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Pietro Pompei: dal culto dei Santi a quello della Vergine Maria

Di Pietro Pompei

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ritengo importante, nel momento liturgico che stiamo per vivere, una riflessione sulla Madonna che onoriamo, nella prossima novena, con il titolo di Immacolata Concezione. In questi nostri tempi, in cui ci si sente autorizzati a dissacrare tutto, superbi per il progresso raggiunto, non è risparmiata neppure la Vergine Santa, mettendone in forse, insieme a Gesù, la vita così come è stata narrata dai Vangeli. Da alcuni è villaneggiata, da altri è edulcorata o presentata come una esistenza insipida tipica del New Age. Mi sento sollecitato a ciò anche da un pensiero che ho ben fisso nella mente, scaturito da un’espressione, più volte letta in questi giorni, sui Santi con l’aggiunta, ossia degli uomini veri. Aggiunta messa lì come cosa ovvia, ma che forse non è stata colta in tutta la sua profondità. Da qui è facile la riflessione anche sulla Madonna, ossia  donna vera. Faccio parte di questa riflessione il mio paziente lettore, perché sono sempre più convinto che i nostri pensieri e le nostre parole si inverano nel momento in cui vengono partecipati: è l’amore che genera ed è quello che dovrebbe diventare il lievito del mondo.

Leggo e con un certo riscontro, come il fervore e il carattere esplicito della venerazione alla Madonna hanno subito oscillazioni molto rilevanti e che molte pratiche di culto sono diminuite. C’è sicuramente da fare una distinzione tra le diverse generazioni, tuttavia si continua ad esprimere verso la Vergine un approccio più sentimentale o agganciato su obsolete forme tradizionali, che teologicamente fondato. Scrive il teologo K.Rahner: “La diminuzione  del culto mariano è, in ultima analisi, un indizio di una diminuzione nella nostra capacità di realizzare l’elemento genuinamente cristiano in termini esistenziali e religiosi”. Qualcuno potrebbe dire che sì c’è meno attenzione per le pratiche di pietà religiosa verso la Madonna, ma c’è un maggiore desiderio di andare a visitare Santuari e i luoghi delle apparizioni. Non sempre questa richiesta è dettata da motivi religiosi. Subentrano spesso incredulità, curiosità , e spesso  è la conseguenza di un turismo di massa.

Procedendo con un po’ di ordine nella mia riflessione, torno sui morti, Santi riconosciuti e non, e mi chiedo: “Si è veramente convinti che si ha a che fare con persone che vivono adesso e che hanno trovato il loro compimento in Dio?”. La dottrina cattolica della Comunione dei Santi, cioè dell’unità della Chiesa militante e di quella perfetta in Dio, afferma che nella nostra vita religiosa possiamo e dobbiamo riuscire a realizzare un rapporto vivo con persone viventi, anzi definitivamente giunte a compimento: persone vere. Certamente non va confuso tutto questo con le assurde pratiche spiritiche o medianiche. Allora può essere compreso nel suo senso ultimo il culto cattolico verso i Santi. In definitiva esso è la celebrazione della venuta di Dio presso l’uomo. Dalla comprensione di questo culto diventa più chiaro e pressante quello verso la Beata Vergine e Madre di Gesù, la benedetta fra le donne, la quale, secondo la parola della Scrittura, dev’essere glorificata da parte di tutte le generazioni. Attenzione a non esaurire questo culto in una semplice tradizione. Premettiamo sempre che la potenza divina ha operato in un’umile donna qualcosa di grande umiliandosi alla bassezza della sua serva. Ha trovato terreno fertile in Maria che ha accettato in se stessa liberamente, credendovi, l’incarnazione del Dio eterno, per trasmettere al mondo il dono di quest’estrema vicinanza di Dio. Su questo binario il culto verso la Madonna deve procedere, rifiutando quelle forme di mitizzazione che possono sconfinare in superstizione o “in uno sterile e passeggero sentimentalismo né in una certa qual vaga credulità”, come ci ricorda il Concilio Vaticano II, nella “Lumen Gentium”, cap. VIII,par. IV, 67. Dobbiamo partire dalle  Scritture per capire la grandezza di quel “Si” liberamente espresso e che ha annullato quello che Eva disse al “serpente” buttandoci nella desolazione.

Redazione: