Il sacerdote “non è un dominatore di anime per argento e oro… la sua ricchezza, il suo potere è solo la virtù del nome di Gesù”, cioè “rendendolo presente nell’Eucaristia, nel sacramenti, nella parola, perché nasca nel cuore degli uomini, per essere in tutto e per sempre il suo strumento”.

Lo ha detto Papa Francesco ricevendo in udienza in Vaticano la Comunità del Seminario di Barcellona (Spagna). Il Papa ha ricordato ai seminaristi – nel testo consegnato ai partecipanti – che il loro “primo obbligo sarà una vita di preghiera nata dalla gratitudine a quell’amore di predilezione che Dio ci ha mostrato chiamandoci al suo servizio. Questo è il primo mistero gaudioso da cui tutto nasce”. “In questa fase di formazione – ha suggerito – sarebbe buono se nella preghiera possiate confrontarvi con gli atteggiamenti della Beata Vergine, chiedendovi: com’era lei quando Dio l’ha chiamata? E come sto io? Con quale zelo pianifico la mia futura vita sacerdotale?” La meditazione sui misteri dolorosi del rosario offre diversi spunti: “Dio ci chiede sacrificio, sacrificio del cuore, rinuncia alla nostra volontà, come ci propone nel Getsemani; sacrificio della sensibilità, nell’ascesi che contempliamo nella flagellazione; sacrificio dell’onore, così tanto spagnolo, pensando — come si canta nell’inno quaresimale — che cercare l’alloro della nobiltà, il titolo accademico, la lode mondana, ci allontana da Dio, e anzi dobbiamo aspirare alle corone di spine che ci identificano con il Signore”. “Guardando la croce – ha detto il Papa – alziamo gli occhi verso il cielo e vediamo la nostra destinazione”. Anche se sembra difficile, ha proseguito, “bastano cose semplici: il letto duro, la stanza angusta, la mensa scarsa e povera, le notti vicine ai moribondi, i giorni che iniziano molto presto, aprendo le porte della chiesa prima delle sbarre, e aspettando, accompagnando Gesù solo, i peccatori e i feriti nel cammino della vita”.
Il Papa ha poi rivolto un invito ai seminaristi: “Non smettete mai di gioire e ricordare questo amore preferito che trabocca e sarà versato abbondantemente nel vostro cuore, durante la vostra ordinazione e nel resto dei vostri giorni. non spegnete mai quel fuoco che vi renderà intrepidi predicatori del Vangelo, dispensatori dei tesori divini”. “Cari seminaristi – ha concluso -, prendete il vostro rosario e chiedete a Maria, Regina e Madre di Misericordia, di aiutarvi a svelare i misteri del sacerdozio a cui Dio vi chiama, contemplando i misteri di suo Figlio, accettando che la gioia della sequela e la perfetta l’identificazione alla croce siano l’unica via per la gloria. Dio vi benedica”.

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