vita non tutto va come è nei nostri piani o non tutti ci percepiscono come vorremmo: a volte siamo vittime di fraintendimenti che possono anche far molto male. La parola che ci sostiene è quella che risuona qui e ora, grazie a Mons. Gervasio che ci ha sempre ricordato che è stato il Signore a chiamarci per nome, il Signore ti conosce con la tua storia, ti assicura la sua compagnia, pertanto: Non temere!

È il Signore che cammina con te e ti permette di vivere esperienze o situazioni che mai avresti immaginato di poter vivere: se dovrai attraversare le acque… i fiumi non ti sommergeranno…la fiamma non ti potrà bruciare: Se riusciamo a fermarci per un attimo, realizziamo che questa parola donataci questa sera prende corpo ed assume le caratteristiche del ricordo che abbiamo di Sua Eccellenza il vescovo Gervasio: quante volte abbiamo preso coraggio perché il Vescovo ci proponeva di fidarci del progetto che Dio ci stava presentando.

Ascoltandoci, ci ha permesso di percepire il Signore vicino e la sua compagnia non era mai venuta meno. Tutto ciò era reso possibile perché il Vescovo Gervasio questa esperienza di prossimità del Signore la viveva sul serio: nei suoi limiti o anche nei suoi errori ha sempre percepito la presenza risanatrice del Signore ed era capace di dirti che se il Signore aveva avuto misericordia con lui, tu potevi star certo che il Signore non ti avrebbe fatto mancare il suo aiuto.
Un uomo che ha imparato, come ogni discepolo che sa riconoscersi fragile davanti al Signore, ad avere empatia perché la prossimità di Dio nella tua debolezza genera empatia con la fragilità che incontri sulla tua strada.
Dalla vicinanza del Signore o dal percepire che il Signore fa strada con te, nasce quella meravigliosa esperienza di cui ci ha detto l’apostolo Paolo: niente e nessuno potrà mai inchiodarti alla paura, perché l’amore di Dio è incredibilmente molto più grande della tua miseria ed è Lui a liberarti dalla angoscia delle mancanze vissute.
Il sorriso del discepolo del Signore che è attento e sa riconoscerti nasce dalla memoria che si ha della sua compagnia con la tua personale miseria, per cui sei anche capace di vivere la compassione come possibilità credibile.
Siamo pronti a meravigliarci e ad aprirci alle sorprese che il Signore ci offre, senza mai fuggire dinanzi alla novità che la vita ci presenta.
È il buon Pastore che non fugge perché conoscendo le sue pecore sa sempre ascoltare il loro timido belato e non vuole e non può girarsi da un’altra parte. A lui interessano le voci delle pecore che gli sono affidate: ne conosce il nome, la storia ed è capace di gioire con loro come anche di farsi carico di quelle ferite, come è appunto il ricordo che abbiamo del Vescovo Gervasio.

Ringraziamo Dio perché è stato un Pastore che non si è nascosto dietro la sua povertà ma che anzi di questa ha fatto il suo punto di forza, incoraggiando con verità tutti i poveri che incontrava sulla sua strada, donando a ciascuno di noi non parole consolatorie ma la consolazione che viene dallo Spirito e che ha sempre reso nuove tutte le realtà e persone nelle quali si veniva invitati a lasciarlo entrare: lo Spirito Santo rende nuovo tutto e tutte le cose e questo Mons. Gervasio lo ha sempre saputo e ce lo ha sempre ricordato.
Da qui, dalla forza dello Spirito lo sguardo nuovo ed incoraggiante, lo sguardo vivo e vivificante.

Carissimo Vescovo Gervasio è bello sapere che porti il ricordo che hai di noi al Signore Buon Pastore ed è incoraggiante per tutti noi sapere che è proprio da li, vicino al Signore che continui a guardarci e a sorriderci.
Prega per ciascuno di noi e la tua preghiera ci renda nuovi, più veri, più attenti gli uni agli altri.
La tua preghiera carissimo Vescovo Gervasio ci aiuti ad essere sempre più fratelli.

L’eterno riposi donagli Signore e splenda a lui la luce perpetua, riposi in pace. AMEN”.

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