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Sofia Rosetti, studentessa di liceo Leopardi: “Ogni scuola dovrebbe far sentire i ragazzi persone, ancora prima che studenti”

ACQUAVIVA PICENA – Sofia Rosetti, giovane di Acquaviva Picena, studentessa del liceo classico “G. Leopardi” di San Benedetto del Tronto, è tra i finalisti, nella categoria Junior, della XI edizione delle Olimpiadi di Italiano e prima nelle Marche.

Prima, nelle Marche, alla XI edizione delle Olimpiadi di Italiano, dunque un traguardo importante, cosa ha significato per lei?
Senza dubbio è stata un’esperienza inaspettata, mi sono sempre impegnata in tutte le attività e i progetti proposti dalla scuola, ma non avrei mai pensato che i miei sforzi avrebbero potuto portarmi così lontano. Quando mi è stato proposto di partecipare alle Olimpiadi ho provato a godermi al massimo quest’opportunità, senza troppe ansie o timori, semplicemente applicando le conoscenze acquisite, non soltanto nei miei due anni di ginnasio, ma anche nel mio percorso di studi delle medie. Sicuramente mi ha dato l’occasione di mettermi ancora una volta alla prova e mi ha ricordato che l’italiano è molto di più di ciò che studiamo a scuola. Svolgendo soprattutto la prova finale infatti, ho visto la nostra lingua applicata in molti contesti differenti, da esercizi di pura grammatica alla scrittura di interviste, o commenti formali, con sfaccettature che normalmente non noteremmo, ma che rendono lo studio dell’italiano ancora più stimolante e affascinante. È un’esperienza che per questo consiglierei a tutti, soprattutto a coloro che magari sono più restii ad intraprenderla, perché senza dubbio è una grande occasione di consolidamento e di crescita.

Lei ha preso parte all’inaugurazione del nuovo anno scolastico alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Qual è stato il momento che la colpita maggiormente e perché?
L’inaugurazione dell’anno scolastico è stata un’altra bellissima esperienza che la prestazione alle Olimpiadi mi ha regalato, vedere il Presidente di persona, e tanti altri personaggi della politica e dello spettacolo italiano, è stato senza dubbio emozionante, ma la sensazione che penso porterò sempre con me è quella provata vedendo così tanti studenti diversi prendere parte alla manifestazione. Spesso tendiamo a sentirci soli nel nostro percorso scolastico o a concentrarci soltanto nel nostro piccolo dimenticando che fuori ci sono tanti altri ragazzi che come noi vanno a scuola, intraprendono un percorso, affrontano i nostri stessi problemi e festeggiano dei loro successi. Quindi poter conoscere studenti a livello nazionale e confrontarsi con loro, condividendo anche le proprie scelte e la propria esperienza scolastica, è stata un’occasione preziosa perché mi ha ricordato che all’infuori della nostra realtà ce ne sono tante altre che possono arricchirci in ugual modo.

Il tema di questa edizione, denominata “Tutti a scuola”, sono stati quelli dell’inclusione e dell’integrazione. Che valore hanno, a suo avviso, per i giovani della sua generazione?
Il periodo della scuola superiore è molto delicato per tutti, sono gli anni forse non più belli, ma più di assestamento: le certezze di ognuno sono messe in dubbio e diverse volte siamo costretti a ritrovare la nostra strada o in certi casi a crearne anche di nuove. Perciò, dato che la scuola è una parte importante delle nostre vite, e il modo in cui la viviamo può influenzare direttamente il nostro benessere, secondo me è necessario che ogni studente non si senta mai solo. Infatti l’integrazione e l’inclusione sono dei valori che tutte le scuole dovrebbero perseguire, certamente ognuno di noi è diverso, ci sono materie in cui è più facile eccellere, altre che non faremmo neppure se costretti, ma è importante far sentire i ragazzi persone, ancora prima che studenti. Quindi riuscire a includerli e ad appassionarli nelle attività proposte, ma allo stesso tempo aiutarli anche ad integrarsi con i compagni costruendo delle amicizie dovrebbe essere una priorità per la scuola. Alla fine è proprio in questo periodo che scopriamo quali sono le nostre vere passioni e stringiamo le amicizie più solide, per farlo, però, è necessario poter disporre di un ambiente che ci metta a nostro agio e ci faccia sentire parte della comunità studentesca in modo tale da crescere serenamente.

Come ha vissuto il periodo della pandemia tra didattica a distanza e restrizioni?
Sicuramente il periodo della didattica a distanza è stato difficile, soprattutto durante il mio primo anno di liceo. Non conoscevo nessun altro nella mia classe e coltivare i rapporti sia con i miei compagni che con I professori non è stato sempre semplice. Fortunatamente non ho avuto difficoltà nel mantenere lo studio costante, infatti penso che la perdita non sia stata tanto da un punto di vista didattico quanto invece da un punto di vista sociale. Adesso che siamo tornati a scuola, senza mascherine, sento che stiamo costruendo dei buoni rapporti fra noi, soprattutto con i professori, ma anche con alunni delle altre classi per cui spero di poter recuperare il tempo trascorso a casa nei prossimi anni.

Sofia lei frequenta la 3^AI IGCSE Cambridge del liceo Classico “G. Leopardi” di San Benedetto del Tronto. Quale lavoro le piacerebbe svolgere una volta terminati gli studi?
Ho iniziato il liceo con un programma molto ben delineato in mente su cosa avrei fatto dopo la maturità, ma devo ammettere che in questo periodo sto rivedendo le mie scelte cercando di capire se sono effettivamente giuste per la persona che sono diventata adesso. Ho tanti interessi che mi piacerebbe coltivare: dalla letteratura alle lingue, dalla politica alla scrittura creativa, ma in generale mi piacerebbe studiare all’estero in modo tale da entrare in contatto con persone provenienti da una realtà distante dalla mia. Per ora cerco di tenere a mente quante più strade possibili, senza precludermi nulla, ma sono abbastanza certa del fatto che vorrei lavorare in un ambiente internazionale per mettere le mie capacità a disposizione dell’intera comunità e se possibile mi piacerebbe che la mia professione futura mi permetta anche di scrivere e di viaggiare e quindi di coltivare due delle mie più grandi passioni. Fortunatamente ancora ho tempo a sufficienza per pensare a cosa vorrò diventare dopo la scuola superiore.

Mentre quando è libera da impegni scolastici come ama trascorrere il tempo?
Nonostante gli studi mi impegno a portare avanti molti interessi, senza rinunciare a nulla. Nel tempo libero infatti pratico pallavolo, partecipo anche alle iniziative teatrali proposte ad Offida con alcuni dei miei più cari amici e in quei rari momenti che rimangono è la lettura a salvarmi dalla noia.

 

Luigina Pezzoli: