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Don Vincenzo Catani: “Una candela ucraina nel buio della nostra indifferenza”

Di Don Vincenzo Catani

CASTIGNANO – Ho visto di sfuggita, in un telegiornale serale, una anziana signora ucraina, che dentro una casa buia e fredda di Kherson, città con scarsissime fonti energetiche, si stava scaldando le mani sopra una candela
accesa. Ho avuto pietà e una profonda ed amorosa compassione, ma anche tanta rabbia di fronte ad una guerra così assurda quanto stupida e ingiusta e spietata.
Il guaio è che il mondo, dopo essersi posto inizialmente di fronte a questa tragedia in modo passionale, anche se spesso ambiguo, ideologico, guerrafondaio o dialogante, ora sta optando sempre più per una certa indifferenza e per un distacco che ha il sapore della vigliaccheria.
A me invece ogni sera mi assale una sottile tristezza pensando a quelle tante signore che si accendono le candele per scaldarsi, o che non sanno come bollire le poche patate per il pranzo, o che raccolgono l’acqua piovana o che fanno sciogliere la neve già arrivata per poter bere. Per non parlare della lunga e triste conta di giovani trucidati, di uomini torturati, di corpi mutilati nelle fosse comuni.
Non è da cristiani assuefarci al dolore del mondo e chiuderci dentro i confini dei nostri limitati problemi. Dobbiamo piangere, ma anche arrabbiarci, urlare il nostro dissenso, educarci ed educare gli altri alla sensibilità, alla fraternità e alla pace. Io l’ho fatto con un gruppo di amici e ne è seguito almeno un pensieroso silenzio.
Ho in mente quella storiella di quattro persone chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno, Nessuno.
C’era un lavoro urgente da fare e Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto.
Ciascuno avrebbe potuto farlo, ma Nessuno lo fece.
Finì che Ciascuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ognuno avrebbe potuto fare.
Se giriamo la testa per non farci contagiare dai problemi degli altri, allora sarà duro per noi vivere quella beatitudine che il vangelo riserva agli operatori di pace, soprattutto in questo periodo che ci porta la memoria della nascita di Cristo, principe della pace.
d. Vincenzo Catani

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